X
<
>

Condividi:
6 minuti per la lettura

GENOA – NAPOLI  1 – 2

GENOA: Perin 7, Goldaniga 6, Zapata 6, Masiello 5, Biraschi 5 (82′ Ghiglione 5), Cassata 6 (71′ Falque 5), Schone 6, Behrami 5 (64′ Lerager 5), Barreca 5, Pinamonti 6 (82′ Favilli 5), Sanabria 5 (71′ Pandev 6).A disposizione: Ichazo, Marchetti, Jagiello, Destro, Rovella, Soumaoro.All. Davide NICOLA 5

NAPOLI: Meret 6, Hysaj 7, Manolas 6,5 , Maksimovic 5,5 , Rui, Ruiz 7 (87′ Allan s.v.), Lobotka, Elmas 6 (82′ Zielinski 6), Politano 6,5 ( 64′ Lozano 7), Mertens 6,5 (64′ Milik 5,5) , Insigne 6,5 ( 82′ Younes 6).A disposizione: Ospina, Karnezis, Callejon, Luperto, Di Lorenzo, Ghoulam. All. Gennaro GATTUSO 6,5

Arbitro: Mariani di Aprilia 6 – Guardalinee: Baccini e Santoro – Quarto uomo: PiccininiVAR: Calvarese – Avar: PaganessiMarcatori: 45′ + 1′ Mertens (N) , 49′ Goldaniga (G), 66′ Lozano (N)Note: terreno in perfette condizioni, in una serata dalla temeperatura afosa. Ingresso in campo accompagnato dalle note delle musiche composte dal maestro Ennio Morricone, recentemente scomparso. Ammonito il solo Goldaniga (G). Calci d’angolo 8 a 6 per il Napoli. Recuperi: 3′ e 4′. 

GENOVA. Settantuno anni in tre, il centrocampo più giovane del campionato italiano, una delizia per i palati fini di chi ama godere lo spettacolo del calcio: ed è questa l’ultima idea di Gattuso, che con gli uomini della rosa che aveva a disposizione anche “Carletto” detto anche Re di Coppe, ha organizzato un complesso che, grazie anche alle cinque sostituzioni, può e deve, per ribadire quanto riportato in conferenza stampa, crescere nella mentalità, opportunamente vincente, ” …in quanto tecnicamente sono ad altissimi livelli, ed essendo giovani possono decisamente migliorare anche questo sotto aspetto”. Ruiz (24 anni), Lobotka (26 anni), Elmas (21 anni) hanno dimostrato sul terreno del Marassi, di avere nelle corde la tecnica giusta per lavorare in sintonia, di non temere avversari anche aggressivi, giostrando con rapidità e usufruendo di triangolazioni strette, con il compagno sempre libero da marcature, di arrivare in zona gol con una semplicità che stordisce.

