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Parallela a quella causata dal Covid-19, è in agguato una strage surrettizia. Le sue vittime non moriranno tutte in un reparto di terapia intensiva, con i polmoni arsi dal virus, ma per chissà quali altre malattie che potrebbero insorgere a causa degli effetti collaterali della pandemia.

È un disperato campanello d’allarme quello lanciato dagli esperti della Duke University, della Harvard Medical School e della John Hopkins University, autori di un documento a proposito dell’impatto a lungo termine che la disoccupazione dovuta al Covid avrà sulla mortalità.

Un numero «sbalorditivo»

Lo studio rileva che le perdite di vite umane negli Stati Uniti per causa indiretta del virus «potrebbero superare di gran lunga quelle immediatamente correlate alla malattia acuta di Covid-19». Secondo gli esperti, «la recessione causata dalla pandemia può mettere a repentaglio la salute della popolazione per i prossimi due decenni». In particolare tra marzo e aprile il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è balzato da quasi il più basso negli ultimi 50 anni a essere il più alto dall’inizio dell’attuale sistema di misurazione del 1948.

E oggi, sebbene si sia registrata una ripresa, il dato dei senza lavoro resta preoccupante. Gli autori si sono messi a studiare come nella storia recente la disoccupazione abbia inciso sulla mortalità delle popolazioni. Ebbene, sulla base delle dinamiche e dei parametri che hanno scoperto, sono giunti a prevedere che nei prossimi 20 anni, moriranno 1,37milioni di persone in più di quante ne sarebbero decedute senza lo choc della disoccupazione dovuto alla pandemia. Numero che gli stessi ricercatori definiscono «sbalorditivo».

Più vittime tra gli afroamericani

Essi hanno altresì scoperto che il picco di decessi riguarderà «in modo sproporzionato gli afroamericani». L’aumento delle morti ogni 100mila persone nei prossimi 20 anni, secondo la ricerca, sarebbe di 32,6 per gli afroamericani e di 24,6 per gli americani bianchi. In totale, dovremmo attenderci circa un 3,2% di morti in più in tutti gli Stati Uniti. Occorre allora restringere le misure anti-Covid per alleviare tali effetti collaterali? Gli autori dello studio precisano di non voler suggerire ai responsabili politici questa strada, piuttosto invitano a riflettere su interventi in favore della salute pubblica e dell’economia, soprattutto nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione.

La sindemia

Eppure non sembra essere soltanto la disoccupazione a provocare più lutti. Secondo lo studio, «è probabile che l’accesso limitato all’assistenza sanitaria durante il blocco, l’interruzione temporanea degli interventi di cura preventiva, la massiccia perdita di copertura assicurativa sanitaria fornita dal datore di lavoro e la riluttanza delle persone a frequentare ospedali per paura di contrarre il Covid (LEGGI) potrebbero avere un impatto ancora più grave sul tasso di mortalità».

Già a metà anni 90 Merril Singer, antropologo e medico statunitense, introdusse il concetto di “sindemia” per indicare una serie di problematiche sociali innescate dalla diffusione di una patologia clinica. Non sappiamo quante delle morti dei prossimi vent’anni saranno da attribuire alle conseguenze dell’attuale pandemia, ciò che sappiamo è che le conseguenze dell’attuale pandemia esistono e sono già realtà.


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