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Meno inflazione e più lavoro stabile con 458 mila nuovi posti di lavoro in un anno: questa la strada dell’Italia per rialzare la testa

L’Italia brinda al calo dell’inflazione e all’aumento dell’occupazione. I dati di novembre sui prezzi al consumo e quelli di ottobre sul mercato del lavoro riaccendono le speranze di una ripresa economica. Segnali chiari arrivano dai dati provvisori sull’inflazione che è tornata sui livelli di marzo del 2021. Su base mensile la flessione è dello 0,4%, mentre rispetto allo scorso anno l’aumento si è fermato allo 0,8% dal +1,7% di ottobre.

Si consolida così la discesa dovuta soprattutto ai beni energetici (a -24,5% da -19,7%) sia regolamentati che non. Anche se sono questi ultimi a incidere di più con una contrazione del 3,8% anche su base mensile (-2,4% i regolamentati). Crollo per l’energia elettrica e gas mercato libero, rispettivamente a -51,6% e -46,5%. Giù anche i prezzi della benzina (a +7,5% da +14,7% e -5,2% a ottobre). Inversione di tendenza per il gasolio per i mezzi da trasporto che da +3,2% è calato a -1,3%.

INFLAZIONE IN CALO LAVORO IN RIPRESA E L’ITALIA PROVA A RIPARTIRE

Rallentano meno gli alimentari, i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e per i trasporti. Il carrello della spesa continua a essere meno oneroso (+5,8% da +6,1% del mese precedente), si raffreddano anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto: da +5,6% a + 4,8%. Si piegano dunque i listini degli alimentari che negli ultimi mesi sono stati “osservati” speciali.

Il calo ha interessato soprattutto quelli lavorati, mentre i freschi hanno segnato un rialzo da +4,9% a +5,8%. A incidere – sottolinea l’Istat – sono le verdure (da +2,6% a +7,8%) e la frutta (da 9,8% a +10,7% e con un aumento congiunturale del 4,4%). A spingere i prezzi – spiega Coldiretti – è l’andamento climatico sfavorevole che sta provocando seri danni ai raccolti. Coldiretti ha ricordato che il caro prezzi ha costretto i consumatori a un taglio degli acquisti e a un aumento della spesa, con un impatto negativo sui produttori agricoli che non riescono a coprire i costi di produzione. Il rialzo degli alimentari preoccupa anche Assoutenti che stima per una famiglia con due figli una spesa aggiuntiva di 477 euro solo per mangiare.

CODACONS, I PREZZI DEGLI ALIMENTARI CRESCONO ANCORA A RITMO SOSTENUTO

Anche secondo il Codacons alimentari e carrello della spesa crescono ancora a ritmi sostenuti. Per Confcommercio, il raffreddamento dell’inflazione e le stesse tendenze nell’Eurozona, con toni lievemente più contenuti, consolidando le attese di una politica monetaria meno restrittiva della Bce, potrebbero portare a “una evoluzione meno asfittica dei consumi”. Ma sono proprio i consumi a preoccupare Confesercenti che stima un incremento al di sotto dell’1% sia quest’anno che il 2024 con un impatto importante sulla crescita generale dell’economia. Per Federdistribuzione invece si registrano gli effetti positivi del “trimestre anti inflazione che vede protagoniste le imprese della distribuzione moderna”. Un’iniziativa fortemente voluta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha espresso soddisfazione per l’ulteriore calo dei prezzi a novembre e ha sottolineato come l’inflazione in Italia sia sotto la media europea.

Il nostro Paese ha fatto meglio di Germania, Francia e Spagna. Secondo la stima di Eurostat l’inflazione nell’area euro dovrebbe attestarsi al 2,4% a novembre da 2,9% di ottobre. Gli italiani, dunque, secondo il ministro “possono guardare con più fiducia al periodo delle festività natalizie e di fine anno e aumentare i loro consumi”.

NON SOLO INFLAZIONE: IL TEMA LAVORO IN ITALIA

Ad accendere un’ulteriore luce sulla situazione del Paese il dato Istat sugli occupati che continuano ad aumentare. Più lavoro e soprattutto più stabile. Rispetto a settembre a crescere sono solo i dipendenti a tempo indeterminato che hanno superato quota 15 milioni e 700mila. Su ottobre del 2022 si registra un aumento del 2% con 458mila lavoratori in più. Il numero degli occupati totali si è attestato a 23 milioni e 694mila unità. Su base mensile, precisa l’Istat, il tasso di occupazione è salito al 61,8%, quello di disoccupazione al 7,8%. In riduzione al 32,9% il tasso di inattività.

Più lavoro per tutti, uomini, donne, occupati a tempo indeterminato e in tutte le classi di età, con l’esclusione della fasciar tra 35 e 49 anni che è stabile. Si riducono i dipendenti a tempo e gli autonomi. Il dato su base mensile evidenzia un tasso di occupazione stabile tra gli uomini e in crescita tra le donne, mentre la situazione della disoccupazione segna un incremento per entrambi, scende l’inattività. “I dati positivi del mercato del lavoro – ha dichiarato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone – rappresentano un ulteriore sprone a continuare ad operare per semplificare e rendere più efficiente il mercato del lavoro, favorendo le politiche attive e migliorando le modalità di incrocio tra domanda e offerta di lavoro”.


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