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NAPOLI. Non si contano gli striscioni, i manifesti, i messaggi sui social, gli improperi (nei rari momenti napoletani di ADL ndr) che hanno tempestato la quiete di questo uomo, accusato un pó di tutto, di voler solo guadagnare, di non vivere in città, di aver deciso di non trattenere il “cuore” del tifo, che si divideva tra Insigne, Mertens e Koulibaly: ci ha messo del tempo, ma è riuscito, almeno in questa fase, a zittire i critici, i dispensatori di cattiverie, di odio, di mancanza di amore verso questa maglia, invitandolo a indirizzare il suo interesse verso il capoluogo pugliese (tra l’altro il figlio Luigi sta dimostrando di avere grandi qualità con il Bari che gestisce con sagacia, al punto di sbancare Verona in Coppa Italia e attirando per la prima in casa, contro il Palermo, stasera, ben trentamila supporter ndr).

Grazie al lavoro incessante e di spessore, ora possiamo confermare, anche internazionale, di Giuntoli, sono arrivati alle falde del Vesuvio, Simeone, Ndombelé, Raspadori e mancano pochi dettagli per Navas. E se aggiungiamo che l’undici schierato al Bentegodi, nonostante l’avversario non rappresentasse un ostacolo insormontabile, ha entusiasmato, galvanizzando il popolo tifoso e non, e non solo ha vinto, ma ha strapazzato i gialloblu.

Ed ora tutti si chiedono come vorrà mettere in campo questi campioni, quelli già in palla (presenti dall’iniziale ritiro, come Kvara, e i confermati Lobotka, Zielinski ed Anguissa, trio di un centrocampo affiatato e di spessore tecnico e tattico ndr) e quelli che iniziano a respirare l’aria napoletana? Spalletti avrà il suo da fare, e la situazione che gli sorriderà sarà certamente la possibilità di variare schema di gioco anche durante la stessa gara: se nello scorso campionato, in fase di pronostico, si sottolineava la questione dell’ abbandono di Anguissa, Koulibaly ed Osimhen per la Coppa d’Africa di gennaio 2022, ora imperversano solo dubbi sull’allenatore, su come riuscirà a gestire lo spogliatoio, se opterà per il 4-3-3 nato per necessità e soddisfacendo soprattutto lui, oppure per il 4 2-3-1, indebolendo la linea centrale, ma rafforzando il trio di attacco a supporto del nigeriano.

La risposta del tecnico è scontata, “dipenderà dall’avversario, ma lasciatemi ragionare e riflettere in serenità, non chiedendomi risposte certe, ora che siamo in avvio di una delle tre competizioni in cui siamo impegnati e che daranno possibilità a tutti di esprimersi e di dare soddisfazioni a questo pubblico che merita di vincere e per ripagarli con la giusta moneta quel dispiacere che ha coinvolto tutti, me compreso.” Nessuno preferisce sbilanciarsi, ma, sotto sotto, tra tutti coloro di fede calcistica partenopea, regnano la strizzatina d’occhio ed il classico scongiuro” manuale”…..!

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