X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Nino D’Angelo vittima di un video deepfake: «È una truffa. Questo non sono io. Ho sporto denuncia».


NAPOLI – Nino D’Angelo è finito al centro di una truffa online. Un video falso, generato con l’intelligenza artificiale, sta circolando sul web ritraendo l’artista napoletano mentre pronuncia la frase «Mi piacerebbe molto incontrarci». Nino D’Angelo ha denunciato pubblicamente il raggiro sui social, annunciando poi di aver presentato denuncia ai carabinieri.

Nino D’Angelo vittima di un video deepfake: «È una truffa. Questo non sono io. Ho sporto denuncia»

«Vedete questo video? È stato fatto con l’intelligenza artificiale”, ha avvertito D’Angelo sui suoi profili ufficiali, mostrando le immagini manipolate. «Questo non sono io. Mi dissocio da questo furto, da questa truffa. Non so che dire. Adesso vado dai carabinieri e presento denuncia. State attenti».

La reazione degli utenti sui social

La vicenda ha scatenato una forte reazione sui social. Molti utenti hanno espresso solidarietà all’artista e preoccupazione per l’uso sempre più diffuso di tecnologie che possono alterare la realtà e ingannare il pubblico.

Cos’è il deepfake?

Il deepfake è una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che consente di creare video, immagini o audio falsificati con un realismo sorprendente. Utilizzando algoritmi di deep learning, il sistema analizza enormi quantità di dati visivi e sonori di una persona reale e li ricrea digitalmente, affinché questa possa dire o fare cose mai avvenute nella realtà.

I deepfake si basano su reti neurali avanzate, in particolare le Gan (Generative adversarial networks), che lavorano in due fasi: un generatore crea immagini o video falsificati e un discriminatore confronta il risultato con immagini reali segnalando eventuali errori.
Il processo si ripete fin quando il risultato è quasi indistinguibile dalla realtà.

Nino D’Angelo vittima di un video deepfake: la denuncia

La denuncia di Nino D’Angelo porta alla ribalta un problema sempre più attuale, che riguarda non solo i personaggi pubblici ma anche i cittadini comuni. L’uso distorto dell’IA è un fenomeno in crescita. Le sofisticate tecniche di falsificazione digitale sono utilizzate per frodi, campagne di disinformazione, revenge porn, diffamazione, propaganda, clonazione delle identità digitali per ingannare i sistemi di riconoscimento facciale.

Il caso di Nino D’Angelo è solo l’ultimo di una serie di episodi che dimostrano come la tecnologia deepfake possa essere impiegata per scopi fraudolenti. Le autorità invitano gli utenti a verificare sempre la fonte dei contenuti che circolano online e a segnalare tempestivamente eventuali abusi.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE