X
<
>

Pierfrancesco Zazo

Condividi:
2 minuti per la lettura

ROMA – Nel trasferimento dell’ambasciata d’Italia da Kiev a Leopoli l’ambasciatore Pierfrancesco Zazo è riuscito a portare in salvo anche circa 20 minori, tra cui 6 neonati, che aveva accolto in ambasciata in questi giorni perché privi di un posto sicuro dove stare.

L’ambasciatore Zazo è stato l’ultimo rappresentante diplomatico europeo, in ordine di tempo, a trasferire l’ambasciata a Leopoli, una decisione dettata dalla necessità di assicurare la piena operatività della sede diplomatica a sostegno dei connazionali.

Pierfrancesco Zazo

“Sono ore drammatiche, abbiamo vissuto momenti difficilissimi, in cui abbiamo avuto paura anche di perdere la vita – racconta uno degli italiani rientrato da Kiev insieme alla famiglia nelle scorse ore –. Vorrei ringraziare l’Ambasciatore Zazo e tutto il suo staff per l’aiuto che ha dato agli italiani bloccati in Ucraina. Ci ha aperto le porte dell’Ambasciata, insieme a decine di altre persone, fra cui moltissimi bambini. Siamo stati accolti nell’abitazione dell’Ambasciatore che ci ha messo a disposizione cibo e un rifugio. Ora sono al sicuro in Italia, ma sento dagli amici ucraini che la situazione a Kiev è molto peggiorata e i rischi di un attacco sulla città sono concreti. Spero davvero riescano a mettersi in salvo, e che questa guerra disumana e senza senso finisca al più presto”.

“È stata una brutta avventura: ero a Kiev, l’attacco delle 5.02 della notte mi ha svegliato, avevo paura. I missili avevano colpito l’aeroporto di Boryspil. Ho provato a scappare in Polonia ma dopo dieci chilometri il traffico era paralizzato, così sono andato all’ambasciata. E lì ho trovato una persona che mi ha salvato, l’ambasciatore italiano a Kiev Pier Francesco Zazo: ha messo a disposizione la sua residenza, tre piani, a 105 persone”. È pieno di emozione il racconto di Luciano Luci, 72 anni, ex arbitro di calcio (con 100 presenze in serie A) che era a Kiev come designatore per la serie A e B ucraina.

Luci è atterrato oggi alle 13.40 all’aeroporto fiorentino di Peretola, con un volo diretto da Francoforte dopo essere partito con un pullman da Kiev verso la Moldavia. “Abbiamo vissuto notti con continui allarmi. Alla fine ce l’abbiamo fatta”, racconta ancora Luci che aveva aperto il suo racconto precisando: “La prima cosa che voglio dire è gloria all’Ucraina, gloria agli eroi ucraini”.

All’arrivo a Firenze Luci è stato accolto dalla moglie Gianna e da uno dei figli, Stefano. Raggiungerà la sua abitazione a Barberino di Mugello (Firenze) dove sarà accolto, con una piccola festa, dai suoi concittadini.

“Grande orgoglio l’ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo, che nel trasferimento dell’ambasciata da Kiev a Leopoli ha portato in salvo un gruppo di minori e neonati. L’ennesima riprova del lavoro straordinario del corpo diplomatico e delle forze armate. Grazie”. Lo scrive in un tweet il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE