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Lucio Dalla

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Occhialini, basco, barba, strani versi, clarinetto, piano. Lucio Dalla c’è sempre stato, uno di noi, una presenza costante nelle nostre vite, un’icona del nostro immaginario collettivo. Il poeta semplice che sapeva tratteggiare toccanti affreschi popolari con le sue canzoni politiche ma anche capace di emozionarci con struggenti ballate crepuscolari.

Prolifico musicista come pochi ha abbracciato numerose generazioni e, così come altri artisti tra gli anni 70 e 80, è riuscito a superare i limiti dello stagnante panorama musicale della canzonetta, marcando il ritmo interno della sua musica con indimenticabili metafore tra ironia e nostalgica amarezza.

“La notte ha il suo profumo e puoi cascarci dentro, che non ti vede nessuno. Ma per uno come me, poveretto, che voleva prenderti per mano…”.

Il cinema non ha potuto fare a meno della sua musica. Verdone lo volle a tutti i costi in uno dei suoi film cult, Borotalco. Dopo aver visto un concerto di Dalla e gli Stadio, gli propose di occuparsi della colonna sonora del film, ma lui sovraccarico di lavoro non se la sentì di prendere quell’impegno. Così finì per offrire alcuni brani del suo repertorio, come L’ultima luna e Cara.

Verdone racconta che, la sera prima dell’uscita del film, Dalla s’infuriò: sulla locandina il suo nome era scritto a caratteri cubitali, come se il film l’avesse girato lui: “Poi Lucio andò a vederlo a Bologna, non c’era posto in sala e si sdraiò per terra – dice Verdone – Alla fine ci fu un grande applauso e capì che il film era un reale omaggio a lui, alla sua musica e a quella degli Stadio. Mi chiamò il giorno dopo e mi ringraziò”.

L’unico ad aver saputo combinare la scrittura cantautoriale con la potenza del rock e di tante altre contaminazioni, prime tra tutte sorprendenti divagazioni jazz. Raccontare l’uomo, il musicista, il poeta ora tocca a Pietro Marcello (il regista di Martin Eden) con Per Lucio, il docufilm che rappresenterà l’Italia alla Berlinale in programma questa settimana (online dall’1 al 5 marzo) e successivamente in sala e all’aperto (dal 9 al 20 giugno, Berlinale Summer Special).

Nessun film italiano è in concorso ufficiale per l’Orso d’Oro e questo di Pietro Marcello – prodotto da IBC Movie con Rai Cinema e Avventurosa (con il sostegno della Regione Emilia-Romagna) – sarà una delle nostre poche proposte in cartellone.

“Questo film non è il ritratto puntuale di un famoso cantante e nemmeno la sua celebrazione – commenta Marcello – Sarà un’evocazione attraverso la voce di qualcuno che lo ha conosciuto dapprima come uomo, amico, e poi artista al servizio della poesia”.

A raccontare Dalla saranno il manager fidato Tobia e il suo amico d’infanzia Stefano Bonaga. Un ritratto d’autore, con la cifra artistica di un documentarista tra i più talentuosi, Pietro Marcello. Un film che attinge al vastissimo repertorio di materiali pubblici. Un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario poetico e irriverente del cantautore bolognese. Tra biografia e storia, suggestioni e realtà.

I testi e le canzoni di Dalla saranno l’occasione per rileggere un’Italia sotterranea e dai netti chiaroscuri. Una libera narrazione in cui immergersi e percorrere le tappe salienti della nostra storia recente, dai tragici eventi del periodo post bellico alla rinascita del boom economico.

L’Italia degli ultimi e dei rifiutati che tanto amava raccontare nelle sue canzoni Lucio. Ci lega a Dalla anche quella meravigliosa sigla in “skat”, LunediFilm, che annunciava il film di Rai Uno e che ha ispirato il titolo di questo settimanale.


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