X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

RIPORTO di seguito una notizia apparsa già domenica scorsa sui quotidiani più informati: «Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha fatto presente che lunedì 11 dicembre il governo presenterà un emendamento mirato a una diversa strutturazione dei costi del Ponte sullo Stretto di Messina a carico dello Stato e delle Regioni: ci sarà, in particolare, una nuova ripartizione dei costi del ponte; lo scorso ottobre la Regione Sicilia aveva detto di voler contribuire alla costruzione dell’opera per circa il 10% con un contributo di oltre un miliardo di euro. Ma mercoledì scorso la giunta regionale, all’unanimità, ha fatto una mezza marcia indietro, annunciando un’ulteriore riflessione sulla determinazione, al ribasso, dell’ammontare del contributo per via della necessità di finanziare opere già programmate e non rinviabili».

I COSTI DELL’INSULARITÀ DELLA SICILIA E IL PONTE SULLO STRETTO

Questo comportamento riguardo al Ponte sullo Stretto della Regione Sicilia, cioè di una Regione supportata dalla stessa maggioranza che sta supportando l’attuale governo, mi preoccupa davvero tanto. Non posso, a tale proposito, non ricordare il comportamento della precedente Giunta nei confronti del Ponte. Non posso non ricordare il comportamento corretto e trasparente portato avanti dall’ex presidente Nello Musumeci e dal vice presidente Gaetano Armao: prima di schierarsi, prima di riaccendere l’interesse sulla realizzazione del Ponte, vollero non tanto giustificare tecnicamente l’opera, ma vollero capire e misurare quale fosse il costo della “insularità”, cioè stimare quale fosse il dazio annuale che la Sicilia pagava e paga alla sua crescita, al suo Pil a causa della mancanza di un collegamento stabile con l’Europa. Inizialmente si voleva dare a un pool di esperti il compito di valutare tale tematica, ma sia Armao che Musumeci decisero di scegliere una società di alto spessore come la società Prometeia.

Ebbene, consiglio a tutti coloro che non condividono la realizzazione del Ponte sullo Stretto (sì, anche a quelli che in pubblico si dichiarano favorevoli e in privato non lo sono, cioè alla famiglia diffusa degli ipocriti) di leggere i risultati del lavoro prodotto da Prometeia e il modo con cui si è arrivati all’identificazione di un costo, quello della “insularità”, che incide negativamente per circa 6,2 miliardi di euro l’anno sul Pil della Sicilia. Invece, ripeto, questa Giunta regionale, con a capo il presidente Renato Schifani, da sempre convinto dell’essenzialità dell’opera, decide di non partecipare alla “copertura minima” dei costi dell’opera.

IL REGALO ALL’OPPOSIZIONE

Finora l’opposizione aveva avuto, come motivazioni per esistere, dei ridicoli attacchi al governo come, per esempio:

  • Il vestito bianco indossato dalla presidente Meloni all’incontro con il Papa.
  • La fermata di un treno su richiesta di un ministro mentre svolgeva una attività pubblica.
  • La scelta della presidente Meloni di separarsi dal suo compagno.
  • L’assenza della presidente Meloni in occasione della designazione della sede dell’Expo 2030.

Potrei continuare nell’elenco delle ridicole forme di attacco al governo di uno schieramento (quello dell’opposizione che non chiamo “sinistra” perché ormai non ha nulla di “sinistra”) che, pur di esistere, ricorreva e ricorre a motivazioni da dibattere non in un Parlamento, ma in una sede mediatica locale. Oggi, invece, Schifani e la sua Giunta regalano a questa opposizione un preoccupante e motivato attacco politico. Infatti, una marcia indietro di una Regione che, grazie al Ponte, potrebbe finalmente crescere, evidenzia un chiaro attacco su una scelta del governo e automaticamente crolla quella carica di ipocrisia che la Regione aveva avuto nell’approvazione della legge Finanziaria 2023, nell’approvazione del decreto legge 35/2023, nell’approvazione della legge 58/2023, in realtà in tutte le occasioni che avevano riacceso l’intero sistema realizzativo del Ponte in cui la Regione, questa Giunta, aveva dichiarato la propria disponibilità a partecipare, anche con una soglia bassa come quella del 10%, alla copertura delle risorse necessarie alla realizzazione dell’opera.

Questo comportamento convalida, ancora una volta, la mia denuncia sulla presenza di un vero “fuoco amico”, la mia convinzione di una presenza, all’interno della maggioranza, di gratuite e pericolose incomprensioni su temi così forti e determinanti per la vita del governo.

IL BRODO DELLA DECRESCITA

Sembra quasi che l’attuale maggioranza si dispiaccia della storica, e forse irreversibile, crisi della opposizione e, in modo caritatevole, faccia di tutto per offrirle una occasione per esistere. La cosa grave è che la motivazione che viene invocata dalla Regione è identica a quella che è stata portata avanti da sempre dagli schieramenti opposti alla realizzazione del Ponte, cioè quella tipica denuncia: «Realizziamo prima tutti gli altri interventi e poi il Ponte».

In sostanza, quindi, “non facciamo il Ponte perché ci sono altre priorità”. In fondo annullare una perdita secca di 6,2 miliardi di euro all’anno nella formazione del Prodotto interno lordo, per l’attuale Giunta regionale, non costituisce assolutamente una priorità. In questo modo, però, non si va da nessuna parte, o meglio: si continua a vivere nel brodo della decrescita. Forse si tratta di un brodo che paga solamente nel breve termine ed è un brodo che danneggia, a mio avviso, in modo rilevante l’attuale governo, l’attuale maggioranza.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE