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Il ministro Gennaro Sangiuliano

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Il Ministro Sangiuliano: «L’Italia cresce più di Francia e Germania non potrà mai crescere come merita se il Sud non riassume un ruolo socio-economico importante»

«Diceva un grande papa che alle grandi cose si arriva mettendo in fila tante piccole cose insieme» sostiene Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura e padrone di casa della presentazione della Carta di Napoli e della seconda edizione del festival Euromed.

Non ha dubbi, il titolare del dicastero della Cultura, della forza dell’iniziativa. Non a caso ha messo a disposizione la sede del ministero perché «questo ministero è la casa di tutti gli italiani, noi siamo aperti a ogni proposta e la valutiamo con la dovuta attenzione che merita». A maggior ragione, verrebbe da dire, se la proposta ha come oggetto il Mezzogiorno d’Italia, territorio caro a Sangiuliano, che è natio di Napoli ed è anche uno studioso del sud.

Non c’è solo affetto nelle parole di Sangiuliano, che fa sapere di aver «condiviso lo spirito di mettere al centro il Mediterraneo. Chi mi conosce sa che io amo la storia, che c’è stata un’epoca in cui il bacino del Mediterraneo è stato la culla della civiltà globale. Poi, va da sé, con la scoperta dell’America, l’asse geopolitico si è spostato verso l’Atlantico e oggi sembra dirigersi verso l’Oriente».

Alla conferenza partecipano, oltre al direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano, anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e l’ex ministro Patrizio Bianchi, oggi presidente dell’Advisory board di Feuromed. Dal tavolo parte un coro unanime che mette al centro il cambio di narrazione sul sud, cui segue una programmazione e pianificazione nel medio e lungo periodo. E, va da sé, il capitale umano come leva strategica dello sviluppo. Senza dimenticare di ridimensionare le differenze fra le diverse aree Ue, di mettere insieme il capitale umano, immateriale e strategico.

Ma è chiaro che la presenza di Sangiuliano rafforza la bontà dell’iniziativa. Il ministro insiste: «Il Mediterraneo resta la culla della nostra memoria». Ragion per cui l’Italia «non potrà mai crescere come merita se il Mezzogiorno non riassume un ruolo socio-economico importante nella crescita della nazione».

Segue una riflessione sull’attuale contesto socio-economico. «Stiamo vivendo in questi mesi un momento favorevole dal punto di vista economico: l’Italia cresce più di Francia e Germania, e lo dimostrano anche i dati dell’occupazione e dello spread, un tempo evocato dal giornalismo come metro di misura del governo, che ora è ai livelli migliori degli ultimi anni, ma nessuno lo scrive più. Questo è un governo che fa le cose». Ed è un Esecutivo, quello di Giorgia Meloni, che ha messo al centro dell’agenda proprio il sud e il Mediterraneo.

«L’Italia senza sud non è Italia» ribadisce Sangiuliano, dettando in fondo il titolo della giornata. D’altro canto, basta guardare la carta geografica «per vedere quanto siamo centrali. Quando dico che l’Italia è una superpotenza culturale non faccio riferimento a un’espressione di volontà di potenza ottocentesca, ma faccio riferimento alla peculiarità storica della nostra penisola: la sovrapposizione di civiltà importanti che si sono succedute sullo scenario della storia, ciascuna delle quali ha lasciato qualcosa che oggi è un valore». E ancora: «Se dico che l’Italia è una potenza culturale lo dico perché c’è una sovrapposizione di lasciti della storia che la rende tale».

Non c’è solo la storia a rendere tutto più semplice. C’è un contesto socio-economico più che favorevole: «Non solo i dati dell’occupazione sono abbastanza confortanti, ma oggi lo spread è a uno dei livelli più bassi degli ultimi anni perché c’è un governo che lavora, che fa concretamente le cose. Per esempio, con il sindaco di Napoli stiamo lavorando fattivamente al progetto dell’albergo dei poveri per 148 milioni di euro».

Inoltre, non bisogna dimenticare il cosiddetto piano Mattei su cui la premier Meloni e tutto l’Esecutivo battono i tasti dall’inizio del mandato. «Bene ha fatto Meloni a rilanciare il piano Mattei che porta il nome di un grande protagonista di una felice stagione economica dell’Italia. Bene ha fatto Meloni perché l’Africa è anche un’opportunità per il mondo intero. Bisogna dialogare con l’Africa, assumere un ruolo importante all’interno del Mediterraneo, ma affermando i valori dell’Occidente, e dunque bisogna chiedere il rispetto dei valori fondanti che sono i diritti umani e i diritti individuali».

Scivolano via i dieci minuti di intervento di Sangiuliano. E rimbombano nella sala le parole che più sono state apprezzate: «L’Italia non è Italia senza sud». Tutto questo risulta essere di buon auspicio per un territorio, quello del Mezzogiorno, spesso dimenticato, e che allo stesso tempo si mostra preoccupato di fronte alla riforma dell’autonomia differenziata, caldeggiata dalla Lega di Matteo Salvini.

Sia come sia, in questo contesto ma a margine, Sangiuliano fa anche una battuta sull’esame di maturità che è iniziato ieri. «Chabod è stato un grande storico, soprattutto l’autore di quel libro, edito da Laterza e che consiglio di leggere, “L’idea di Nazione”. Nel libro ci spiega il valore e la peculiarità storica della nazione: dire senso di nazionalità significa dire senso di individualità storica, si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità» dice il ministro citando le parole dello storico.

E, sempre in merito alla prima prova della maturità: «L’altro autore che ritengo importante è Oriana Fallaci soprattutto perché, essendo un giornalista, ne ho apprezzato il coraggio: il grande coraggio nel perseguire con coerenza le sue idee. Del resto, nella mia biografia su Prezzolini riporto passaggi importanti del carteggio tra Prezzolini e Fallaci».


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