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La combinazione tra prezzo del gas e livello di spread entrambi in discesa sostiene l’economia italiana e allontana il rischio di recessione

Inizio d’anno a tutta velocità per la Borsa di Milano che, con un rialzo dell’1,7 per cento, ha raggiunto i livelli toccati in aprile. La spinta decisiva è arrivata dal calo del prezzo del gas, sceso ai livelli minimi da novembre 2021: a quota 65 euro al mwh. «È presumibile che il mese di gennaio farà registrare una diminuzione delle tariffe», affermano dall’Arera.

Sarebbe una bella boccata d’ossigeno per tutta l’economia. Anche perché, nonostante i risparmi che sono stati messi in campo dal governo, il 2022 ha presentato un conto energetico particolarmente salato per le famiglie italiane. In media si tratta di un rincaro di 1.866 euro, con un rialzo del 64,8% sul 2021. Secondo le associazioni dei consumatori, se al gas si somma la luce arriviamo a un salasso complessivo pari a 3.547 euro.

SI ALLENTA LA TENSIONE SUI TITOLI DI STATO

A sorpresa, intanto, l’inflazione francese rallenta e stamattina verrà pubblicato il dato riguardante l’Italia . Il dato di Parigi, che arriva dopo quelli della Spagna e della Germania, potrebbe permettere – almeno in teoria – alla Banca centrale europea di tirare il fiato e frenare gli aumenti dei tassi di interesse, spuntando così le ali dei falchi che, in questi giorni, hanno continuato ad alzare il tiro.

Altrettanto sorprendentemente, si allenta la tensione sui titoli di Stato italiani che – a sentire gli economisti intervistati dal Financial Times – dovrebbero soffrire di più nel caso in cui la Banca centrale europea dovesse continuare a stringere. Uno scenario che i mercati vedono con favore, in particolare per gli effetti sullo spread italiano. Risultato: il differenziale di rendimento scende a 199 punti base mentre il rendimento del decennale finisce per scivolare al 4,2 per cento.

Le incognite sono numerose. A cominciare dal fatto che nel mese di dicembre la Bce ha diminuito di 2,139 miliardi i reinvestimenti in titoli del settore pubblico italiano nell’ambito del programma Quantitative easing. È quanto riferisce la Banca centrale, che a novembre aveva ridotto i reinvestimenti in titoli pubblici italiani per 2,967 miliardi.

La ritirata potrebbe provocare delle tensioni sui Btp, considerato che l’Italia dovrà collocare 320 miliardi di titoli quest’anno. Francoforte, in un articolo sul suo blog riconosce come il rifinanziamento sarà «più costoso» e che è finita l’era del «pasto gratis».

PRIORITÀ BCE: LOTTA ALL’INFLAZIONE

Dopo mesi di tentennamenti, Lagarde ha sposato a pieno la linea portata avanti da Isabel Schnabel, influente membro del board della Bce, insieme al numero uno della Bundesbank, Joachim Nagel, e al presidente della De Nederlandsche Bank, Klaas Knot. La linea è: priorità assoluta al contrasto dell’inflazione.

Del resto, come sottolineato da S&P Global, la contrazione nel settore manifatturiero dell’area dell’euro è rallentata a dicembre tra il recupero delle catene di approvvigionamento e l’attenuazione delle pressioni inflazionistiche.
L’indice Pmi nel settore manifatturiero è salito a un massimo di tre mesi di 47,8 a dicembre da 47,1 di novembre. Non solo. Nel 2022 in Germania, in media, sono stati occupati circa 45,6 milioni di persone. E questo, secondo l’ufficio federale di statistica Destatis, è il livello più alto rilevato dalla riunificazione tedesca nel 1990.

IL MERCATO DEL LAVORO

Nello specifico, il numero medio annuo di persone occupate nel 2022 è aumentato di 589.000 unità (+1,3%) su base annua: altro elemento che sottolinea la vivacità del mercato del lavoro e potrebbe giustificare la linea dei falchi. A inizio febbraio, quando il Consiglio direttivo della Bce si riunirà, lo scontro fra la linea dura e quella morbida sarà significativo.

PREZZO DEL GAS, SPREAD E RISCHIO RECESSIONE CHE SI ALLONTANA

Il punto centrale resta il prezzo del gas, sceso del 15% da inizio 2023 e di quasi il 50% nell’ultimo mese, inferiore dell’80% rispetto ai livelli record di 350 euro raggiunti in agosto. Diverse le ragioni di questo calo. Innanzitutto le importazioni record di Gnl e le scorte al top che alleviano le preoccupazioni. La terza ragione per la flessione continua dei prezzi del gas è l’inverno mite, cui va sommato l’aumento della produzione di energia dal vento (quarto motivo) e le minori esportazioni verso la Francia (quinto) che hanno consentito alla Germania di rifornire gli impianti di stoccaggio. Fra l’altro proprio oggi è arrivata la prima nave di gnl proveniente dagli Stati Uniti

Allo stesso tempo, le forniture dalla Russia inviate attraverso l’Ucraina risultano stabili (sesto) e le previsioni meteorologiche indicano temperature da normali a superiori alla media fino almeno alla metà di gennaio. A questo si aggiungano i timori dei mercati per recessione provocata dalla Fed (settimo motivo). Queste preoccupazioni stanno sgonfiando le quotazioni del petrolio. E va considerato che l’andamento dei contagi in Cina potrebbe rallentare la ripartenza dell’economia.

Sul fronte politico, i leader della Ue hanno raggiunto un accordo per limitare i prezzi del gas naturale, se i valori sul contratto Ttf olandese del primo mese superano i 180 euro per megawatt all’ora per tre giorni e se il prezzo del Gnl è superiore a 35 euro. Considerando l’intero 2022, i prezzi del gas naturale in Europa sono aumentati di quasi il 14 per cento.


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