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NAPOLI. Le critiche giovano, il far ricredere Spalletti, dopo il pari interno contro una “debole”, appariva opera insidiosa, il riprendere l’entusiasmo che regnava tra i tifosi, dopo le travolgenti prime due vittorie consecutive, altra missione impegnativa, avendo all’orizzonte due scontri proibitivi, Lazio in trasferta e Liverpool al Maradona per l’avvio della Champion’s: le notti, quelle intercorse tra mercoledì e venerdì, non solo hanno portato consiglio, ma hanno cancellato soprattutto i dubbi sull’undici cui far disputare il match dell’Olimpico, gli autori delle partite vinte, Verona e Monza, accantonando le soluzioni alternative, se non per infortuni o per cambi dovuti a stanchezza, soprattutto a risultato positivo quasi acquisito.

La paura aveva attanagliato i tifosi, vedendo la squadra soccombere già dopo pochi minuti, non riuscire a proporre gioco, stentare a superare la metà campo, commettere errori anche per i passaggi più semplici, essere poco concentrati, poi d’improvviso, ad accendere la luce il guizzo di chi parla poco l’italiano, di chi non getta mai via la palla (tranne nel finale di partita quando un paio di volte ha lanciato la sfera in fallo laterale, non passando la al compagno di reparto ndr), di chi concede il bis sempre su angolo: Kim, il coreano, che con arguzia allontana la pressione di Luis Alberto e manda di testa, con elevazione degna di un attaccante esperto, il pallone a sbattere sul palo e poi a superare la linea bianca, di pochi millimetri, causa un intervento di Provedel (sempre “scienziato” contro il Napoli ndr) che riusciva ad allontanare la sfera, ma non ad evitare la rete. Dopo di lui, Kim, il Napoli si specchia nella bellezza del suo gioco, pressing alto e vincente, occupa grossa parte di campo, la linea centrale, il camerunense e lo slovacco, comanda il gioco, stoppa ogni iniziativa laziale, costruisce azioni grazie ad uno sfavillante Zielinski che si inserisce nello spazio tra centrocampo e Osimhen, e le conclusioni si moltiplicano, il portiere biancoceleste si oppone al tentativo preciso del polacco che di testa indirizza nell’angolo o, su cross vellutato e preciso del giorgiano, quest’ultimo anticipato, una prima volta dall’estremo difensore avversario, una seconda volta peccando di precisione in tocco al vo, di piatto, su assist delizioso di Zielinski.

É anche vero che anche i legni si sono resi nemici dei partenopei, nel primo tempo, non regalando a Kvara la gioia di una marcatura che avrebbe avuto del sensazionale, pur rimanendo tale, il movimento di gambe del calciatore, capace di saltare prima un uomo, e, lasciandone cadere altri due, girandosi su se stesso, per poi calciare con potenza, ma infrangendosi, il tiro di destro, sul palo pieno, a portiere immobile; mentre nella ripresa su colpo di testa del nigeriano, preciso ed angolato, a salvare la porta dei padroni di casa, sempre il montante ad aiutare Provedel. L’applauso, convinto e rassicurante, deve essere tributato a tutti, anche a Spalletti che non manca di lasciare ancora margini di crescita a Kvara, al quale attribuisce la necessità di avere maggiore convinzione, e alla squadra di commettere delle banalità, intese come palle perse soprattutto in fase di costruzione: si è però lasciato andare, suscitando ilarità, a due aneddoti riguardante i nuovi, al coreano che, dopo i primi allenamenti, nello spogliatoio, nel mentre si cambiava, sentirlo pronunciare, fra sé e sé, in italiano, “sali, ferma, attacca” per capire qui movimenti dover fare in campo, e sulla riservatezza del giorgiano, la sicurezza che mostra quando è a tavola, dove si fa rispettare.


Ultima nota, positiva, per Meret, che, e lo si è sempre notato, non nasconde di essere timido, ma, nello stesso tempo, è un giovane che si è lasciato scorrere addosso critiche, la poca sopportabilità del pubblico, la poca considerazione della società ( non risulta ancora firmato il contratto, in attesa di Navas sì, Navas no ndr), e che quando compie il suo dovere, parando con classe e sicurezza, non si lascia mai andare a gesti inconsulti fuori dalle righe, o a manifestazioni di eccessivo entusiasmo. Bravo Alex, mèriti stima ed incoraggiamento. Ad maiora!

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