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Ursula von der Leyen

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Green Deal Ue, una “soluzione ponte” in attesa del Fondo di sovranità

La Commissione europea affida al piano industriale per il Green Deal, annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen a Dovos, la risposta all’Inflation Reduction Act (Ira), il maxi pacchetto di sussidi – 390 miliardi – messo in campo da Joe Biden per sostenere la transizione energetica americana. E in attesa del varo del Fondo sovrano europeo che servirà per finanziarlo, accanto all’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato – che andrebbe a beneficio soprattutto dei Paesi con maggior spazio fiscale, tra i quali sicuramente non figura l’Italia -, lavora a una «soluzione ponte» per garantire «un sostegno rapido e mirato» e «condizioni di parità per le imprese di tutta Europa». Von der Leyen ne ha parlato ieri, illustrando le linee programmatiche del Piano industriale per il Green Deal di fronte all’aula di Strasburgo riunita in plenaria.

Una strategia industriale, che punta sulle tecnologie verdi, che poggia su 4 pilastri: regole, finanziamento, competenze e commercio. L’obiettivo, ha ribadito von der Leyen, è zero emissioni «in meno di tre decenni»: «Tutti sanno che la chiave per guidare questa trasformazione è il nostro settore delle tecnologie pulite. L’Agenzia Internazionale per l’Energia stima che il mercato delle energie green prodotte in serie avrà un valore di circa 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, più del triplo dei livelli attuali».

Il primo pilastro riguarda la costruzione di un quadro normativo che «ci consenta di crescere rapidamente e di creare condizioni favorevoli per l’industria delle tecnologie pulite», ha affermato. Per questo la Commissione Ue darà vita a un nuovo ‘Net-Zero Industry Act’, una Legge dell’Ue per l’industria a zero emissioni sul modello del ‘Chips Act’, la legge europea sui semiconduttori presentata a febbraio scorso. Attraverso il Net-Zero Industry Act «vedremo come semplificare e velocizzare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione a tecnologia pulita», ha spiegato la presidente.

Sul piano finanziario, il secondo pilastro del piano, la Commissione proporrà un adattamento del quadro normativo per gli aiuti di Stato, in modo da renderli più semplici e veloci. Ma non tutti i Paesi hanno lo spazio fiscale per sostenerli – in gran parte sono notificati da Germania e Francia – pertanto Bruxelles sta valutando come aumentare i finanziamenti Ue. «Dobbiamo preservare condizioni di parità per le imprese di tutta Europa. Quindi, al di là del Fondo sovrano europeo che ho annunciato nel mio Stato dell’Unione, cercheremo una soluzione ponte per fornire un sostegno rapido e mirato dove è più necessario», ha affermato la presidente, senza tuttavia fornire dettagli sulle misure allo studio.

Dal canto suo, intanto, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sostenuto la necessità di considerare l’estensione del Sure, lo strumento temporaneo europeo approvato dalla Commissione e dal Consiglio durante il primo lockdown per supportare gli Stati membri nella protezione dei posti di lavoro messi a rischio dalla crisi Covid. «Potrebbe essere una risposta realistica e tangibile per la solidarietà in Europa», ha sottolineato Michel, suggerendo poi che la Bei, la Banca europea per gli investimenti, potrebbe giocare un ruolo importante, di «spina dorsale» per il Fondo sovrano europeo.

Tornando ai pilastri del Piano industriale, il terzo punta sulle competenze, le persone. Con il quarto pilastro, ha continuato von der Leyen, «diamo seguito alla nostra ambiziosa agenda commerciale. Affinché la tecnologia pulita possa produrre emissioni zero a livello globale, sarà necessario disporre di catene di approvvigionamento forti e resistenti».

A Strasburgo, von der Leyen ha dato intanto conto dei risultati della strategia Ue contro la guerra sul gas messa in campo dal Cremlino contro il sostegno europeo all’Ucraina. «Putin ha deciso di tagliare dell’80% le forniture di gas e questo è stato un grosso errore strategico, perché ci siamo liberati dalla sua presa», ha affermato. «I nostri sforzi sul gas stanno pagando, i prezzi sono più bassi e i prezzi del TTF di Amsterdam sono scesi dell’80% da agosto (ieri, dopo un’apertura in calo, ha chiuso a 63 euro a mwh, ndr). I nostri stoccaggi sono sopra all’80%, tra i livelli più alti di sempre».

Quest’inverno sembra essere in sicurezza, quindi. «Ma non siamo ancora fuori pericolo, ora dobbiamo prepararci per il prossimo inverno», ha avvertito. La piattaforma operativa per gli acquisti congiunti è operativa, ha assicurato: «Stiamo creando 18 consorzi europei che ci consentiranno di aggregare la domanda e di sfruttare efficacemente il peso politico e di mercato dell’Ue. Puntiamo ad avviare i negoziati con i principali fornitori internazionali di gas già all’inizio della primavera con l’obiettivo di concludere i primi contratti congiunti molto prima di questa estate».


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