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Mario Draghi

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Nella legge di bilancio tutti vogliono i bonus, ma siamo pieni di truffe. Tutti hanno scelto di sostenere il Mezzogiorno e hanno messo i soldi per il Mezzogiorno, ma i progetti non ci sono. Quando Cdp si farà carico di liberare la strada da questo ingorgo? Mandare la gente in pensione a sessant’anni? È evidente che l’ingorgo può assumere dimensioni da cappio al collo

L’ingorgo. Sono venuti al pettine tutti i nodi del Covid ma si sono intrecciati con quelli della tragedia ventennale italiana scandita dagli acciacchi delle grandi crisi accompagnati dal decennio perduto di sovranismi e populismi.

L’ingorgo. Siamo i migliori in assoluto nella gestione della Pandemia perché Mario Draghi la ha affrontata con la stessa intelligenza politica con cui ha salvato l’euro facendo, cioè, sempre la mossa giusta al momento giusto. Quella più azzeccata di tutte, che è il Green pass, ha consentito all’Italia di raggiungere livelli di vaccinazione che “democrazie traballanti” come Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Francia possono solo sognare e sperano di raggiungere chissà quando imitando proprio il modello italiano.

Ovviamente tutto questo si scontra con il peggiore dibattito della pubblica opinione europea dove i maestri del nulla di casa nostra che hanno imperato su TV e internet negli ultimi dieci anni continuano a dare il peggio di sé a ogni ora del giorno e della notte. Inseguono no vax e loro protettori palesi o occulti. Distribuiscono le solite paure, i soliti vaniloqui. Combattono la loro battaglia di sempre che è quella dei loro dividendi autoreferenziali e del precipizio senza fine del Paese.

Questi signori non riescono neppure a vedere che abbiamo la migliore crescita d’Europa e che il tempo della responsabilità che stiamo vivendo impone di cambiare registro. Non sanno che cosa vuol dire costruire il futuro, conoscono solo il presente della distruzione che pietra dopo pietra demolisce il muro della ricostruzione nazionale perché se i valori del merito e della competenza tornano a prevalere loro sono fuori gioco. Diciamo che per questi signori è la partita della vita, per l’Italia è la partita della morte.

È lo stesso ingorgo che si riflette nella legge di bilancio. Dove tutti vogliono i bonus, ma siamo pieni di truffe. Dove tutti inseguono un credito di imposta vero o falso che sia perché l’esercito dei furbetti cresciuto nelle pieghe delle distribuzioni assistenziali populiste non si rassegna. Dove tutti vogliono i controlli sul reddito di cittadinanza perché furbetti e furboni ne restino alla larga, ma troppi gattopardi passano la notte a disfare quello che di buono si è fatto di giorno perché la bandiera del populismo elemosiniere non vuole farsi ammainare.

Dove mettere 130 milioni nel 2022 per le difficoltà di Napoli frutto del populismo al potere che ha creato un debito finanziario di 3,1 miliardi sembra un’impresa eroica mentre i furbetti di sempre del regionalismo della irresponsabilità, che ha la sua capitale a Bologna, smarchettano impuniti con la Cispadana. Che è un’autostrada – concedente Emilia Romagna, concessionario Autostrada del Brennero – che prenota 200 milioni tondi tondi dopo che il loro piano economico finanziario (Pef) è stato bocciato dal Mef perché l’opera costa un miliardo e trecento milioni e risulta in perdita. Ma vuoi/puoi negare alla potentissima Emilia Romagna di mettere sul conto di tutti la prima tranche di un’opera in perdita che di sicuro chiederà nuove tranche di finanziamenti in perdita dal bilancio pubblico nazionale?

C’è un patto perverso tra feudatari regionali e populisti della politica e dell’informazione che fa paura. Sono i nodi della tragedia italiana che si aggiungono ai nodi del Covid. È quel patto perverso che si nutre di deviazioni del Po e affarucci di qualche privato piacentino con i soldi del Pnrr che dovrebbe riunire le due Italie nelle infrastrutture immateriali e materiali. Leggete Claudio Marincola e mi saprete dire. I rapporti con le Regioni dello Stato centrale e le loro sopraffazioni sui Comuni non sono stati mai risolti e ora come allora le Regioni pretendono interventi a piè di lista.

