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La statua del Colosso di Costantino

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Il colosso di Costantino torna a intimorire il mondo: ricostruita a grandezza naturale la gigantesca statua dedicata all’imperatore romano


I lineamenti decisi e lo sguardo fiero verso l’orizzonte che costruirà. La mano che stringe lo scettro, il drappo dorato che scende regale e quel ginocchio scoperto, segno di devozione come nella tradizione omerica. Imponente e mastodontico con i suoi 13 metri di altezza, oggi come allora il Colosso di Costantino emoziona e segna la distanza tra lui e chi si ritrova al suo cospetto.
Il colosso di Costantino è tornato a casa.

La statua colossale di una delle figure più importanti della storia classica, realizzata probabilmente dopo la vittoria su Massenzio al Ponte Milvio nel 312 d.C., quando Costantino divenne padrone assoluto di Roma e della parte occidentale dell’impero, è visitabile gratuitamente dal pubblico dopo la ricostruzione e la collocazione all’interno del giardino di Villa Caffarelli, sul colle del Campidoglio, accanto a uno degli ingressi dei Musei Capitolini, dove rimarrà almeno per tutto l’anno giubilare. Poi, si valuterà se trasferirla all’interno del Museo della Civiltà Romana.

Partendo da alcuni frammenti, molti dei quali recuperati nel 1486 nella Basilica di Massenzio, la statua – uno degli esempi più significativi della scultura romana tardo-antica – è stata riprodotta in resina e gesso con una struttura portante in alluminio che ne permette il montaggio e lo smontaggio.
L’opera, ispirata come molti lavori dell’epoca al Colosso di Zeus a Olimpia di Fidia, una delle sette meraviglie del mondo antico, mostra Costantino come compagno degli dei raffigurando la natura stessa del suo potere come divina, ed è probabilmente il risultato del riadattamento di una statua più antica, che potrebbe essere la statua di culto di Giove Ottimo Massimo un tempo collocata all’interno del tempio a lui dedicato sul Campidoglio.

LA SODDISFAZIONE DEL SINDACO GUALTIERI PER LA RICOSTRUZIONE DEL COLOSSO DI COSTANTINO

“È un’opera di grande importanza dal punto di vista storico monumentale ma anche tecnologico per migliorare la nostra percezione dei capolavori del passato di cui abbiamo traccia”, ha spiegato il sindaco di Roma Gualtieri. “Siamo contenti di averla realizzata qui, accanto a uno degli ingressi dei Musei Capitolini, tra i luoghi più importanti del mondo per la storia e la museologia. Quest’opera ci fa capire come era davvero la statua di cui avevamo frammenti sparsi, è una statua ancorata nella storia dell’arte e della scultura antica”.
“La ricostruzione del Colosso di Costantino dimostra un grande studio scientifico e un’avanzata professionalità tecnica nel difficile compito di ricostruire e innalzare le grandi opere e i monumenti antichi” ci racconta Valter Mainetti, presidente della Fondazione Sorgente Group.

“Il processo di anastilosi per i templi è da sempre molto dibattuto per l’annoso dilemma se ricostruire non possa creare dei falsi storici. Ma credo che l’esempio del Colosso, così come il recente innalzamento delle colonne della Biblioteca del Foro di Traiano, sempre su progetto della Sovrintendenza Capitolina, possano indicare la via giusta da seguire. Una ricostruzione scientificamente documentata può restituire all’antico la sua grandiosità ai nostri occhi.
Anche nell’ambito dei progetti di valorizzazione della Fondazione Sorgente Group abbiamo utilizzato la tecnologia per ricostruire virtualmente, attraverso filmati multimediali, la scultura dell’Athena Nike ed ha riscosso grande successo tra gli archeologi e il più vasto pubblico”.

«STIAMO CERCANDO DI RECUPERARE LE DIMENSIONI DELL’ANTICHITÀ»

“Stiamo cercando di recuperare le dimensioni dell’antichità” spiega ancora il sindaco di Roma Gualtieri “per esempio col museo della Forma Urbis, collocando i frammenti di Settimio Severo sopra una mappa famosissima del ‘700 per renderli intellegibili, e sulla quale si può camminare. Lo facciamo in profondità, con gli scavi di Torre Argentina e i negozi di via Flaminia, ancora in verticale con l’anastilosi della Basilica Ulpia, e ora lo facciamo con questa statua colossale. Ci piace che quest’opera sia resa fruibile sia per essere ammirata in sé, sia come porta per uno scrigno di tesori quale è il Colle Capitolino. Grazie dunque a chi ci sta aiutando a comprendere bene il passato: chiunque potrà goderne gratuitamente in questo giardino che sarà aperto, e invitiamo tutti ad andare ai Musei Capitolini che ogni volta sanno sorprendere”.


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