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Annunciati rincari sulle bollette

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Siamo di fronte ai prezzi di una domanda che rischia di essere strutturale perchè tutti vogliono investire in infrastrutture e tutti vogliono fare la transizione ecologica. Questa mancanza di materie prime e di componenti è il primo ostacolo al consolidamento della ripresa italiana. Compete e, forse, supera il problema del Covid che non sembra più riuscire a bloccare la riapertura dell’economia almeno in casa nostra grazie alla linea del governo che fa scuola nel mondo. Nel frattempo l’Europa recuperi unità di azione per avere il minomo vitale di potere d’acquisto sul mercato delle materie prime come si è fatto con i vaccini. L’Italia riapra un canale serio con Putin e si muova con realismo

LA DOMANDA di fondo è se il rincaro dei prezzi su gas, elettricità e su tutte le materie prime è destinato a durare o sarà una bolla. Dalla risposta a questa domanda dipendono la qualità e la durata della ripresa globale all’uscita dal nuovo ’29 mondiale. Siamo davanti a un Piano di 750 miliardi di investimenti europei che va sotto il nome di Next Generation Eu che riguarda molto transizione ecologica e infrastrutture immateriali e materiali. Lo stesso su dimensioni di gran lunga superiore ha fatto, sta facendo e farà l’America.

Non c’è un solo soggetto globale che non concepisca interventi pubblici di rilevante portata come è giusto per ammodernare il suo Paese e per  combattere la lotta al cambiamento climatico provando a compiere la transizione ecologica. Per fare le nuove batterie delle auto elettriche ci vuole il litio che si trova nelle “terre rare” cinesi e in Africa. Come dire: non è una materia prima che si compra sotto casa. Se tutte le case automobilistiche puntano sull’elettrico quanto litio servirà? Non si sa quanta disponibilità c’è di questa materia prima diventata improvvisamente preziosa, ma di sicuro sono aumentate vertiginosamente domanda e prezzi.

Trasformare il sole in elettricità è possibile, è una bella sfida, noi abbiamo fatto buone cose, ma il processo non si attua guardando il sole, non è così facile, non si ottengono risultati all’istante. Anche le pale a vento sulla Manica hanno avuto più di un problema. Fino al punto di fermarsi quando il vento non c’è come è accaduto in questi giorni. Per non parlare dei microchip che servono per tutto e non si trovano in misura sufficiente per soddisfare la domanda che si è svegliata di colpo come mai prima. Non è un mistero che il ritardo delle consegne delle auto è dovuto proprio alla mancanza di microchip. Di gas ce ne è poco, noi non ne abbiamo quasi per nulla, la Russia ha stretto i rubinetti e non manca chi sostiene che i nostri problemi di oggi sono determinati proprio dalle mancate consegne di gas sovietico. Putin non ha voglia di fare pace con l’Ucraina per fare un favore ai cittadini europei che vedono salire il prezzo delle loro bollette.

Per rifare i palazzi bisogna mettere i “cappotti” ma non si trovano più gli isolanti che si mettono all’esterno dei palazzi (appunto i “cappotti”) per migliorare la classe energetica dello stesso palazzo e isolarlo di modo che possa  evitare che in inverno entri il freddo. Noi che siamo poveri della materia prima gas abbiamo chiuso le centrali a carbone, ma l’Australia il carbone lo vende a Cina e India e lo utilizza alla grande in casa con buona pace dei nuovi sostenitori della religione delle rinnovabili.

Si potrebbe proseguire con il cemento, l’acciaio, le materie prime agricole e così via. Sopra tutto questo sommovimento di mercato determinato da una domanda anomala e un’offerta insufficiente, ci sono poi i futures che riguardano ogni tipo di materia prima. Dal litio ai noli di trasporto, dal gas all’elettricità, entra in scena la speculazione che fa il suo mestiere per cui ci fa affari senza pudori e fa salire ancora i prezzi.

La grande quantità di liquidità in circolazione fa il resto perché moltiplica i guadagni. Fermiamoci qui. Siamo davanti a una violenza in senso opposto della pandemia di guerra in tempo di pace. Siamo di fronte ai prezzi di una domanda strutturale perché tutti vogliono investire in infrastrutture e tutti vogliono fare la transizione ecologica. Può succedere che davanti a una domanda molto più forte e durevole, le aziende produttrici di materie prime si riorganizzino e ne producano di più. In questo caso i prezzi si calmiereranno. Altri invece sostengono che c’è  una scarsità di base mondiale di questa materia prima e che, quindi, il problema è strutturale e di difficile soluzione nell’immediato.

Questa mancanza di materie prime e di componenti è di certo il primo ostacolo al consolidamento della ripresa italiana a tassi da miracolo cinese. Compete e, forse, supera il problema del Covid che non sembra più riuscire a bloccare la riapertura dell’economia almeno in casa nostra grazie a una linea di governo che fa scuola nel mondo.

Noi dobbiamo batterci perché i Grandi del mondo capiscano che la nuova Bretton Woods deve partire dalla lotta al cambiamento climatico dotandosi di strumenti finanziari all’altezza della sfida del nuovo ’29 mondiale. Il G20 e il COP26 rispettivamente presieduto e co-presieduto da Draghi rappresentano un’opportunità che non può essere sprecata. Nel frattempo l’Europa recuperi unitarietà di azione per avere il minimo vitale di potere d’acquisto sul mercato globale delle materie prime, più o meno si tratta di ripetere quello che si è fatto con i vaccini.

L’Italia riapra un canale diplomatico serio con Putin, esattamente come si sta facendo, e agisca sulle tariffe che sono tariffe e vanno tenute sotto controllo, ma impronti la nostra azione al realismo nel vecchio e nel nuovo soprattutto in campo energetico. Non è più tempo di ideologismi.  


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