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Mario Draghi e Vladimir Putin

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Con un’iniziativa da far tremare i polsi, il premier Mario Draghi è planato nella crisi russo-ucraina. E i risultati già si vedono, non solo per l’assunzione di un impegno per la soluzione del conflitto, ma pure per una de-escalation delle tensioni.

Nel corso della telefonata tra Palazzo Chigi e Mosca, avvenuta ieri mattina, il presidente Vladimir Putin ha confermato l’intenzione della Russia di «continuare a sostenere stabili forniture di gas all’Italia». E questo impegno russo è garantito, come dice l’agenzia Tass che ha riferito del colloquio dalle immense difficoltà e dalle incognite incerte.

LE ASSICURAZIONI

Al centro dei colloqui ci sono gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali tra Russia e Occidente. Draghi, come sostiene un comunicato, ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per la de-escalation delle tensioni alla luce delle conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi.

Di conseguenza «è stato concordato un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi». Ma soprattutto è stata sottolineata «l’esigenza di ricostruire un clima di fiducia».

Per ora i russi hanno assicurato che non si tireranno indietro di fronte alle minacce americane sulla crisi. L’assicurazione arriva dall’ambasciata russa dopo il colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken. «Non ci tireremo indietro e non staremo sull’attenti, ascoltando le minacce delle sanzioni statunitensi, non è Mosca a generare tensioni». Su quali siano i reali rischi di conflitto, tra le truppe russe e quelle occidentali della Nato, gli esperti si dividono.

Il generale Carlo Jean, esperto di strategia militare e di geopolitica, docente alla Università Luiss, risponde che il rischio «è rilevante, ma abbastanza improbabile. Generalmente chi attacca lo fa di sorpresa. Sul “Giorno” ha chiesto di sgombrare il campo dagli equivoci. Con 100mila uomini, Putin non può occupare l’Ucraina, né realizzare un cambio di regime. Questo sarebbe possibile solo inviando milioni di uomini nel Paese».

IL NODO UCRAINA

Nelle ultime settimane il presidente Putin ha schierato oltre 100mila truppe, unite a reparti di artiglieria e carri armati, vicino ai confini dell’Ucraina. Per prevenire il rischio di un’invasione, le nazioni della Nato, che unisce Unione europea, Stati Uniti e Canada, hanno minacciato pesantissime sanzioni economiche.

Ma la Russia sembra non avere intenzione di ritirare le truppe e la Nato ha iniziato a prepararsi per un conflitto, spostando aerei e navi da guerra sul fronte orientale e mettendo in stato d’allerta 8.500 soldati. Quanto ai motivi del conflitto, si dice che Putin intenda far leva sulla crisi per ricompattare il consenso all’interno della Russia. Ma si ritiene che un obiettivo razionale potrebbe essere quello di attuare un riallineamento del governo ucraino in senso meno occidentale, contando sul 18% degli ucraini di identità russa e sui parlamentari filo russi della Camera nazionale.

LE RICHIESTE DI VLADIMIR

Durante la telefonata, Putin ha chiesto che l’Ucraina adempia ai propri «impegni» per la soluzione del conflitto «con i separatisti armati filorussi nell’Est del Paese». Putin e Draghi hanno poi discusso in dettaglio lo sviluppo delle «garanzie legali di sicurezza» per la Russia. Putin ha insistito «sull’importanza di rispettare il principio dell’indivisibilità della sicurezza».

La Russia nega qualsiasi intenzione bellicosa, ma condiziona qualsiasi richiesta dell’escalation alle richieste garanzie per la sua sicurezza. In particolare che l’Ucraina non sarà mai membro della Nato e che l’Alleanza ritirerà le sue forze sulle posizioni del 1997. E tra Occidente e Russia continua il rimpallo delle accuse, mentre il responsabile della Nato Stoltenberg nega che l’alleanza abbia «piani per dispiegare truppe in Ucraina».

Intanto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha pranzato a Roma con Elisabetta Belloni, capo del Dis. Nessuna questione internazionale, solo la conclusione dello scontro fra i grillini. Non si sa se sarà la conclusione.


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