Nessuno potrà negare che finalmente, ad Hamsik lasciato andare in Cina, ha trovato il regista che attendeva da tempo, lo slovacco Lobotka, consigliato a De Laurentiis proprio dall’ex capitano azzurro, collega di nazionale del calciatore che oggi sembra aver dimostrato, mettendo in evidenza la pazienza e la disciplina, caratteristiche di quel popolo, di essere proprio il metronomo di cui necessitava il Napoli: preciso nei passaggi, mai frettoloso nel liberarsi della sfera, sempre a testa alta con il pallone tra i piedi, abile ad aperture di gioco e, a differenza di Marek, molto più dinamico. Ruiz, dal canto suo, ha evidenziato che quando ha accanto a sé calciatori che lo supportino nei suoi repentini cambi di passo, ed a Genova, sia Hysaj che Politano hanno completato la catena di destra, lungo la quale il Genoa ha trovato la strada sbarrata, il suo contributo alla vittoria è stato determinante, sia con azioni da lui ideate, ostacolate in conclusione da un Perin, ancora una volta il migliore tra i grifoni, che con il lancio di oltre quaranta metri (66′) che ha messo in condizioni lo scattante Lozano di liberarsi di Goldaniga, fiondatosi alle spalle, e mettere alle spalle del pipelet rossoblu, il vantaggio con il quale gli azzurri hanno inanellato la settima vittoria negli ultimi otto confronti, enumerando quelli pre e post lockdown. Elmas, uno stantuffo, un peperino che con la velocità e l’abilità nei dribbling mette in conto il desiderio di trovare maggiore spazio in un centrocampo che in alcune gare non può fare a meno del suo contributo, sia in fase offensiva che di contenimento. E l’attacco ha riposato? Nient’affatto, il trio inedito, anche questo di fattura “Gattusiana”, ha fornito il suo apporto grazie all’inventiva, mai dimenticata, di Insigne, alla presenza tra i goleador dell’incontentabile Mertens, puntuale all’appuntamento sull’assist del napoletano “verace” per il napoletano “acquisito”, marciando al ritmo di una rete ogni due gare: nel primo dei tre minuti di recupero della prima frazione di gioco, i passaggi in orizzontale di Hysaj per Insigne, e da quest’ultimo per “Ciro Dries”, che con il suo piede destro, leggermente a giro, beffa Perin che riesce solo ad accarezzare la palla che si infila alla sua sinistra. Eppure il risultato, all’intervallo, è bugiardo, avendo contato occasioni su occasioni, ed anche una rete negata ad Elmas (7′) per un intervento del VAR, Calvarese, che richiamava l’attenzione di Mariani, a dire il vero, sempre presente nei paraggi dello svolgimento delle azioni, per segnalare un involontario fallo di mani di Manolas su una respinta di un difensore genoano in una mischia nell’area piccola del portiere. E, come accaduto a Bergamo, che ha significato una sconfitta, mal digerita dall’allenatore partenopeo ( la menziona in ogni occasione in cui parla ai microfoni dei media, ndr), l’inizio della ripresa è fallimentare per il Napoli che si fa recuperare il risultato sul primo corner battuto dai padroni di casa: è Schone dalla bandierina (48′) a lanciare in area un pallone su cui si avventa Goldaniga, mal contrastato da Maksimovic, non al livello delle ultime prestazioni, e la toccata di testa mette ko Meret.

La paura che la squadra possa accusare il colpo è evidente, al punto che nei primi dieci minuti, sembra che gli azzurri abbiano dimenticato negli spogliatoi la verve dei primi quarantacinque minuti. Le urla dalla panchina, anzi dall’unico uomo in piedi che indossa la divisa napoletana, si fanno sentire e , come il cane addomesticato risponde ai comandi del padrone, i calciatori partenopei rispondono “presente”: ricominciano a riprendere il pallino del gioco e non passano che pochi minuti (66′) per assistere al gioiello di Ruiz per un Lozano che sembra aver riacquistato le caratteristiche che lo hanno condotto, sotto una pioggia di denaro, alle false del Vesuvio, rigenerato, soprattutto,  dalla cura di “mazz e panell” dell’allenatore calabrese, che non lascia scampo a chi vuole lavorare come dice ed impone lui.LA CRONACA. Tra le azioni di maggior rilievo, (7′) cross al bacio per Politano da parte di Ruiz, e la conclusione del tornante viene respinta con il corpo dal portiere genoano, (12′) errore di Maksimovic in disimpegno, tiro cross di Pinamonti e Meret in tuffo si impossessa della sfera anticipando l’intervento di Sanabria  (15′) la girata al volo di Elmas , al centro dell’area di rigore, su imbeccata di Ruiz, ed intervento in tuffo di Perin che manda in angolo, (31′) altro intervento di Perin, questa volta per respingere una conclusione di Mertens, dopo azione elaborata da Politano ed Elmas, uno squillo del Genoa  (36′) per evidenziare che Meret timbra il cartellino della sua presenza, mandando sul palo il tiro di Cassata. Nella ripresa, poi, (69′) Rui confermando di attraversare un periodo eccellente di forma, oltre ad essere una spina nel fianco della retroguardia del Genoa, si lascia andare ad una conclusione dal limite, e nonostante miri al sette, Perin conferma di non voler accettare la sconfitta, andando a deviare in angolo la minaccia. E per concludere il Var lascia correre, è proprio il caso di esprimersi in tal modo, un fallo da ultimo uomo di Biraschi su Lozano lanciato a rete, ma non viene decretata né la punizione né la conseguente ammonizione/espulsione.L’obiettivo è di vincere le restanti sette partite, anche se la prossima è un amarcord per Gattuso, essendo ospiti del S. Paolo, i rossoneri milanisti, “anema e core” del barbuto tecnico, oggi amatissimo dai napoletani, ma come non sono esistiti sconti per i fedelissimi della sponda genovese rossoblu, gemellati da una vita con i partenopei, non dovranno esserci “saldi” domenica sera sotto i fari dell’impianto che ancora una volta resterà nel silenzio degli spalti. Messaggio 6 di 835

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE