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Valdis Dombrovskis

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Dopo le atrocità e i crimini di guerra della Russia rilevati dai satelliti in Ucraina, l’Unione Europea lavora ad altre sanzioni più dure per colpire Putin. Mercoledì 6 aprile dovrebbe esserci una riunione dei 27 ambasciatori dei Paesi Ue (Coreper) che dovrebbero discutere il nuovo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia.

Si valutano misure che puntano a completare le sanzioni sull’import ed export dei prodotti russi, cercando di rendere impossibile aggirarle, come ad esempio l’utilizzo di canali attraverso la Bielorussia da parte della Russia. Non si escludono discussioni sull’inserimento di sanzioni sul petrolio e sul carbone, ma sembra difficile che si arrivi nelle prossime ore a vietare le importazioni di gas russo

Seppure entrando all’Eurogruppo a Lussemburgo, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha detto che si stanno «analizzando le implicazioni per l’economia della guerra in Ucraina e valutiamo gli scenari possibili, tra questi cosa significa per l’Eurozona se il gas russo viene tagliato per qualsiasi motivo, sia se l’Ue inserisce la misura nelle sanzioni o se viene tagliato dalla Russia stessa, ma anche qui la conclusione è che, non senza problemi, è possibile affrontare una tale situazione».

Secondo Dombrovskis non è ancora possibile quantificare l’impatto del conflitto, ma «si prevede un sostanziale rallentamento dell’economia dell’Eurozona ma non una recessione».

I governi Ue restano divisi sulle sanzioni sul gas russo. Dopo le immagini con uomini, ma anche anziani, donne e bambini torturati e uccisi a Bucha, circolate su tutti i media occidentali, non si è fatta attendere la reazione del presidente francese Emmanuel Macron, e presidente di turno dell’Ue, parlando a media francesi: «Quello che è appena successo a Bucha richiede una nuova serie di sanzioni e misure molto chiare. Sono favorevole ad avere un pacchetto di sanzioni, soprattutto su carbone e petrolio, che sappiamo essere particolarmente dolorose. Voglio che siamo in grado di agire».

Di opinione diversa è invece, il governo austriaco, «l’Austria non è a favore di nuove sanzioni legate al gas. Siamo molto dipendenti dal gas russo e penso che tutte le sanzioni che colpiscono noi più di quanto colpiscano la Russia non sarebbero giuste», ha detto il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, arrivando all’Eurogruppo.

Quanto sta accadendo in Ucraina «è estremamente duro, ma quando si parla di sanzioni bisogna restare freddi e se una sanzione ti danneggia di più dell’altra parte allora non è la direzione giusta», ha aggiunto.

Mentre l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue, in una nota, promette nuove sanzioni contro la Russia. «L’Unione europea condanna con la massima fermezza le atrocità denunciate dalle forze armate russe in una serie di città ucraine occupate, che ora sono state liberate. L’Ue continuerà a sostenere fermamente l’Ucraina e avanzerà con urgenza nell’elaborazione di ulteriori sanzioni contro la Russia».

Borrell ha condannato le «immagini inquietanti di un gran numero di morti e vittime civili, così come la distruzione delle infrastrutture civili mostrano il vero volto della brutale guerra di aggressione che la Russia sta conducendo contro l’Ucraina e il suo popolo. I massacri nella città di Bucha e in altre città ucraine saranno iscritti nella lista delle atrocità commesse sul suolo europeo».

Borrell ha ribadito chiaramente che «le autorità russe sono responsabili di queste atrocità, commesse mentre avevano un controllo efficace della zona. Essi sono soggetti al diritto internazionale di occupazione. I responsabili dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni, nonché i responsabili funzionari governativi e i leader militari saranno ritenuti responsabili».

Il presidente Putin «deve fermare questa guerra immediatamente e incondizionatamente», ha insistito Borrell. L’Ue non ha dubbi: «queste aree di cui parliamo sono state sotto l’occupazione, sotto il controllo dell’aggressore, delle truppe russe, o sono state bombardate dall’aggressore. Quindi, naturalmente, non c’è nessun altro che avrebbe potuto commettere queste atrocità», ha detto portavoce del Servizio esterno dell’Ue, Peter Stano.

«Ovviamente ci deve essere un’indagine» che già è stata annunciata dalla Corte penale internazionale e l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, ha detto Stano. Mentre il portavoce Ue ha chiarito che, per quanto riguarda invece le sanzioni annunciate dalla Russia, «nessuno nella Commissione europea è stato colpito perché la lista dei nomi delle persone è sconosciuta, non è stata pubblicata, non è stata condivisa con noi». Poi il portavoce ha aggiunto: «Siamo solo stati informati che le autorità russe hanno esteso le sanzioni mirando a funzionari europei, del Parlamento europeo, degli stati membri eccetera. Ma non sappiamo altro».

Non è infatti ancora chiaro esattamente gli alti rappresentanti delle istituzioni europee che sarebbero stati colpiti dalle nuove sanzioni annunciate dal Cremlino. «Questo è molto significativo rispetto alle differenze: quando si guarda alle misure prese da noi, sono sempre prese con una base legale, molto trasparenti, pubbliche. Inclusi i nomi, incluse le liste con i criteri, e incluse le possibilità di fare ricorso», ha detto.

«Credo sia solo un nuovo esempio di come lavora il Cremlino e affronta queste questioni. Per questo rispondo che ‘non siamo colpiti’ dalle sanzioni», ha aggiunto. Il Cremlino ha annunciato il divieto di ingresso in Russia per i vertici delle istituzioni europee il 31 marzo, eppure ancora non si ha un elenco delle persone europee colpite dalle sanzioni.


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