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Il caro benzina è la prima vera grana del governo Meloni. La fine dello sconto sulle accise, misura voluta fortemente dall’Esecutivo Draghi all’indomani dell’invasione russa, non solo fa riesplodere il prezzo del carburante ma fa rinsaldare le opposizioni e Forza Italia.

Non a caso a tarda sera, in Consiglio dei ministri ha preso forma una “operazione trasparenza” per monitorare i prezzi ai distributori. Non si può definire una prova laboratorio per un cambio di maggioranza, ma è il primo vero scossone per l’Esecutivo della leader di FdI.

GLI ATTACCHI DELLA SINISTRA

Dal Pd ai 5Stelle si sprecano gli attacchi che costringono l’Esecutivo al passo indietro. «La maggioranza è in tilt – dice Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci del Pd -. Prima cercano i responsabili delle speculazioni sulla benzina e scoprono che i responsabili sono loro. Poi si spaccano: Forza Italia e Lega vorrebbero ripristinare lo sconto sulle accise, Meloni no».

Sulla stessa scia Matteo Renzi: «Dopo aver aumentato le accise, Meloni e Salvini si domandano preoccupati chi abbia fatto impennare il prezzo della benzina. Per avere la risposta non serve una commissione d’inchiesta, basta che si facciano un selfie».

Insiste Mariastella Gelmini, già ministra del governo Draghi e oggi vicesegretaria di Azione, che consiglia all’Esecutivo di porre rimedio subito anche con una misura ponte: «Gli aumenti del carburante saranno pure il frutto anche di episodi di speculazione, ma almeno per quanto attiene a 30 centesimi sono stati decisi dal governo Meloni nel decreto di novembre prima e in legge di Bilancio poi. Una scelta sbagliata che stanno pagando i consumatori: il governo reintroduca oggi stesso i tagli delle accise deliberati dal governo Draghi. Lo facciano temporaneamente, visto che dicono di voler procedere a una revisione complessiva e definitiva, ma lo facciano oggi».

E ancora, il coro di proteste arriva dal M5S con Michele Gubitosa: «La Meloni si sta comportando come un piromane che il giorno prima appicca il fuoco e il giorno dopo chiede un incontro ai vigili del fuoco per capire le cause dell’incendio. La verità è solo una: il carburante è aumentato perché la Meloni ha tolto lo sconto sulle accise. Ennesima promessa non mantenuta: tutti ricordiamo Giorgia Meloni, addirittura in un video dal benzinaio, gridare allo scandalo e pretendere da Giuseppe Conte l’eliminazione delle accise».

FORZA ITALIA INCALZA

La novità di giornata è rappresentata dalla presa di posizione di Forza Italia. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato e voce assai influente all’interno del centrodestra, interviene sulla questione ai microfoni di “Coffee Break” su La7: «La manovra è stata destinata, per la maggior parte, al caro energia. Sono stati impiegati circa 21 miliardi di euro per imprese e famiglie. Il governo Draghi aveva impostato una discussione sul tetto al prezzo del gas a livello europeo che non è mai riuscito a realizzare. Il governo attuale, invece, lo ha messo in pratica con un’azione che ha subito favorito la discesa dei prezzi».

Se questa è la premessa, poi arriva la bordata: «Dopodiché sulle accise, che sono una componente fiscale del prezzo della benzina in minima parte destinato al benzinaio, serve un taglio netto. Se la questione non si risolve, dobbiamo reintervenire sulla questione perché è giusto combattere la speculazione».

 Più sfumate le parole di Giorgio Mulè: «La questione vera, adesso, è quella di agire in maniera strutturale per realizzare un taglio delle accise, ma non è una cosa che può essere risolta in un batter d’occhio,  perché ci sono dei limiti di bilancio con cui bisogna fare i conti». Il vicepresidente della Camera sottolinea: «Quello che si può fare è impegnarsi in un percorso che da qui a 2, 3, 4 anni porterà a una riduzione delle accise, che comunque non potrà mai essere del 100%, perché servirebbero troppe risorse che ci servono per aiutare i cittadini più bisognosi nell’immediato».

LE IPOTESI SMENTITE SULLA SPECULAZIONE

È questo, insomma, il contesto in cui si ritrova l’inquilina di Palazzo Chigi. I mugugni sono diffusi e l’ipotesi di speculazione sul prezzo alla pompa di benzina, ripetuta dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal vicepremier Matteo Salvini, viene sconfessata dai dati pubblicati dal ministero dell’Ambiente, guidato, guarda caso,  dall’azzurro Gilberto Pichetto Fratin. Nella prima settimana, da quando sono stati tagliati gli sconti sulle accise, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio è  sostanzialmente in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise.

Dati avvalorati dalle parole del berlusconiano Luca Squeri, parlamentare e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia: «I dati del ministero dell’Ambiente sui prezzi della benzina nella prima settimana di gennaio fanno finalmente chiarezza rispetto alla lettura distorta dei fatti che è  stata data in questi giorni. I prezzi alla pompa sono aumentati di una cifra addirittura inferiore a quella delle accise reintrodotte».

Non è dato sapere come andrà a finire. I bookmaker di Montecitorio non credono certo nella crisi di governo. «È ancora prematura». C’è chi sostiene si tratti più di un gioco delle parti in cui «Forza Italia gioca a fare il poliziotto cattivo». Altri, invece, ritengono sia più «un’operazione di logoramento». Logora oggi, logora domani, qualcosa prima o poi succederà.


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