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NAPOLI. Meno di settantadue ore dalla “rinfrescata” di giovedì sera, sia per la pioggia sia per gli avvicendamenti, obbligati, ma vincenti e sorridenti, e il Napoli si ripresenta al proprio pubblico, domenica pomeriggio certamente più numerosi, più rumorosi, più rinfrancati, più convinti delle qualità del gruppo che si è stretto nell’abbraccio finale con i tifosi, fornendo la garanzia che le riserve non sono tali e che possono non far rimpiangere gli assenti: qualcuno sarà disponibile, sarà il tecnico a stabilire se dare un ulteriore fiducia ai Petagna, Ounas, Malcuit e magari tracciare la strada del recupero pieno, dandogli spazio anche se limitato temporalmente, ad Insigne, Anguissa, e, udite udite, Lozano, che può paragonarsi ad Ercole, mai domo anche nei confronti della mala sorte che lo vede sconfitto e malandato nei contrasti fortuiti, ma non fallosi, con gli avversari: Il tecnico è stato eloquente nella tradizionale conferenza stampa, avvenuta, causa la squalifica, via etere, tramite la radio ufficiale del club: Condannato a vedere la partita dall’alto, impedito quindi di poter essere una guida da bordo campo ( è nota l’importanza della sua presenza a bordo campo, tra l’altro perennemente in piedi, con le sue smorfie significative ed esplicative per i suoi atleti ndr) ha chiarito il suo punto di vista al riguardo: “Stavolta lo dico con franchezza: sono un po’ deluso. Si fanno riunioni in cui si invoca al dialogo, alla collaborazione tra uomini di campo e istituzioni, poi basta una situazione come questa per capire che è difficile avere un confronto semplice e collaborativo. A fine partita, negli spogliatoti del Mapei Stadium, ammisi a tutti i media di aver avuto un comportamento poco opportuno in quel momento, anche se non credo così eccessivo da darmi due giornate. Non ho mai ricevuto due giornate di squalifiche in carriera, e la stessa conta oltre 500 panchine in Serie A, quasi immacolata dal punto di vista disciplinare, e, purtroppo, non è bastata per fare trasparenza. Probabilmente questa collaborazione tanto chiacchierata rimane una cosa difficile. Comunque accetto con il massimo rispetto la decisione, ma stavolta non posso nascondere la grande amarezza”.Ritornare al match contro gli inglesi è il motivo per riaffermare il principio delle qualità dell’intera rosa: “Quella radiografia dell’anima dice che ne esce fuori una squadra con un’anima kennediana. Ognuno si domanda cosa può fare per il Napoli, questa disponibilità che si è vista ci permette di esprimere il valore totale di questa rosa. Chi viene chiamato in causa riesce a fare del suo meglio. Attraverso questa competitività esibita si riesce ad acchiappare il meglio. Normale che sia così, colpisce che si confronti l’anima, ma è una cosa normale”.

Quando si usa il termine “squadra” per lei questo termine ha un significato particolare, fondamentale per il raggiungimento di risultati e, lo si spera, di traguardi: “C’è disponibilità da parte di tutti a dividersi i ruoli, a prendere in carico delle responsabilità che sarebbero di un altro durante la partita. Questa disponibilità a dividersi i minutaggi delle partite. Con le cinque sostituzioni diventa fondamentale essere titolari del primo tempo e titolari dell’ultima mezzora. Dopo lo sfiancamento dei compagni nella parte iniziale, nel finale di partita chi entra può dare il colpo di grazia. Ho dei ragazzi intelligenti, con i quali si può dialogare”.

Empoli, una città, la casa di sua madre, una società, trentanni addietro calciatore, negli anni successivi allenatore, insomma i sentimenti verso questo teritorio non sono pochi:“Empoli è ancora casa mia, ho casa lì e quando ho un po’ di tempo ci vado perché ho mia madre che mi aspetta a braccia aperte. Con Andreazzoli ho imparato tante cose, era mio collaboratore. Anche ora imparo moltissimo dai collaboratori perché loro hanno la possibilità di vedere le cose con occhi esterni, con maggiore rilassatezza nella valutazione delle situazioni. Di Aurelio (l’attuale tecnico della compagine toscana, per non confonderlo con il Presidente…ndr) ho apprezzato tutte le sue qualità quando l’ho portato con me a fare il collaboratore. L’ho potuto apprezzare a Roma, quando ci ho giocato contro. Basta vedere cosa fa l’Empoli per capire che è un allenatore capace, organizzato e che gestisce le situazioni con equilibrio”.

E’ un brutto cliente, anche alla luce del limitato riposo dei calciatori impegnati in Europa League: “L’errore più grande che possiamo fare è dire che, oltre ad essere favoriti nel pronostico, è una compagine di caratura inferiore: Considerare la partita con l’Empoli solo come la partita tra il Leicester e il Milan sarebbe pronunciare una sciocchezza enorme. Non corriamo il rischio di sottovalutare l’impegno perché basta vedere che calcio sta proponendo l’Empoli. Per riuscire a vincere questa partita dovremo esibire una prestazione top, al massimo delle nostre possibilità, altrimenti sarà dura. All’Empoli vanno fatti i complimenti per come gestisce questa squadra da più anni, per l’identità che ormai ha dato il presidente Corsi a questa società e per l’identità ben definita che la squadra ha in campo. Complimenti sinceri”.

Il dodicesimo uomo in campo, al Maradona lo è per davvero? ”Giovedì sera, la squadra stava dando tutto per la vittoria, i tifosi ci hanno dato la spinta per arrivare fino alla fine. I tifosi percepiscono questa totale dedizione per la maglia, ora si fidano e tolgono dunque ogni freno alla loro infinita passione per il Napoli. E’ un supporto che ha un peso determinante sui risultati. Con loro al nostro fianco siamo più forti, la nostra metà campo parte da metà campo fino alla punta della curva”.

Il Presidente ha espresso la gratitudine a lei, soprattutto per aver valorizzato l’intera rosa, riconoscendole il merito anche sulla conferma di calciatori che erano sul piede di partenza: “Ringrazio il Presidente per le belle parole. E’ un presidente che ha vissuto nel calcio, per cui se dice queste cose fa piacere. Mi mette quasi in difficoltà. Lui ha portato grandi allenatori e grandi giocatori al Napoli. Ma è impossibile fare paragoni diretti tra passato e presente. Le parole del presidente nei miei confronti spingono a lavorare duro nella stessa direzione. La giusta conta delle pecore però sarà a maggio, è lì che si farà la somma dei punti portati a casa”.

Non smettiamo, nemmeno in questa occasione, di tessere le lodi al trainer, al quale, oltre a confezionargli l’etichetta di napoletano integrato in tutto e per tutto, alla stregua di Ciro Mertens, gli consegniamo il patentino di comunicatore, perché sempre chiaro ed esplicito nelle sue dichiarazioni pre e post partita.

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