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Christine Lagarde

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La stretta record potrebbe forse concludersi, anche se le porte per nuovi rialzi del tassi restano ben aperte: Lagarde (BCE) ci tiene a far sapere che le prossime scelte dipenderanno dai dati

Alla fine hanno vinto i falchi. Ma le colombe non hanno perso. Un gioco di equilibrismo di cui le istituzioni europee sono ormai diventate imbattibili. Viste le polemiche esplose in Italia dopo l’annuncio. Come atteso, la Bce ha deciso il decimo rialzo consecutivo dei tassi. Saliranno ancora dello 0,25% raggiungendo il 4,5% che rappresenta il top da quando c’è l’euro.

LA REAZIONE DEI MERCATI

I mercati sono convinti che questo sia l’ultima stretta chiudendo con rialzi diffusi La migliore Londra, salita dell’1,95%. Milano ha guadagnato l’1,37%, Madrid l’1,29%, Parigi l’1,19% e Francoforte lo 0,97%. In conferenza stampa Christine Lagarde non si è sbilanciata

“La decisione è stata presa con una solida maggioranza” ha spiegato, segno che le colombe hanno cercato di far sentire la loro voce. La stretta potrebbe forse concludersi, anche se le porte per nuovi rialzi restano ben aperte. A questo proposito Lagarde ci tiene a far sapere che le prossime scelte dipenderanno dai dati.

BCE, TASSI BANCARI RECORD: I RIFLESSI SUI MUTUI

I riflessi sui mutui del nuovo aumento non tarderanno a farsi sentire. Secondo la simulazione di Facile.it e Mutui.it il costo della rata su un finanziamento medio (126 mila euro da restituire in 25 anni) potrebbe sfiorare i 760 euro, vale a dire il 66% in più rispetto all’inizio del 2022.

Il messaggio della Bce segnala il raggiungimento di un difficile compromesso tra falchi e colombe a scapito, come già in altre occasione, della chiarezza: “Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse hanno raggiunto un livello che, mantenuto per una durata sufficientemente lunga, darà un notevole contributo a un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo”, spiega il comunicato emesso subito dopo la riunione. Le colombe un risultato lo hanno ottenuto. La Bce non interromperà il sostegno monetario ai Paesi più indebitati. Il reinvestimento delle cedole in scadenza proseguirà per tutto il 2024 alleggerendo la pressione sul debito.

Anche questa per i mercati è una notizia molto positiva. Non è un impegno, però, a tenere i tassi fermi. Il “notevole contributo” non significa che saranno sufficienti e infatti il comunicato sottolinea che “le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi Bce saranno fissati a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario”. Il Consiglio direttivo “continuerà a seguire – aggiunge la nota – un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della stretta. In particolare – continua – le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione”, alla luce dei prossimi dati.

TASSI BANCARI RECORD: L’OBIETTIVO DELLA BCE

L’unica cosa certa è che la Banca centrale europea ha un unico obiettivo “la stabilità dei prezzi” e vuole soddisfarlo “tempestivamente”. “Con la decisione di oggi”, osserva Lagarde, “i tassi hanno raggiunto un livello tale da poter dare un sostanziale contributo, se mantenuti abbastanza a lungo su questo livello, al ritorno dell’inflazione all’obiettivo” del 2%. Tuttavia, aggiunge, “non è detto che abbiamo raggiunto il picco. Il focus si sposta più sulla durata della stretta, ma ogni volta condurremo la nostra valutazione sulla base dei dati, delle analisi e delle proiezioni del nostro staff”.

La decisione trova il suo motivo principale nelle nuove proiezioni sull’andamento dell’inflazione, ora prevista al 5,6% (medio) per il 2023 e al 3,2% nel 2024, due stime riviste al rialzo rispetto alle proiezioni di giugno (rispettivamente 5,4% e 3%). Per il 2025, la Bce si aspetta invece un’inflazione più bassa: 2,1%, in linea quindi con l’obiettivo, dal 2,2% indicato a giugno. La Bce ritiene comunque che l’inflazione resterà a livelli “troppo alti, troppo a lungo”: è quindi possibile che questa rotta di ritorno al target non sia considerata sufficiente.

“L’economia dell’Eurozona resterà probabilmente debole nei prossimi mesi. I segnali del terzo trimestre indicano un trimestre debole e i rischi per la crescita sono orientati al ribasso”, spiega la numero uno della Bce Inoltre, aggiunge, la ripresa attesa per la seconda metà del 2023 è ora spostata al 2024 per effetto dell’impatto prolungato della prima metà dell’anno. “La dinamica del credito si è ulteriormente indebolita”, prosegue, mentre “il mercato del lavoro dell’Eurozona resta resiliente, nonostante la debolezza dell’economia”.


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