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La Banca centrale europea (Bce) ha deciso, come previsto, di mantenere invariati i tassi al 4,5%. Ha anche annunciato la fine anticipata dei reinvestimenti nei titoli di stato acquistati in periodo Covid.

A differenza della Fed, nessun riferimento a possibili tagli dei tassi. E così i mercati, che avevano aperto in grande spolvero per festeggiare il regalo di Natale annunciato da Jerome Powell, hanno rallentato la corsa. Francoforte si attesta sotto la parità dello 0,04%. Parigi guadagna lo 0,59% (in scia al balzo del 9,46% del titolo di Vivendi a 9,81 euro per azione, che ieri ha annunciato la divisione in tre entità separate che saranno quotate autonomamente), Madrid sale dello 0,69% e il Ftse 100 di Londra dell’1,34%. Milano cresce dello 0,2%.

CRESCITA E INFLAZIONE

«Le attuali condizioni dei tassi d’interesse, se mantenute per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo significativo al raggiungimento dell’obiettivo d’inflazione», si legge nel comunicato. Gli acquisti di titoli di Stato saranno ridotti a partire dalla metà dell’anno prossimo. Il taglio avverrà gradualmente a partire da giugno, con un ritmo medio di 7,5 miliardi al mese rispetto ai 15 attuali. A dicembre le operazioni saranno del tutto interrotte. La decisione è stata presa all’unanimità.

A illustrare le poche novità della giornata è stata Christine Lagarde con un filo di voce: il Covid l’ha colpita per la seconda volta lasciandole una bronchite acuta. Le decisioni annunciate ieri riflettono le nuove stime dello staff Bce, che per l’inflazione vedono un trend che calerà dal +5,4% del 2023 al +2,7% del 2024, al 2,1% del 2025 e all’1,9% del 2026.

Rispetto alle proiezioni di settembre sono state ridotte le stime per il 2023 (erano al 5,6%) e per il prossimo (da 3,2%) mentre è stata confermata quella per il 2025.

Per quanto riguarda la crescita, gli esperti Bce hanno abbassato le previsioni 2023 allo 0,6% (da 0,7%) e allo 0,8% per il 2024 (da 1%), mentre è stata confermata all’1,5% la stima per il 2025, ritmo di crescita che dovrebbe ripetersi anche nel 2026. In conferenza stampa, Lagarde è stata sollecitata più volte sul confronto con la Fed che ha previsto per il 2024 tre tagli da 0,25% ciascuno. Lagarde ha dribblato le domande dicendo che la Bce resta strettamente dipendente dai dati e attende nuove informazioni dalle rilevazioni che saranno pubblicate nei primi mesi del 2024.

«NON SI ABBASSA LA GUARDIA»

«Non si passa in un solo colpo dallo stato solido a quello gassoso, perché ci sono vari stadi intermedi» ha detto per spiegare la resistenza a ogni cambio di passo sui tassi. Poi ha utilizzato la solita formula: «C’è ancora del lavoro da fare e quel lavoro può essere svolto mantenendo i tassi sui livelli attuali», ovvero su livelli sufficientemente restrittivi per garantire il ritorno tempestivo dell’inflazione al target del 2%.

«È il momento di abbassare la guardia? Assolutamente no. Servono altri dati che indichino che anche le pressioni interne sui prezzi sono in calo, e avremo molti dati soprattutto nella prima metà del 2024».
Lagarde ha concluso indicando che nello scenario di base della Bce non è prevista una recessione, sebbene nel terzo trimestre l’economia dell’Eurozona abbia registrato una lieve contrazione.


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