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Ignazio Visco

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Equilibrio nell’azione di politica monetaria per garantire la tenuta di imprese e famiglie aggredite dalla crisi. Il primo discorso ufficiale dell’anno del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco alla platea degli operatori finanziari, Assiom-Forex, disegna un quadro realistico della situazione in uno dei momenti più difficili per l’economia mondiale.

Spiega  che gli indicatori sono migliori delle attese. Guerra in Ucraina, inflazione, costi dell’energia e delle materie prime sono dati di fatto inoppugnabili, non possiamo toglierci l’elmetto. Ma il Governatore dice che alcuni fattori, fra i quali la capacità europea di reagire sul fronte energetico, unita a un calo della domanda, ha fatto diminuire le quotazioni. Certo l’inflazione rimarrà alta, ma un contenimento dei costi energetici potrà aiutare, e qualche timido segnale positivo lo abbiamo già riscontrato.

Uno scenario in evoluzione. Abbiamo chiuso il 2022 sfiorando una crescita del 4 per cento, sarebbe dello 0,6 nel 2023. Non si dice ma forse lo spauracchio di recessione sembra allontanarsi. I mercati finanziari del resto stanno già incamerando lee aspettative di ribasso dell’inflazione.

Già nelle scorse settimane il Governatore aveva dato segnali in tal senso. Ma a Milano  ha espressamente preso posizione sulle scelte della politica monetaria condotta dalla Bce, collocandosi in una posizione intermedia fra  falchi e l colombe. “Ci vuole equilibrio -dice-  fra aumento dei tassi” per non lasciare l’inflazione troppo alta a lungo e quello di fare troppo con gli aumenti, “con possibili cadute del reddito e dell’occupazione, compromettendo la stabilità finanziaria”. Dopo l’ultimo aumento di mezzo punto ne arriverà un altro di pari importo a marzo. “Dopo,-sottolinea Visco-. occorrerà procedere valutando volta per volta gli indicatori, a partire dall’inflazione, visti i suoi mutevoli scenari”.

E bisogna farlo con grande attenzione, avverte Visco a proposito dei difetti di comunicazione ai mercati e all’opinione pubblica che si sono purtroppo registrati. Il Governatore non ha nascosto i danni che tassi alti e alta inflazione provocano a imprese e famiglie. Ma ci dice che abbiamo una buona corazza difensiva. Se è vero che abbiamo un elevato debito pubblico, è anche vero che abbiamo un basso debito privato. Con livelli assai migliori degli altri paesi europei. In generale quindi per imprese e famiglie permane una buona capacità di rimborso dei debiti.

Comunque la sola politica monetaria non potrà da sola far fronte ai problemi. Tutti devono concorrere. A partire dalle parti sociali che dovranno affrontare con giudizio i rinnovi contrattuali per non generare ulteriore inflazione, fino alle autorità europee, per arrivare al Governo. Ci vuole una cauta politica di bilancio in grado di attenuare gli effetti dei rincari energetici con interventi mirati e temporanei. Non si può poi far slittare un insieme di provvedimenti per il processo di consolidamento dei conti pubblici. E si dovrà agire al meglio affinché gli investimenti per i progetti previsti dal PNRR siano ben indirizzati per favorire la ripresa e l’occupazione.


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