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È il segno bellissimo di un Sud che è il fronte del porto da cui passerà tutto il mondo e di come ci si prepara ad affrontare la nuova stagione. Quei templi di Agrigento fanno di noi un patrimonio antico dell’umanità che consente di andare oltre ogni razzismo e offre lo sguardo culturale e religioso che riunisce e costruisce. Questa terra e l’isola di Lampedusa sono il crocevia dove economia della pace, immigrazione e futuro si intersecano in uno spartiacque di civiltà tra colonialismi e impero asiatico e l’obbligo democratico di riunire alla pari il Sud e il Nord del mondo. Questa scelta è il completamento ideale dello sforzo ideativo e di competenze che ha espresso Feuromed perché nasce dal lavoro organizzato di una nuova classe dirigente. Il pragmatismo dell’azione da dicastero “economico” del ministro Sangiuliano è un punto di forza del governo Meloni. Nella scelta di Agrigento si vede anche il segno di una politica coraggiosa che guarda lontano e ha consapevolezza che il mondo si è capovolto.

Dobbiamo rompere per sempre con la vecchia impostazione di un Sud marginale e incapace. La posizione internazionale strategica del Mezzogiorno italiano nel mondo capovolto che ha alla sua testa il dialogo economico, culturale e religioso tra le due sponde del Mediterraneo impone un nuovo pensiero meridionalista e un nuovo modo di operare. Diciamo con più chiarezza che lo ha già determinato. Il mondo si è capovolto significa che il nuovo Nord della nuova Europa è il nostro Sud. Perché sarà il tubo della nuova energia che parte dalla sponda meridionale del Vecchio Continente e da quella settentrionale del Nord Africa a consentire alle fabbriche del Made in Italy e alla manifattura tedesca di rimanere aperte.

Perché in questa sfida strategica globale che ruota dentro e fuori intorno a quel tubo, che è diventato un elettrodotto, ci sono l’industria, la ricerca, l’innovazione e il capitale umano in grado di costruire l’unico sviluppo e l’unica pace ancora possibili. Abbiamo organizzato a Napoli il primo Festival Euromediterraneo dell’economia chiamando a raccolta le grande voci dell’economia, dell’Europa, del governo e del Mediterraneo allargato per documentare che Napoli e il Sud sono pronti. Che la retorica egoista di un Mezzogiorno arretrato appartiene a un’altra epoca e chi la propala è affetto da cecità malevola.

È morto per sempre il mondo antico del piagnisteo perché è accerchiato da una moltitudine di cervelli, di giovani, donne e uomini che hanno deciso di cambiare. Una moltitudine fatta di studi, lavoro di qualità, imprese innovative, cultura internazionale. Abbiamo voluto con forza rimettere insieme i pezzi presenti e futuri di Napoli capitale di un nuovo centro dell’Europa e di un Mezzogiorno globalizzato sostenitore e attuatore di un nuovo pensiero meridionale. Perché si è finalmente diffusa la consapevolezza che la teoria del Mezzogiorno come periferia che chiede aiuto è finita perché oggi il nuovo centro è il Mezzogiorno italiano e gli altri sono periferia.

Chi continua a pensare al Sud come area marginale sbaglia. Chi dal Sud vuole continuare con il solito piagnisteo sbaglia ancora di più. Chi continua a chiedere “dateci più soldi” senza spendere mai i tantissimi che già ha, può uccidere la rinascita che è in atto. La città di Agrigento è stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2025. È un segno bellissimo di questo mondo che si è girato e di un Sud che è il fronte del porto da cui passerà tutto il mondo e, allo stesso tempo, il segno di quella nuova solidità con cui ci si prepara ad affrontare la nuova stagione.

Quei templi di Agrigento fanno di noi un patrimonio antico dell’umanità che consente di andare oltre ogni razzismo e delinea un grande sguardo culturale e religioso che riunisce e costruisce. Che ha nell’isola di Lampedusa il crocevia dove immigrazione e futuro, dolore e bellezza, paura e culture, si incrociano in uno spartiacque di civiltà tra vecchi colonialismi e nuovo impero asiatico e la sfida delle grandi democrazie di riunire alla pari il Sud e il Nord del mondo.

Economia di pace e cultura industriale. Capitale umano e organizzazione. La rete delle cattedre Unesco che decide di dedicarsi ai dialoghi del Mediterraneo sul tema della pace dello sviluppo. Perché senza sviluppo non hai la pace dato che la gente si dilania. Hai la pace se hai lo sviluppo e lì hai lo sviluppo se hai la pace. Il festival Euromediterraneo dell’economia (Feuromed) che questo giornale ha voluto fare a Napoli è il supporto naturale di questa scelta lungimirante di Agrigento. Perché lo sforzo ideativo e di competenze realizzato con Feuromed è la base che costruisce la cultura di pace e sviluppo nel Mediterraneo.

Non è un caso che lo abbiamo voluto aprire con gli interventi del commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del vice direttore generale della Fao, Maurizio Martina. Economia, cultura, cibo, acqua sono il circolo virtuoso del nuovo mondo che significa rispondere ai bisogni essenziali delle persone e costruire lo sviluppo partendo dal dialogo culturale-religioso riscoprendo e valorizzando le radici. Che appartengono insieme alla storia e al futuro come il ministro Sangiuliano ha detto con parole anticipatrici proprio a Napoli.

La scelta di Agrigento come capitale italiana della cultura 2025 è il completamento ideale di un pensiero che si è sviluppato naturalmente con il festival e Agrigento ha meritato questa vittoria perché esprime una classe dirigente che da due anni lavora a questo dossier in modo organizzato. Gestendolo e vivendolo come “un progetto ambizioso, coraggioso, aperto, che parla non solo di cultura ma anche di relazione fra i popoli mediterranei, parla di integrazione, parla di dialogo fra le diverse etnie”.

Questo medico sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, è l’esempio fisico di quel nuovo Mezzogiorno che è pronto per contribuire a guidare il processo del nuovo mondo. Sentite altre sue parole: “Siamo al centro del Mediterraneo e stiamo vivendo da vicino il fenomeno dell’immigrazione; anche per questo motivo abbiamo avuto l’intelligenza di non portare avanti soltanto la nostra città ma anche la provincia e anzitutto l’isola di Lampedusa: da soli non si va avanti”.

E poi ancora: “nella nostra provincia non c’è soltanto la Valle dei Templi ma vi sono quaranta siti archeologici. Abbiamo creato la Costa del Mito che va da Selinunte a Gela, dunque ben oltre la nostra stessa provincia inglobando anche quelle limitrofe. E poi, siamo la patria di Luigi Pirandello come di Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri: materia per lavorare ce n’è tanta…”.

Siamo a un bivio della storia dove i carri armati russi hanno tagliato i fili dell’asse Est-Ovest e hanno ridisegnato le direttrici del mondo partendo dall’asse Sud-Nord. La geografia mette l’Italia alla testa di questo processo e colloca il suo Mezzogiorno come locomotiva obbligata della nuova crescita europea. Le armi dei russi e i soldi dei cinesi che hanno finora condotto il gioco sull’altra sponda misura la delicatezza, oltre che l’importanza strategica, della sfida che l’Europa e l’Italia hanno davanti. Il pragmatismo dell’azione che il ministro Sangiuliano sta attuando alla guida del suo dicastero “economico” sono un punto di forza oggettivo del nuovo governo Meloni. In questa scelta a favore di Agrigento si vede anche il segno di una politica coraggiosa che guarda lontano e ha consapevolezza che il mondo si è capovolto.


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