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Il procuratore Nicola Gratteri

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La questione intercettazioni e il loro uso innesca l’acceso botta e risposta tra il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il viceministro Andrea Delmastro


NOVARA – Faccia a faccia a sorpresa tra il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il magistrato, invitato da Confindustria Novara Vercelli Valsesia e dall’Università del Piemonte Orientale per presentare il suo ultimo libro “Il grifone”, ha parlato davanti all’aula magna gremita e in prima fila c’era anche il sottosegretario.

Lo scambio di battute è avvenuto sul tema delle intercettazioni: «Quando il ministro della Giustizia dice che le intercettazioni telefoniche costano troppo e bisogna tornare ai pedinamenti – ha attaccato il magistrato – io gli ricordo che oggi il mafioso non si muove dal suo divano e fa i reati con il telefonino. Io dico – ha aggiunto – che le intercettazioni non costano nulla rispetto al risultato che possono portare. In un mondo che vive con il telefono acceso come faccio a mettere ancora in discussione il telefono?», ha aggiunto.

INTERCETTAZIONI, IL BOTTA E RISPOSTA TRA GRATTERI E DELMASTRO

Delmastro ha replicato a conclusione della conferenza. «Qualcuno – ha detto – pensava di ridurre il perimetro delle intercettazioni ma la riforma ha solo impedito che qualche procura consentisse ad alcuni giornali di fare titoli a 9 colonne. Non vogliamo limitare l’uso delle intercettazioni come strumento di indagine ma vogliamo solo che non finiscano sui giornali quando sono irrilevanti. Abbiamo impedito certe devianze».

Il procuratore di Napoli, molto applaudito, ha toccato diversi temi. Ha sottolineato, tra l’altro, anche quello che ha chiamato “il ritardo tecnologico”, «perché – ha detto – chi ha governato non ha avuto una visione per investire su questo fronte», ma ha espresso le proprie critiche soprattutto alla politica.
«Il cosiddetto “governo dei migliori” – ha detto – ha fatto le peggiori riforme per la giustizia. In quel governo c’erano tutti i partiti meno Fratelli d’Italia. L’attuale governo in cui FdI c’è, sta portando avanti con i decreti di attuazione le stesse riforme. Ma io dico alla politica: fate un “fermo pesca”, non fate più riforme di questo tipo. La magistratura non è mai stata così debole. E questo dipende dal fatto che di fronte al Caso Palamara non c’è stata una decisione drastica».

«Palamara – ha aggiunto – non era un orco. Lo posso dire io che non sono mai stato votato da lui. Troppo comodo però addossare tutte le colpe a Palamara. L’opinione pubblica avrebbe capito di più se in quel momento il Csm fosse stato sciolto. Bisognava dare l’idea che si faceva sul serio. Il vero problema della magistratura – ha concluso – sono le correnti. La loro forza, la loro potenza, che andrebbero ridimensionate. Ecco perché ho sempre insistito sul sorteggio per le nomine. A costo di modificare la Costituzione».

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