Succede anche con il riparto delle risorse per gli investimenti nella sanità del Pnrr per cui teoricamente hai davvero il 40% e le Regioni del Sud vedono soldi che non hanno mai visto in vita loro, ma questi soldi non bastano assolutamente perché se non recuperi i divari adesso li consolidi. Possibile che ad accorgersi di tutto ciò debbano essere i tecnici dell’Economia? Possibile che la miope ragione politica della Sinistra Padronale debba sempre non vincere ma stravincere? Abbiamo già scritto tante volte quanti problemi il trio Franco-Mazzotta-Garofalo risolve ogni giorno, ed è chiaro a tutti che il governo di unità nazionale ha dato il meglio di sé su Pandemia e riapertura in sicurezza dell’economia grazie alla spinta di Draghi, ma se i signori dei partiti non si fanno l’esame di coscienza e capiscono che la Ricostruzione è nazionale ed è incompatibile con le rendite elettorali dei ricchi o quelle assistenziali di prima allora dall’ingorgo non si esce.

Non è finita. Milano avrà 280 milioni per i piani integrati, Roma più o meno altrettanto. A Napoli qualcuno ha creato un ingorgo da paura (si chiama De Magistris) e ha perfino abolito la direzione tecnica per cui i progetti sono pari a zero. Tutti hanno scelto di sostenere il Mezzogiorno e hanno messo i soldi per il Mezzogiorno, ma come predichiamo da un anno i progetti non ci sono. Quando Cdp si farà carico di liberare la strada da questo ingorgo? Per noi da ora in poi è responsabile esattamente come tutti quei sindaci del Sud che hanno fatto passare un anno a chiedere soldi senza preoccuparsi di raccogliere aiuti anche da fuori per fare buoni progetti. Sono tutti figli naturali della tragedia di prima e sarà nostra cura ricordarlo ogni giorno a lorsignori. Perché con il futuro del Mezzogiorno e quindi del Paese non può più essere consentito a nessuno di fare giochetti o di lavarsi le mani come Ponzio Pilato.

L’ingorgo. Siamo stati i primi al mondo nella riapertura della scuola e questo miracolo fa parte della filiera d’oro che è primi nei vaccini, primi nella ripresa, primi nella presenza dietro i banchi in aula. C’è un ministro della Istruzione, Patrizio Bianchi, che è preoccupato di non riuscire a dare soddisfazione alle persone della scuola, che hanno fatto un gran lavoro e hanno i contratti al minimo, che vedono che ballano ogni giorno i soldi europei del Pnrr e capiscono anche che da loro non resta niente, ma poi lui stesso si rende conto che è finito nell’ingorgo perché sulla sua testa non ci sono i contratti della scuola 21/24 ma quelli di molto prima che nessuno ha fatto e che sono i contratti della tragedia italiana che si sovrappone a quella del Covid. Avranno più degli altri statali ma si dovranno accontentare delle indennità accessorie perché se no viene giù tutto e a partire dalle richieste dei corpi di polizia la cassa diventa bollente.

Ovviamente poi non mancherà chi ricorderà che maestri e professori italiani prendono meno degli altri in Europa ma lavorano anche molto meno ogni giorno e hanno qualche mese in più di vacanza ogni anno. Fare una volta il discorso al contrario, no? Ridiscutiamo orari e contratti come nella sanità? Capite che cosa significa tutto questo nel Paese che ha alla guida del suo sindacato più grande non un Di Vittorio o un Trentin, ma un Landini che con l’età media della vita che si allunga per fortuna a dismisura e un debito pubblico nazionale che fa paura ha l’ossessione di mandare la gente in pensione a sessant’anni? È evidente che l’ingorgo può assumere dimensioni da cappio al collo.

Diciamo la verità. Siamo alla vigilia di un ingorgo che può diventare preoccupante. Perché a tutto ciò si aggiunge la matassa quotidiana della trama Quirinale-Palazzo Chigi che tutti sono impegnati a tessere perché non hanno consapevolezza della gravità dei problemi che l’Italia ha davanti a sé e di quanto sia cambiata la sua accoglienza internazionale. Che cosa abbiamo fatto e che cosa ci aspetta dimostrano di saperlo davvero Draghi e Mattarella con le parole e con le azioni. Che sono quelle che servono per risolvere i problemi giorno dopo giorno ma con una visione di insieme che guarda al futuro. I partiti pensano che è stato messo tutto a posto e che la ricreazione è finita. Vogliono tornare a fare quello che facevano prima. Vuol dire che non hanno capito nulla.


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