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Antonio Albanese e Paola Cortellesi in due scene del “Gatto”, diretto da Riccardo Milani

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C’è grande attesa per il sequel della fortunata commedia “Come un gatto in tangenziale”, in arrivo il 26 agosto a sancire – Green Pass permettendo – il ritorno ad una florida stagione di cinema in sala. Il secondo episodio di Come un Gatto in Tangenziale ovvero Ritorno a Coccia di Morto, sempre diretto da Riccardo Milani con le star Paola Cortellesi e Antonio Albanese, è stato anticipato, poche sere fa, da un incontro sold out al Cine Village Talenti, a Roma. I protagonisti si sono concessi al pubblico svelando scene inedite e raccontando meravigliosi aneddoti e particolari. Una commedia, lo ricordiamo, che ha collezionato premi e box office, con oltre 10 milioni di euro d’incasso due anni fa.

Il film (in anteprima nazionale solo il 14 e 15 agosto) è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.

E così l’estate ci riporta a Coccia di Morto, la spiaggia emblema del contrasto tra i due mondi da cui provengono Monica e Giovanni. La loro storia d’amore, come pittorescamente profetizzato dal titolo lanciato nel 2017, è durata proprio “Come un gatto in Tangenziale”: pochissimo. Ma dopo tre anni Monica, finita in carcere a causa di un altro furto delle immancabili gemelle, chiede aiuto a Giovanni, impegnato sia con Camilla (Sarah Felberbaum) sia in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Scatterà di nuovo la scintilla tra Monica e Giovanni? Cosa succederà stavolta? Un escamotage porterà Monica nella parrocchia di Don Davide (il “molto pio” Luca Argentero).

Tra guai, risate e colpi di scena, il clou si svolgerà proprio sulla famigerata spiaggia di Coccia di Morto. Qui, riuniti tutti, inclusi Sergio (Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e i due ragazzi Agnese (Alice Maselli) ed Alessio (Simone de Bianchi), figli rispettivamente dei due protagonisti, succederà l’impensabile. Nel cast, insieme alla strepitosa coppia Paola Cortellesi-Antonio Albanese (entrambi Globo d’Oro della stampa estera per il primo capitolo), tornano Sonia Bergamasco e Claudio Amendola e, ancora, la giornalista Franca Leosini. A loro si aggiungono le altre star del cinema italiano Luca Argentero e Sarah Felberbaum.

Proprio a proposito delle new entry del cast, Paola Cortellesi, durante l’evento di presentazione del trailer, ha dichiarato: «Luca è stato bravissimo come sempre in questo film. Lui e Sarah sono dei grandi acquisti e interpretano due personaggi molto forti e fondamentali nella narrazione per raccontare lo stato delle cose nella nostra società, non posso anticiparvi altro».

Poi scatta l’ovazione per l’attore Antonio Albanese che scende dal palco per attraversare le file del pubblico ed esternare la felicità di essere di nuovo circondato dall’affetto dei fan dopo tanti mesi di chiusure forzate. Graditissimo il fuori programma che viene salutato con applausi scroscianti mentre tutto si svolge nel rispetto delle misure anti-virus.

Innegabile quanto il pubblico aspetti “Il Gatto 2”, un film che mostra l’attrazione e i contrasti tra l’intellettuale radical chic Giovanni (Albanese) che vive nel centro storico di Roma, incarnando il profeta dell’integrazione sociale, e Monica (Cortellesi), ex cassiera ricoperta di tatuaggi che abita in estrema periferia.

Così la spiritosa commedia sulle differenze di classe sociale ci rituffa nella periferia romana di Bastogi, dove ad accoglierci c’è sempre la verace rilettura dei versi dell’Inferno di Dante “Lassate ogni speranza voi k’entrate”. Qui l’ironia è l’antidoto alle amarezze della vita, specie quando le cose non funzionano. Nelle intenzioni del regista Milani c’è proprio la volontà di regalare al grande pubblico un ritorno alla stagione della grande commedia all’italiana, per offrire spensieratezza e riconquistare il grande cinema popolare di monicelliana memoria (o il Dino Risi del Sorpasso e Poveri ma belli).

Nell’attesa dell’anteprima, i protagonisti hanno dato qualche anticipazione ad alto tasso di spoiler. «Siamo tutti particolarmente orgogliosi de “Il Gatto 2” – dice il regista – Lavorare al primo è stato bello, meraviglioso lavorare al secondo. Quando si fa un’operazione di questo tipo la motivazione deve essere prima di tutto per chi lo fa il film, per chi lo scrive, per chi lo dirige e per gli attori. L’operazione è quella di cercare la storia e la motivazione narrativa importante. Ce l’avevamo perché il Paese ce l’ha data, perché questa Italia vive ancora la spaccatura profonda tra due classi sociali che sono rappresentate da Monica e Giovanni, e quindi su questo abbiamo costruito il nostro impianto di racconto».

Alla Cortellesi, impossibile non domandare se Monica continua “a capisse solo lei”. «Molto spesso si, il mio personaggio ha a che fare con Giovanni che è un uomo molto ragionevole ma lei non lo è, quindi ogni tanto, come si dice nel nostro francese “sbrocca” e si capisce solo lei perché ha i suoi momenti rabbiosi, necessari per il personaggio, lei è “una che spacca…” pure con la mazza da baseball, perché è de core e quindi si esprime così, con il tormentone “me so’ capita da sola”. Per fare Monica stavolta sono dovuta salire sopra il monopattino con i tacchi alti, quindi ogni film mi gioco una caviglia, ma poi si sistema».

«L’abbigliamento di Monica è molto interessante – commenta Albanese – è arte contemporanea: avanguardia pura! Giovanni conferma anche in questo secondo film di amare l’energia di questa donna vera, confermando la passione, c’è una continuità che porterà anche ad un bacio intenso. Dovete capire che per me baciare Paola è stato meraviglioso perché il regista è il marito, è particolare la cosa perché al ciak, dallo sguardo, ho capito subito che doveva essere buona la prima». Sulle gemelle Alessandra e Valentina Giudicessa, che tornano nei panni di Pamela e Sue Ellen, ci sono versioni contrastanti: «Sono più la croce che la delizia della sorella» dice la Cortellesi.

Albanese invece si lascia scappare che lui sarà coinvolto in una scena molto particolare: dormirà con loro una nottata scomoda, in “una scena a tre”. «Ci tengo a dire che lo sviluppo di questo secondo film è bello – dice Albanese – sono passati gli anni e c’è anche la crescita, lo sviluppo nel tempo dei personaggi, come per i figli nel film o le zie, lo vedo molto interessante perché c’è la combinazione giusta, come sa fare la commedia che racconta il nostro tempo. E poi il regista ci ha lasciato anche spazio all’improvvisazione, come, con la scena dell’upupa a Capalbio».


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