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NAPOLI – Un dubbio assale la tifoseria partenopea, soprattutto quella alla ricerca delle giustificazioni per un campionato che definire deludente è fortemente limitativo: errori di Ancelotti, in primis con le affermazioni ambiziose e successivamente con lo schieramento a due punte, con il centrocampo a quattro, pur disponendo di troppi esterni, oppure inesperienza di Gattuso, che pur modificando l’assetto del settore offensivo, passando ai tre sulla linea più vicina al portiere avversario, ha dovuto fare i conti con portieri a corto di idee e difensori abili “pattinatori” al punto da scivolare quasi si fosse giocato su un campo cosparso di bucce di banane? I più diplomatici optano per un mix delle ipotesi che si abbinano ai due allenatori, che, tra l’altro, hanno trovato modo di litigare sulla preparazione fisica dei calciatori, frutto di un lavoro pre-campionato molto blando. All’allenatore originario di Reggiolo muoviamo l’accusa di aver lasciato eccessivo spazio al figlio Davide, soprattutto durante gli allenamenti, al tecnico originario di Corigliano Calabro, invece, contestiamo la scelta di Di Lorenzo come centrale al fianco di Manolas, quando avrebbe potuto utilizzare Tonelli più adatto a quel ruolo ( sarà un caso ma l’ex empolese ha favorito la rete dell’Inter e della Lazio). Le considerazioni da farsi sono anche di altro spessore: forse era indispensabile recuperare sul mercato un attaccante di valore da affiancare a Milik, apparso, in più occasioni, troppo isolato tra le maglie sempre strette delle difese avversarie, non trovando sulle fasce due elementi in vena di dialogare con efficacia, da un lato Insigne, autore di una prestazione rassicurante contro la Lazio, ma assente da tempo immemore dal tabellino dei marcatori, e dall’altro versante con il Callejon sempre in fase calante, con sprazzi dell’esterno sempre più rari. A tutto ciò si abbina la strana, ma attendibile, involuzione di Lozano ( qualcuno abbozza anche a definire “pacco” l’acquisto del messicano ), abile con gli olandesi del PSV ( campionato molto al disotto della media europea ) e superlativo con la nazionale del proprio paese ( negli incontri con squadre di piccolo cabotaggio…), ed anche la “insipida” annata di Ruiz ( lento e estremamente amante del possesso palla ), di Koulibaly ( difficile affiatamento con Manolas, dovuto ad un ritiro estivo piuttosto risicato, condizionato anche da una estenuante Coppa d’Africa, tra l’altro persa dal Senegal in finale contro l’Algerai, tra l’altro con la sua assenza per squalifica…), di Ghoulam, causa la sua assenza per infortunio, poi per incomunicabilità con Ancelotti, ed ultimamente per un nuovo stop fisico, e per non essere da meno per i capricci societari ( De Laurentiis padre e figlio Edoardo ), incaponitisi con il ritiro, quando occorreva entrare negli spogliatoi, al termine della partita con il Salisburgo, giocata con ardore e determinazione, ma sfortunata nelle conclusioni, rivolgendo parole di encomio e non offensive, e decretando un ritorno alle proprie case e non insistendo con un ritiro, insignificante e improduttivo. Tutta la deconcentrazione che ha portato ad esonero, sconfitte, umiliazioni, ha questa matrice e nessuno potrà dimostrare il contrario. Al Gattuso si attribuisce il recupero, anche se parziale, del gioco, ma non una risalita in classifica, per cui l’obiettivo di centrare l’Europa, anche se non dalla porta principale ( Champion’s League), almeno da quella secondaria ( vittoria della Coppa Italia ), avendo già ricevuto dai pronostici la condanna all’eliminazione da parte del Barcellona, tra l’altro anch’essa alle prese con l’esonero del tecnico Valverde, alla luce dell’eliminazione della Supercoppa da parte dell’Atletico e del pari nel “Clasico”, affidando la guida  della squadra a Quique Setien, ex allenatore del Betis. Gli acquisti di Demme (lo si vedrà all’opera nella gara odierna di Coppa contro il Perugia) e Lobotka possono rafforzare la linea nevralgica della manovra, ma in attacco se Mertens ed Insigne non si daranno una sveglia, sarà improbabile muovere la classifica, ed i confronti imminenti con Fiorentina (quattro punti nelle ultime due gare di marca Iachini) e Juventus potrebbero rendere il futuro più plumbeo del cielo nuvoloso…. Ancelotti e Gattuso: come dividere le colpe del “flop” Napoli?

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