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La sede di Bruxelles del Parlamento europeo

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Ci sono le condizioni per una ripresa ciclica nel 2024. L’Italia fa meglio di tutti dal post Covid a oggi e resta in prima fila grazie agli investimenti di Pnrr e difesa comune e a un contesto geopolitico-geografico che fa del nostro Sud l’Eldorado possibile degli investimenti globali. Bisogna che in casa e nella comunità estera si percepisca che c’è chi regge il timone del governo e può andare avanti. Giorgia Meloni prosegua nel suo cammino di apprendista statista sfruttando il miracolo economico italiano e bandendo l’attimo fuggente della polemica politica che offre una ribalta momentanea ma toglie il futuro all’Italia e a chi la governa.

TUTTE le cassandre sono servite. Perfino la Banca centrale europea mette nero su bianco le sue previsioni favorevoli: la crescita dell’area euro si avvierà su una ripresa ciclica nel 2024. Si conferma che il quadro economico non peggiora, anzi accelera, in un contesto geopolitico segnato dal rischio di due guerre diventate ormai globali e intrecciate tra di loro, Ucraina e Medio Oriente. Perché, nel breve termine, si conteggia l’aumento del reddito, favorito dal calo dell’inflazione e dalla crescita salariale che spinge i consumi e, nel medio termine, gli investimenti che trarranno vantaggio dalla discesa dei tassi e, per la prima volta, dal sostegno europeo con debito comune (Pnrr, primo beneficiario l’Italia) e ancora di più in futuro dall’inevitabile accelerazione sul progetto di difesa comune finanziato dal bilancio europeo. Scriviamo inevitabile perché, come abbiamo già sostenuto altre volte, in un mondo attraversato da persistenti tensioni geopolitiche e su cui pende lo spettro di un nuovo isolazionismo americano se non altro accentuato da un eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca, le alternative sono due: o l’Europa trova le risorse e fa la sua difesa comune o non trova le risorse europee e non la fa e, quindi, sparisce.

La guerra di invasione di Putin in Ucraina ha scatenato la guerra mondiale delle materie prime e ha cambiato i punti di riferimento della geografia del mondo, cosa che peraltro favorisce il Sud Italiano e l’intero Paese per la nostra posizione strategica nel Mediterraneo, ma determina anche una situazione di preoccupazione reale che tocca la stabilità dei Paesi europei confinanti con l’Ucraina e di disagio diffuso che riguarda le loro popolazioni perché incide profondamente sui loro stati emotivi. Si pone, da questo punto di vista, una grande questione morale e civile che è figlia della crisi geopolitica e viene prima delle sue conseguenze economiche su quei territori e a livello globale.

Ci piace sottolineare che in questo contesto geopolitico pesante l’Italia, che è il Paese nettamente cresciuto di più dal post Covid a oggi sfiorando il 5% in termini di Pil pro capite, può ulteriormente mettere a frutto il doppio vantaggio rappresentato, da un lato, dalla possibilità di tornare a fare investimenti in conto capitale finanziati dall’Europa e, dall’altro, di un Mezzogiorno che ha partecipato a questa crescita record come non avveniva da tempo e che ha le carte in regola per ambire a diventare l’Eldorado degli investimenti globali essendo tra i Sud del mondo quello più in sicurezza e più europeo rispetto alla polveriera a cielo aperto dell’altra sponda del Mediterraneo dove russi e cinesi hanno fatto man bassa.

D’altro canto, di questo stato di grazia dell’economia italiana, a fronte di una Germania in panne e di una Francia che ha visto esplodere il suo debito oggi più grande di oltre 200 miliardi di quello italiano in termini assoluti, le Figaro ha parlato ieri in apertura di giornale di panico ai livelli massimi dello Stato, c’è ormai la conferma quotidiana. Che, in questo caso, è arrivata dai dati dell’Inps sull’occupazione. Dal post Covid a oggi l’Italia ha creato un milione e mezzo di nuovi occupati, ma solo nel 2023 i nuovi assunti rispetto al 2022 sono stati più di mezzo milione con oltre il 70% al Nord e oltre il 60% al Sud di contratti a tempo indeterminato.

A tutto questo va aggiunto che la crescita potrebbe essere anche migliore del previsto se l’inflazione diminuisse più rapidamente delle attese, se l’incremento dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori del previsto, se l’espansione dell’economia mondiale fosse più forte delle aspettative. La Bce delinea finalmente uno scenario europeo che è in partenza più positivo, non a consuntivo, questo significa che solo la politica europea può fermare il treno dell’economia e la politica italiana fermare a sua volta la locomotiva del treno europeo che siamo noi con la Spagna.

La modestia del dibattito parlamentare da teatrino, che ha accompagnato le comunicazioni della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prima del Consiglio europeo da ieri in corso, francamente non è di conforto. La classe politica italiana deve dimostrare di essere all’altezza della situazione, delle sue delicatezze e delle sue opportunità. La politica tutta deve avere il senso del limite perché l’economia cammina e non viene aiutata dal teatrino politico interno che fa dire al mondo “sono i soliti italiani”. Bisogna che il Paese al suo interno e la comunità internazionale percepiscano che c’è chi regge il timone del governo e che può andare avanti. Giorgia Meloni deve proseguire senza soste nel suo cammino di apprendista statista che è quello che le consente di sfruttare davvero il miracolo economico italiano e bandire sistematicamente l’attimo fuggente della polemica politica italiana che può offrire anche una ribalta momentanea ma toglie il futuro al Paese e a chi lo governa.


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