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Se si vuole avere turismo stanziale nel Mezzogiorno servono una buona sanità, un buono aeroporto, treni veloci e una buona gestione dei rifiuti. Serve insomma tutto quello che è stato rubato fino a oggi

NORD e Sud sono obbligati a crescere insieme, ma il Paese Arlecchino delle venti Regioni, delle venti sanità, delle venti reti digitali, delle venti reti ferroviarie, impedisce che ciò avvenga perché è concepito su misura di ogni genere di egoismo e di miopia. Impedisce di fare grandi opere. Ruba sistematicamente spesa pubblica sociale e di sviluppo alla popolazione del Sud per regalare a piene mani assistenzialismo alle famiglie e alle imprese del Nord. Scarica sui poveri il costo della rendita pubblica che sostiene il reddito privato dei ricchi, non la produzione e la capacità di produrre a livelli competitivi nell’arena globale.

Di fatto ha messo fuori mercato la grande impresa familiare del Nord in crisi di suo e drogata dai soldi facili e ha condannato al sottosviluppo il Mezzogiorno desertificato di scuole, ospedali, treni e fibra veloci, e così via.

Siamo arrivati al capolavoro assoluto di fare scendere il reddito pro capite di un terzo della popolazione, venti milioni di persone, alla metà degli altri due terzi, privando il Nord del suo primo mercato di “esportazioni” e l’economia italiana di quella dimensione nazionale integrata minima per potere rimanere nel novero dei Grandi Paesi industrializzati.

Diciamo le cose come stanno: questo sistema insulsamente regionalista dove perfino sulle discoteche – aperte, chiuse, aperte a metà – ognuno si permette di fare di testa sua, per non parlare dei treni regionali e locali, è cromosomicamente predisposto per fare dell’Italia quello che oggi è. La grande malata d’Europa. Per capire quanto sia importante ristabilire con urgenza la parificazione dei diritti di cittadinanza sociale e infrastrutturale dove con il trucco della spesa storica ballano decine di miliardi l’anno tolte ai territori meridionali e “regalate” ai territori settentrionali da almeno dieci anni in qua, basti pensare alla questione del turismo e a quanto questa dipenda dalla manomorta della Conferenza Stato-Regioni che toglie e dà a chi vuole senza rendere conto a nessuno.

Se si vuole avere turismo stanziale inglese e tedesco non la settimana di vacanza, ma turisti che svernano tre mesi da Londra o da Francoforte nelle perle del mare, delle campagne e dei monti del Sud, che si innamorano dei suoi paesini e delle sue città piene di storia e di cultura, servono una buona sanità con ospedali vicini e efficienti, un buon aeroporto, treni veloci e una buona gestione dei rifiuti perché l’immondizia sotto casa fa scappare perfino il turista giornaliero.

Serve insomma proprio tutto ciò che è stato rubato con il più clamoroso scippo della storia recente alle donne e agli uomini del Sud. Si è fatto in Italia l’esatto contrario di quello che si è fatto in Spagna, dove l’alta velocità ferroviaria è partita dal Sud per arrivare al Nord, mentre da noi si è tornata a fermare all’altezza di Eboli dimostrando che lo Stato non va oltre Salerno e “frega” così un pezzo di Italia abbandonato dolosamente al suo destino.

Quasi non lo riconosce.

Per questo la Conferenza Stato-Regioni deve tornare a essere ad horas un luogo di consultazione non di decisione e il governo deve adottare il parametro della spesa media nazionale in rapporto alla popolazione sulla base della serie storica degli ultimi venti/trenta anni. Chi è sopra restituisce, chi è sotto finalmente riceve ciò che gli spetta. Si utilizzi il Mes per consentire alle Regioni ricche di avere una fase di transizione per provare a camminare con i soldi propri non con quelli degli altri, ma si comincino a ammodernare e fare ospedali e scuole nei territori meridionali e si rimettano in rete le loro bellezze e le loro città con alta velocità, porti e retroporti.

Questo significa pensare al futuro dell’Italia e avere turismo di lunga durata negli angoli più belli del suo Mezzogiorno. Non avere buoni ospedali, buoni treni, buona rete in fibra è esiziale per vincere questa scommessa. Se si continua con l’andazzo predatorio regionalista attuale averli oggi è impossibile.

Liberiamo l’Italia dal Paese Arlecchino e dalla sua furia masochista.


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