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Sono al sud le imprese che sfidano e convincono il mercato. Le eccellenze della manifattura “controvento” sono il 6,5% del totale e generano il 9,4% dei ricavi (101,3 miliardi)


C’è una “flotta” di imprese di eccellenza tra quella della manifattura italiana capaci di navigare “controvento”, di crescere. Cioè, nonostante uno scenario agitato de tensioni geopolitiche che non accennano ad allentarsi e competere in un mercato complesso e incerto. Si è rafforzata negli anni, registrando performance migliori di quelle segnate dal manifatturiero tricolore, facendo anche da traino alle altre imprese. E nel gruppo di eccellenza le imprese del Mezzogiorno si sono fatte progressivamente spazio. Mostrando una maggiore propensione a navigare “controvento” rispetto al resto del Paese. I numeri dell’Osservatorio “Controvento: le aziende che guidano il Paese”, curato da Nomisma, in collaborazione con Crif e Cribis, tracciano “l’identikit” delle imprese dell’industria italiana che hanno saputo navigare controcorrente. Superando gli ostacoli del mercato, raggiungendo livelli di ricavi, margini e valore aggiunto tali da meritare l’etichetta di “campione”.
L’analisi aggregata sui bilanci del 2022 – gli ultimi disponibili – ne stabilisce il peso sul settore: sono il 6,5% e generano il 9,4% dei ricavi – per un valore di 101,3 miliardi -, il 21,1 dell’EBITDA e il 14,2% del valore aggiunto della manifattura nazionale. Negli ultimi 5 anni la loro quota oscilla tra il 6,5 e il 7,2%, con un ricambio annuo del 50%.

La classe dimensionale non sembra avere un particolare incidenza sulla marginalità, si rileva nel rapporto, sottolineando che negli ultimi 5 anni le performance più positive riguardano maggiormente le micro e piccole imprese, con un EBITDA in crescita rispettivamente del +295% e del +234.
I ricavi realizzati tra il 2017 e il 2022 misurano la diversa capacità competitiva dei due gruppi di aziende, “controvento” e non. Per le prime sono cresciuti del 96%, del 39% per le altre. Sono sempre di più le imprese meridionali capaci di navigare controcorrente. Anche se il Nord Est si conferma più “ospitale”, segnando il maggior numero di imprese d’eccellenza, con il Veneto da cinque anni presenza costante nella “rosa”, sia per consistenza della “flotta”, sia per i ricavi prodotti. Se si considera il fatturato, oltre il Veneto, anche l’Emilia Romagna e la Campania hanno mantenuto un posto fisso nel report nell’ultimo lustro. Non vi sono mai entrate Toscana, Lazio, Piemonte, Liguria, Abruzzo e Valle d’Aosta.
Tra il 2018 e il 2022 il Mezzogiorno ha visto crescere la propria rappresentanza. La quota delle imprese “controvento” è passata dal 10 al 15% del totale. E nello stesso arco temporale è aumentata anche l’incidenza del Sud sui ricavi, dal 5 al 7%.

Nel report si evidenzia anche una maggiore propensione delle imprese meridionali a viaggiare controcorrente rispetto al resto del Paese. Se a livello nazionale solo il 6,5% delle aziende manifatturiere italiane è riuscito a superare le soglie di sbarramento per entrare nel gruppo Controvento, considerando solo le imprese meridionali la quota sale al 7,1%. “Nella lettura longitudinale dei cinque anni durante i quali Nomisma ha prodotto l’analisi, si impongono come regioni Controvento quelle del Nord-Est. Ma negli ultimi tre anni anche le regioni meridionali stanno guadagnando terreno, proponendosi come potenziale elemento di stimolo per lo sviluppo dei territori”, ha affermato ha affermato Lucio Poma, Capo Economista di Nomisma.
In termini assoluti, però, il peso del Mezzogiorno resta ancora modesto se rapportato al contesto nazionale. Al Sud fanno da traino il settore metallifero e agroalimentare.
A livello nazionale – considerando numero di imprese, EBITDA, ricavi e valore aggiunto – spiccano la cosmetica, la metallurgia e il metallo, il legno e il sughero, la carta. In termini di soli ricavi hanno sempre fatto parte della squadra “controvento” il packaging, la cosmetica, i minerali non metalliferi e il metallo. Sempre fuori dal gruppo delle aziende con performance sopra la media sono rimasti il settore dell’alimentare, delle apparecchiature elettriche e della stampa.
Il gruppo delle “Debuttanti” è il più numeroso, confermando il forte ricambio già evidenziato. E pesa per il 54%. Per il 37% quelle delle “Veterane”, presenti almeno in un’altra occasione in Controvento. Per il 6% le “Super-Veterane” e per il 3% le imprese “Star”, ovvero quelle da sempre state presenti in Controvento.

“La manifattura italiana ha visto una grande crescita nel suo complesso. Ciononostante, – ha sottolineato Poma – le imprese Controvento sono riuscite a produrre performance ben oltre la media. Complessivamente il gruppo Controvento si sta sempre più strutturando e rafforzando nel tempo. Questo aumenta il divario in termini di performance rispetto alle non-controvento. Anche se lungo le filiere si è verificato un effetto traino messo in luce dalle crescenti performance delle piccole imprese controvento”.
“Premiamo le eccellenze del settore manifatturiero italiano e confermiamo il nostro impegno al fianco di tutte quelle realtà che ogni giorno affrontano le criticità suggerite dall’attuale scenario economico – ha detto Marco Preti, amministratore delegato di Cribis e direttore generale di Crif – . Avere una efficace gestione dei processi, investire, trovare nuovi clienti sani, valutare la propria supply chain in ottica sostenibilità e compliance, accedere ad adeguate informazioni commerciali sono solo alcuni degli elementi che possono aiutare le imprese di oggi a vincere queste sfide e a diventare le aziende controvento di domani“.


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