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NAPOLI – E’ tutta giocata sul personalismo la campagna elettorale per la elezione del presidente della giunta e il rinnovo del Consiglio regionale. Di contenuti, almeno sino ad ora, non si parla.

Mezzo secolo di errori non sono stati sufficienti a far prendere coscienza, è questo il segno più evidente della crisi della politica che in Campania veleggia tra trasformismo e caccia spietata per la cattura del consenso.

Nessuno si sottrae a questo gioco al massacro che si condisce di offese, insulti e, in qualche caso, si giunge sino alla minacce velate. De Luca e Caldoro se le danno senza risparmio. L’uno attacca, l’altro replica. E della Regione da riformare non c’è traccia.

Ieri è stato il candidato del centrodestra Stefano Caldoro ad attaccare il suo competitor Vincenzo De Luca, governatore uscente. Si è trattato di un film già visto che porta le lancette indietro di cinque anni quando gli stessi protagonisti si sfidarono per conquistare la presidenza regionale che alla fine andò all’ex sindaco di Salerno.

Caldoro, parlando ieri a Caserta, si è soffermato, tra l’altro, sul problema dei rifiuti. «La situazione delle ecoballe a Villa Literno (Caserta) è scandalosa. Su 71 piazzole ne hanno tolte solo sei, questo è il fallimento dell’amministrazione De Luca».

L’ex Governatore della Campania (2010-2015), ha ricordato «la visita di Renzi nel 2016 quando disse con De Luca che le ecoballe sarebbero state tolte in tre anni, e se ciò non veniva fatto, la gente li avrebbe dovuti cacciare a pedate. Ebbene, siamo nel 2019 e l’ecoballe sono ancora lì ma questa gente si ricandida; andrebbe invece cacciata a pedate».

Dai rifiuti al trasformismo che trova grande spazio nella campagna acquisti del governatore uscente. Gli strali sono contro Carmine Mocerino, politico navigato, che dopo 5 anni nel centrodestra e presidente della commissione Anticamorra in quanto rappresentante dell’opposizione, negli ultimi giorni viene candidato nel centrosinistra.

«Non c’è nessuna intesa istituzionale nel nome dell’Anticamorra nè un percorso consolidato tra De Luca e Mocerino», affema Caldoro.

«Il gruppo Caldoro, in questi anni, non è stato mai tenero con le politiche di De Luca. Questo succede – dicono dal Gruppo – perché ormai in Campania si è radicato un sistema di potere che blandisce ed impone le sue regole con la logica dello scambio. Non è la stessa cosa essere nel centrodestra o nel centrosinistra, ci dividono valori, programmi e visione del futuro». «Siamo in campo contro questo asservimento della cosa pubblica ai meri interessi personali e per offrire ai cittadini una seria alternativa di buon governo, coerente e competente» – afferma il candidato presidente del centrodestra. Che lancia il guanto di sfida al suo competitor: «De Luca non ha mai voluto fare un confronto con me, la sua sedia era sempre vuota tranne una volta a Sky, lui quando parla da solo è bravo, perché è roba da operetta, tipo Cetto La Qualunque ».

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