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Vladimir Putin

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Il presidente della Russia, Vladimir Putin, attacca i Paesi dell’occidente arrivando ad accusarli di voler sterminare i russi come i nazisti

«L’Occidente è a un passo dallo sterminio di ciò che non gli piace. Ha fatto un gioco sporco, sanguinoso, senza considerare gli interessi degli altri Paesi». Vladimir Putin torna a parlare, lanciando nuove accuse al blocco Nato. E mostrandosi, nuovamente, come il leader delle economie emergenti, dei nuovi centri di potere, in contrapposizione alla decadenza occidentale. Lo ha fatto intervenendo al Valdai forum in corso a Mosca, think tank e piattaforma di dialogo considerata molto vicina proprio all’uomo del Cremlino.

E dopo aver fatto risuonare il campanello d’allarme sugli elevati rischi di un conflitto globale, Putin descrive il prossimo decennio come il «più pericoloso dalla fine della Seconda guerra mondiale. Un decennio cruciale nel quale il dominio di un Occidente disunito volgerà al termine».

L’ATTACCO DI PUTIN ALL’OCCIDENTE: «CI VOGLIONO DISTRUGGERE COME I NAZISTI»

E quindi, secondo il presidente russo «i Paesi occidentali e i nuovi centri di un ordine mondiale multipolare dovranno prima o poi avviare un dialogo paritario su un futuro comune, prima accadrà, meglio è». Per il momento, ha incalzato «l’Occidente punto a distruggere ciò che non gradisce. Nella Guerra fredda, quando i due sistemi erano contrapposti, a nessuno delle due parti veniva in mente di cancellare la cultura, l’arte dell’avversario, la sfera umanitaria andava trattata con rispetto per conservare per il futuro la base dei rapporti sani». E, invece, riguardo all’occidente Putin ha aggiunto «come i nazisti hanno bruciato i libri, così gli occidentali ora vietano Dostoevski e Tchaikovski». Nessuno però, ha rivendicato, «è stato o sarà in grado di distruggere la Russia o di cancellarla dalle mappe geopolitiche. Abbiamo il nostro diritto di esistere».

La retorica dell’Occidente antirusso e anti-asiatico riemerge anche in un altro passaggio dell’intervento di Putin, quando analizza le cause e le dinamiche del conflitto in Ucraina. Proprio l’Ovest del mondo, per il leader di Mosca, «negli ultimi mesi ha fatto un numero di passi per fomentare l’escalation». In tutto ciò, ha continuato, «le nostre proposte per costruire una sicurezza collettiva sono state negate, buttate via. Non possiamo far finta di niente: chi semina vento raccoglie tempesta».

LA BOMBA SPORCA E LE ACCUSE A KIEV

Putin è poi tornato sull’argomento bomba sporca. Il presunto ordigno con materiale radioattivo proveniente da Chernobyl che – stando a un report della Difesa russa – Kiev starebbe confezionando per usarlo sul proprio territorio e poi accusare Mosca di utilizzare armi di distruzioni di massa. «La stanno facendo – ha sottolineato Putin – hanno la tecnologia per realizzarla. Noi lo sappiamo e sappiamo anche dove la stanno costruendo. La Russia non ha bisogno di costruirne una». E allo stesso tempo Putin ha escluso un ricorso alle armi nucleari in Ucraina, perché «non avrebbe alcun senso, né a livello politico che militare».

In un precedente incontro con il presidente della Guinea Bissau, Putin aveva anche accusato Washington di aver dolosamente sabotato i negoziati con Kiev. «L’Ucraina – aveva spiegato – si è ritirata dal tavolo dei colloqui su decisione degli Stati Uniti». Un’Ucraina, ha in seguito affermato, «la cui sovranità può essere assicurata solo dalla Russia, che l’ha creata». E, tuttavia, Putin si è detto «pronto disponibile a riprendere il dialogo strategico con gli Stati Uniti. Anche se, sino a questo momento, non ci hanno risposto».

Dai campi di battaglia le notizie più preoccupanti arrivano da Zaporizhzhia. Le forze ucraine non escludono la possibilità di un attacco esplosivo russo contro la centrale nucleare. Obiettivo disabilitarla in modo permanente e provocare un disastro del quale poi incolpare Kiev. «Gli occupanti possano organizzare esplosioni presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia e provocare un altro crimine contro l’umanità» ha osservato il generale di brigata Alexei Gromov.

SCOPERTI 17 CORPI DI PERSONE IN UNA FOSSA COMUNE

A proposito di crimini di guerra: ieri almeno 17 corpi di persone, civili e militari, sono stati trovati in una fossa comune scoperta nel distretto di Boriv nella regione di Kharkiv. Abitanti dell’area hanno raccontato, secondo Ukrinform, che le forze russe «hanno scavato una fossa di circa tre metri di profondità», dove sono stati messi i corpi e poi il terreno è stato spianato con i tank. Il viceministro degli affari interni dell’Ucraina Kateryna Pavlichenko ha raccontato che le truppe di Kiev, sinora, hanno registrato circa 40mila crimini di guerra commessi dall’esercito russo sul territorio dell’Ucraina. Nel suo rapporto Pavlichenko cita crimini contro la libertà e l’integrità sessuale, di cui «si hanno informazioni dai primi giorni di guerra».


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