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Pier Silvio Berlusconi

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Da capire la ripartizione delle quote tra i 5 figli di Berlusconi ma intanto la speculazione in borsa scommette sullo spezzatino di Fininvest

LA SPECULAZIONE IN BORSA PUNTA SULLO SPEZZATINO FININVEST

Restano sotto i riflettori i titoli della scuderia dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Mfe con la categoria A sul +13,4%, e la B a +7,4%. Il mercato continua a ragionare sul futuro di Fininvest, la cassaforte controllata dall’imprenditore attraverso le holding personali e partecipata da tutti e cinque i figli: è da capire quali saranno i rapporti di forza con la successione e, quindi, come potrebbero confermarsi o cambiare le strategie di famiglia. Tra le partecipazioni (le altre quotate sono Banca Mediolanum e Mondadori), MediaForEurope, guidata da Pier Silvio Berlusconi, è considerata dagli operatori quella con maggiore appeal per un riassetto.

LE QUOTE EREDITARIE

Equita ricorda che Fininvest possiede il 41,5% delle azioni Mfe (35,1% delle azioni A e il 50,5% delle azioni B) e, grazie al voto multiplo e alle azioni proprie in Mfe, ha circa il 50% dei diritti di voto. Il secondo azionista è Vivendi, holding di proprietà di Vincent Bolloreè, con una quota del 19,8% delle azioni e il 23,6% dei diritti di voto.

Un comunicato stampa di Fininvest ha sottolineato che le attività proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto. Per quanto riguarda la successione, nel caso il 61,2% di Fininvest posseduto da Silvio Berlusconi venga ripartito fra i cinque figli, il passaggio del controllo di Fininvest passerebbe a Barbara, Eleonora e Luigi, che attualmente controllano il 21,42%, piuttosto che a Marina e Piersilvio che controllano ciascuno il 7,65%.

La legge ereditaria stabilisce però che 1/3 dell’eredità potrebbe essere assegnato liberamente per via testamentaria. In questo caso il controllo di Fininvest potrebbe anche passare a Marina e Piersilvio, con Barbara, Eleonora e Luigi fermi al 45% circa della società. Indiscrezioni di stampa riportano che un vecchio accordo siglato al momento della separazione con Veronica Lario stabilirebbe che il controllo della Fininvest passi a Marina e Pier Silvio (entrambi operativi in Mondadori e Mfe), mentre gli altri figli sarebbero stati compensati con liquidità.

Equita riporta anche altre indiscrezioni di gruppi potenzialmente interessati a Mfe, come Discovery, mentre Vivendi sarebbe disposta ad accettare un’offerta sulla rete Tim a valori inferiori a quelli richiesti in cambio di un via libera da parte del governo a salire ancora in Mfe.

IL RUOLO DEL GOVERNO

Il governo Meloni sarebbe più intenzionato a ridimensionare il ruolo di Vivendi in Italia piuttosto che farlo crescere, magari con l’acquisto di Mediaset. «Riteniamo – dice Equita – che sarà importante verificare i nuovi assetti in Fininvest e, nel caso di un cambio di controllo, rimane sempre il tema del Golden Power da parte del governo. Riteniamo inoltre che potrebbe accelerare il dossier Rai Way – Ei Towers, che permetterebbe di meglio valorizzare Ei Towers in Mfe».

Infine, dice Equita, «continuiamo a ritenere che debba ridursi lo sconto fra le azioni A e B del gruppo, considerando che avrebbero lo stesso trattamento in caso di cambio di controllo».

Gli analisti di Intermonte si concentrano anche sui dati Nielsen, usciti ieri, che mostrano come in Italia, nel mesi di aprile, i ricavi pubblicitari della tv siano cresciuti dello 0,3%. La raccolta dei canali Mediaset è cresciuta dello 0,1% anno su anno, in linea con il mercato.

«Da un punto di vista strategico e operativo ci aspettiamo che il gruppo, dopo la morte del fondatore, prosegua in continuità», dice Intermonte, mentre sul fronte della pubblicità di aprile «il dato è positivo e conferma la buona tenuta dei ricavi, pur in un contesto macro piuttosto incerto».


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