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Il Parlamento Europeo

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L’ipocrisia dei partiti politici alle prese con i concetti di guerra e pace in vista delle Elezioni Europee di giugno


È opinione comune che le piattaforme programmatiche dei partiti per le elezioni europee parlino poco di Europa e molto di altro. Ma c’è una parola che innerva e, almeno secondo le intenzioni, connota nobilmente e orgogliosamente le proposte di quasi tutti i partiti: è la parola “pace”. Il Partito Democratico, temendo che il suo elettorato possa fare confusione, esplicita il concetto per intero: “Un Europa per la pace e non per la guerra”. Santoro ha chiamato la sua lista “Pace, Terra (ai braccianti? Basta col latifondismo?), Dignità”. Il Movimento 5 Stelle di Conte ha inserito, a scanso di equivoci, la parola magica nel simbolo stesso del partito, ribadendo un generico “no alle spese militari”.

Bene. Pace. Ma cosa vuol dire pace? Se ne parla come se fosse una condizione psicofisica da raggiungere con una dieta appropriata o a colpi di preghiere e penitenze. Per il Pd sembra che pace o guerra dipendano da scelte umorali, da come ci si sveglia al mattino. In realtà si tratta questioni un po’ più complesse che prevedono, per esempio, che una nazione non ne attacchi un’altra senza pretesti plausibili, o che un gruppo di terroristi non faccia strage di donne vecchi e bambini.

I PARTITI POLITICI, LA GUERRA E LA PACE ALL’OMBRA DELLE ELEZIONI EUROPEE

Pace, sì, ma per fare la guerra basta uno solo, per la pace bisogna essere in due. C’eravamo illusi che la Storia fosse finita e invece da parecchio si è rimessa in moto. Pace oggi significa deterrenza. La difesa comune europea dovrebbe giganteggiare in tutti i programmi per il prossimo voto. Invece accenni in Forza Italia, Stati Uniti d’Europa, Azione. E basta.

È vero che se ne parla dagli anni Cinquanta, quando i francesi fecero saltare la Comunità Europea di Difesa (Ced) e il progetto di Unione divenne esclusivamente economico, ma oggi l’ordine mondiale è precipitato nel caos e non ci sono più governance globali riconoscibili. L’Europa spende per la difesa un terzo degli americani e molto meno della Cina.
Se vince Trump, l’America non continuerà a lungo a fare lo sceriffo per l’Occidente e già Biden ha intiepidito le aspettative. Non si tratta di mettere in piedi un elefantiaco “esercito europeo”, ma avere sistemi di arma simili, usare e condividere tecnologia, piattaforme.
Se vuoi la pace prepara la guerra, Vale ancora, duemila anni dopo.


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