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Incidente sul lavoro

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Tragedia sul lavoro, lavorava in nero Alessandro Panarello, l’operaio 21enne morto schiacciato da una lastra d’acciaio a Scafari. La famiglia: «sporgeremo querela».


SCAFATI (SALERNO)– «Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Sporgeremo querela contro il datore di lavoro». Fanno sapere tramite il loro legale i famigliari di Alessandro Panarello. È lui l’ennesima vittima dei morti sul lavoro. Tragedia è avvenuta nel pomeriggio di ieri, 17 maggio 2024, a Scafati, in provincia di Salerno, dove 21 enne ha perso la vita in un incidente sul lavoro.

Alessandro Panariello era originario di Poggiomarino e lavorava in nero. Il ragazzo era impegnato in un cantiere per la ristrutturazione di un palazzo in Via Pietro Melchiade. Secondo le prime ricostruzioni è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. A denunciarlo sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo, che assistono la famiglia del giovane lavoratore.
«L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale». Il 21enne, orfano del papà deceduto qualche anno, aiutava economicamente l’intera famiglia.
«Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati la madre Flora, il compagno di quest’ultima e Annachiara, fidanzata della vittima- ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta. La nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restituirci il nostro Alessandro».

L’AVVOCATO DELL’OPERAIO MORTO: «NON C’È LA CULTURA DELLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO»

L’ultimo morto sul lavoro in Campania si è registrato soltanto giovedì mattina, 16 maggio 2024. Un operaio di 62 anni ha perso la vita a Cancello ed Arnone rimanendo incastrato nell’impastatrice del cemento.
«Queste morti – dice l’avvocato Caracciolo difensore della famiglia dell’operaio morto sul lavoro a Scafari- accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante».

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