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Amadeus e Marco Mengoni

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Amadeus riesce a riportare i giovani davanti alla televisioni grazie ai talenti portati sul palco di Sanremo con un indubbio successo


Il quinto festival di Sanremo gestito da Amadeus è stato un indubbio successo politico e commerciale. La chiave di tale successo, non solo da questa edizione, sta nella selezione e nella scelta dei cantanti. La Rai e Amadeus hanno portato sul palco di Sanremo giovani e giovanissimi talenti, spesso rivelatesi tali grazie a programmi come Amici e X Factor, il primo di Mediaset, il secondo di Sky. Tali giovani talenti sono seguiti sui social media da un folto numero di fan e di followers, che sono sempre più addestrati ad usare Internet per essere co-protagonisti degli eventi, Sanremo incluso, più del pubblico tradizionale di età medio-alta.

Così i giovani e i giovanissimi sono tornati per cinque giorni davanti all’apparecchio televisivo famigliare, utilizzato contemporaneamente al commento e all’iniziativa sui social. Sul totale dei giovani che erano davanti al televisore nelle prime tre giornate del Festival , l’84% guardava Sanremo. Percentuale salita all’86% con la quarta serata di venerdì. Non a caso, una presenza rilevante nel Festival è stata quella dei protagonisti di Mare Fuori, una fiction Rai di successo proprio tra i giovani e i giovanissimi. La serata di venerdì , infatti, è quella che meglio spiega il successo dell’operazione: i giovanissimi talenti hanno affiancato i cantanti del recente passato nell’interpretare brani che hanno fatto la “storia sentimentale” degli spettatori di età avanzata, da Battisti a Vecchioni, dai Ricchi e Poveri a Cocciante, unificando pubblici che hanno comportamenti molto diversi nel consumo della musica e dei contenuti audiovisivi.

SANREMO, AMADEUS E L’IMPATTO DEI GIOVANI

E così, da martedì a giovedì, i primi tre giorni del Festival, rispetto agli stessi giorni delle quattro settimane precedenti, hanno portato davanti alla tv in prima serata 3,4 milioni di persone in più, diventati quattro milioni in più aggiungendo la quarta serata.. Ne sono stati tolti da Sanremo quasi un milione all’offerta di canali in streaming (Netflix, Amazon Prima, Disney+, Paramount+). Nei primi tre giorni del Festival, Rai1 ha aumentato il proprio ascolto in prima serata di ben 8,6 milioni di individui. Arrivati a nove milioni con la serata “centrale” del venerdì sera. La quale ha raggiunto un ascolto di oltre 12 milioni di individui (12,224mila), un risultato che non si vedeva dal 1999. Quando però in tv c’era il duopolio, la pay tv ancora stentava e e non esisteva lo streaming sugli SmarTv collegati alla Rete.

Un successo politico, che potrebbe rafforzare l’attuale amministratore delegato Roberto Sergio: molti davano come già sostituito da Giampaolo Rossi o dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Nei giorni precedenti al Festival, Sergio ha rilasciato due interviste non certo da vertice uscente a breve termine, soprattutto dopo che il Cda ha approvato il suo Piano Industriale triennale. Non è da escludere l’ipotesi di una proroga dell’attuale vertice, che scade proprio in prossimità delle elezioni europee di giugno, anche alla luce degli ottimi risultati del Festival (e per spartirsi il Cda secondo il risultato elettorale).

UN SUCCESSO COMMERCIALE INDUBBIO CON 60 MILIONI DI INTROITI PUBBLICITARI

Un successo commerciale, con i 60 milioni di introiti pubblicitari e una forte ricaduta sull’immagine di Rai1 come rete leader nazionale. Qui sta un altro aspetto del Festival: è indubbiamente un evento Rai ma è anche diventato nel tempo un evento nazionale e perfino internazionale, come dimostra il successo della playlist di Sanremo su Spotify, la piattaforma per lo streaming musicale dove ha raggiunto già alla terza serata il maggior ascolto al mondo. Tutte le principali radio commerciali private erano presenti con una propria redazione al Festival e hanno contribuito al suo successo. Anche le altre tv nazionali, che pure hanno perso ascolti considerevoli nella cinque giorni di Sanremo, hanno “dovuto” parlare dell’evento.

Restano, anche in questa edizione, alcune “sbavature” ,soprattutto in materia di pubblicità non dichiarata, si veda le scarpe di John Travolta, sulle quali l’Agcom dovrebbe intervenire, come già fece lo scorso anno con il “caso” Ferragni-Amadeus. Restano verdetti spesso discutibili, come dimostrano i fischi che hanno accolto quello di venerdì sera. Resta la domanda di fondo: Sanremo – e la tv degli eventi – è anche servizio pubblico? La Rai, in attesa della risposta, riprende fiato in una stagione molto difficile sul fronte dell’ascolto e su quello istituzionale e politico dopo la manovra sul canone.


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