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Giorgia Meloni e Matteo Salvini

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Dovrà essere Giorgia Meloni, che ha mostrato una responsabilità affatto scontata, a capire quanto sia importante per lei e per il Paese risolvere il problema interno rappresentato da Salvini che alimenta le componenti esterne che continuano a pensare che lei vuole e può cambiare il mondo mentre non è così. Perché il mondo è quello di prima, è cambiato l’equilibrio politico italiano non il mondo. Se non vogliamo problemi in Europa, bisogna fare sparire i bullismi di casa nostra. Molti francesi non vogliono i migranti come non li vogliono molti italiani, sbagliando entrambi, e non sono tollerabili lezioni da chi si comporta allo stesso modo se non peggio. Dovremmo, però, con coraggio dimostrare che siamo noi italiani a aprire canali regolari. Per cui tutti quelli che hanno diritto li andiamo a prendere noi, li portiamo a casa e li formiamo. Se non altro perché l’Italia ha oggettive difficoltà a reperire ogni genere di risorsa umana. A meno che non si voglia deliberatamente abbassare i giri della nostra economia. Masochismo puro

C’è un problema italiano sul piano internazionale che riguarda l’Europa e viaggia come peso e rilevanza parallelamente con quello interno di sostenere l’economia con minori risorse disponibili e di fare accelerare la macchina degli investimenti pubblici. Puntando, soprattutto, a utilizzare al meglio le risorse europee e mobilitando, di conseguenza, il moltiplicatore degli investimenti privati. Dobbiamo rimanere credibili fuori casa come il linguaggio di responsabilità della Meloni e la scelta di fare a Bruxelles la sua prima uscita internazionale hanno fino a oggi consentito. Per questa ragione l’incidente diplomatico con la Francia sulla vicenda degli immigrati e della loro accoglienza non va affatto sottovalutato.

Bisogna prima di tutto prendere atto che il populismo è diffuso ovunque. Molti francesi non vogliono i migranti come non li vogliono molti italiani, a mio avviso sbagliando entrambi. Di sicuro due pesi e due misure non sono tollerabili. Tanto meno le lezioni da chi si comporta allo stesso modo se non peggio.

Dovremmo piuttosto con coraggio dimostrare che siamo noi italiani a chiedere di volere aprire, anzi di aprire direttamente canali regolari. Per cui tutti quelli che hanno diritto li andiamo a prendere noi, li portiamo a casa e li formiamo perché mai come in questa congiuntura un Paese come il nostro, afflitto da un gravissimo problema demografico, ha una difficoltà oggettiva a reperire ogni genere di risorsa umana. Sempre che non intenda rinunciarvi e voglia deliberatamente abbassare i giri della sua economia anche per ragioni indipendenti dalla crisi del resto del mondo. Masochismo puro.

Se prendiamo noi l’iniziativa, tagliamo la terra sotto i piedi di chi vuole sfruttare un popolo di donne e uomini che scappano di là e di qua. Tagliamo di là la terra sotto i piedi ai trafficanti di esseri umani che li portano qui arricchendosi e di qua a tutti quelli che in casa nostra sfruttano la irregolarità della loro posizione per costringerli alle peggiori umiliazioni lavorative. Questo discorso dovrebbe orgogliosamente valere per l’Italia come per la Francia.

C’è, però, un particolare non irrilevante che riguarda solo noi. Perché siamo la controparte più debole non di certo in termini politici, ma per i fardelli storici che pesano sulla nostra economia, a partire dal debito, e indeboliscono la nostra posizione in Europa alla quale siamo invece legati mani e piedi. Abbiamo firmato contratti di spesa, anche a debito, che dobbiamo assolutamente onorare e attribuire ai predecessori eventuali ritardi sugli investimenti non cambia di un millimetro la situazione, anzi la aggrava. Perché le scadenze sull’apertura dei cantieri riguardano il 2023 non il 2022 e auto accusarsi anticipatamente significa ripresentarsi a Bruxelles come i soliti italiani che vogliono sempre ricominciare tutto daccapo e smontare anche involontariamente il nuovo piedistallo di credibilità in Europa su cui il nuovo governo è stato messo da chi lo ha preceduto.

Essenzialmente per questa ragione rischiamo di pagare un costo troppo elevato per non avere tenuto sotto controllo Salvini e alcune estremizzazioni linguistiche del ministero dell’interno. Oggettivamente sarebbe stato meglio che fossero stati tutti un po’ più zitti in una situazione di così straordinaria difficoltà a livello internazionale.

Servirebbe un colpo d’ala come accadeva una volta in modo da avere un’opposizione capace di fare squadra intorno all’interesse dell’Italia evitando che altri sfruttino le nostre divisioni esattamente come vuole fare Putin con l’Europa. Peraltro, come è noto, il nazionalismo rafforza il centrodestra e non può essere questo un obiettivo di nessuna delle opposizioni. La verità è che si indeboliscono tutti i soggetti politici italiani e siamo costretti a tornare al problema della supplenza della Presidenza della Repubblica che può fare qualcosa quando questo qualcosa non dipende dalla politica in senso così stretto.

Una supplenza di derivazione ciampiana, anche simbolicamente la visita di Mattarella in Olanda in questi giorni rievoca la credibilità del suo illustre predecessore presso i falchi del Nord a partire da quelli olandesi, e di cui non ci sarebbe stato bisogno se a palazzo Chigi fosse ancora Draghi per la credibilità che gli appartiene da tempo. Appartiene a una sua storia europea confermata poi da un’altra storia italiana. Siamo con Mattarella alla supplenza che salva l’Italia dai sussulti populisti, di cui dobbiamo essergli grati, ma che avviene in condizioni non proprio favorevoli perché è cambiato il contesto politico internazionale.

Allora, diciamocelo, dovrà essere soprattutto Giorgia Meloni, che ha mostrato finora una responsabilità affatto scontata, a capire quanto sia importante per lei e per il Paese risolvere il problema interno rappresentato da Salvini che alimenta le componenti esterne che continuano a pensare che lei vuole e può cambiare il mondo mentre non è così. Perché il mondo è quello di prima, è cambiato l’equilibrio politico italiano non il mondo. Se non vogliamo problemi in Europa, e non possiamo permettercelo, bisogna fare sparire i bullismi di casa nostra. Lasciarli agire indisturbati significa darsi la zappa sui piedi.


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