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Gli interni della galleria L'Ariete per "Artevino"

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NAPOLI – Arte, vino e Posillipo, senza dimenticare la solidarietà.  Cosa vuoi più da una serata dal sapore partenopeo? Da sempre ispirazione e fonte di grandi capolavori, il vino e l’arte sono un binomio sublime. Già gli antichi Egizi usavano apporre sulle anfore, dopo la loro sigillatura con fango e argilla, l’iscrizione che ne descriveva contenuto, provenienza, annata e nome del produttore. I greci e i romani nelle arti figurative rappresentavano spesso scene legate alla coltivazione della vite, alla vinificazione, alla conservazione e al consumo del vino.

Assaporare un bicchiere di buon vino prima di creare è un rito compiuto da diversi artisti. Ma anche prima di immergersi nella bellezze delle opere d’arte realizzate dagli artisti è un rito che non andrebbe mai trascurato. Cosa che è avvenuta in un salotto sulla collina di Posillipo la vigilia dell’Immacolata con l’iniziativa “Artevino”, ideata e curata da Massimo Iannitti. La location è la galleria “L’Ariete” in via Manzoni 147 a Napoli, che dal 1973 è punto di incontro di appassionati d’arte.

Qui anche la solidarietà ha il suo spazio: dalle mattonelline dipinte a mano da Anna Ricci per raccogliere fondi e costruire pozzi per garantire l’acqua potabile alle popolazioni dei paesi più poveri dell’Africa alle opere realizzate dai ragazzi del gruppo “Iron Angels” di Scampia. In un salotto di Posillipo, tra oggetti esclusivi e opere d’arte, il re non poteva che essere una eccellenza del Mezzogiorno. Valeria, Gabriella e Fiorella Todaro, titolari della galleria d’arte,  hanno magistralmente presentato i vini di Tenuta del Castello, la prestigiosa azienda agricola di Montegiordano, nel Cosentino. La cantina della Tenuta si trova nel cuore del vigneti, a pochi passi dal Castello.

È una grande struttura dotata dei migliori impianti tecnologici per la vinificazione e l’imbottigliamento, dove l’innovazione abbraccia la tradizione più autentica dell’approccio artigianale, per la creazione di un vino autentico, frutto di un inteso lavoro ed espressione del territorio da cui proviene. In un’area ricca di insediamenti antichissimi, secondo la tradizione frequentata anche dal filosofo Pitagora in epoca magno greca, sorge il castello dei Principi Pignone del Carretto, costruito nel XVII secolo sui ruderi del Monastero di Sant’Anania, che fu distrutto dai Saraceni intorno al 1150. 

Abitato fino alla fine degli anni ’40, il castello per molto tempo ha rappresentato il centro delle attività agricole della contrada, ospitando i contadini che dal paese andavano a lavorare la terra insieme alle loro famiglie, e ancora oggi domina l’azienda e tutta la campagna circostante. La cura dei vigneti, estesi per 12 ettari, è la principale attività della Tenuta del Castello, che si sviluppa intorno a una grande cantina, dotata di tutte le più moderne attrezzature, nel rispetto però di una tradizione molto antica.

Il risultato è un vino selezionato e di alta qualità, realizzato con la collaborazione dell’enologo Riccardo Cotarella, presidente dell’associazione degli Enologi. I vini di Tenuta del Castello si caratterizzano per il giusto tenore zuccherino e alcolico e per la buona acidità fissa, che ne esaltano i profumi mantenendoli invariati nel tempo.

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