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Il premier Giorgia Meloni

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La manovra finanziaria è ormai un vecchio ricordo. Non è stato facile approvare una legge di bilancio in poco tempo. «Abbiamo avuto meno di un mese» si difendono da Palazzo Chigi. Evitato lo spettro dell’esercizio provvisorio, Giorgia Meloni guarda avanti al 2023 che è appena iniziato.

Un’agenda fitta interna ed esterna che farà comprendere se il cammino dell’esecutivo sarà lineare o meno. La luna di miele continua anche perché l’opposizione non preoccupa, essendo divisa in tre tronconi. Semmai iniziano a preoccupare alcuni i sondaggi non più lusinghieri, visto che all’indomani del 25 dicembre «è finito il momento di crescita ed è iniziata la lenta discesa: ora Fd’I è attorno al 27%» fa sapere Antonio Noto di Noto Sondaggi.

Di sicuro, però, da ora in avanti i sostenitori del centrodestra vorranno vedere qualcosa di più. Ci sono gli obiettivi del Pnrr da raggiungere. Undici dovranno essere centrati entro marzo e altri quindici entro fine giugno, per ottenere la quarta rata di finanziamenti da 18.4 miliardi. Nel contempo il ministro Affari europei Raffaele Fitto porterà avanti una trattativa con i vertici di Bruxelles per rinegoziare diversi contenuti del Piano italiano. In particolare, si cercherà di eliminare gli obiettivi non raggiungibili alle scadenze e di far slittare in avanti l’entrata in vigore del codice degli appalti. In questo contesto Meloni giocherà una partita importante in Europa.

Già lunedì farà una colazione di lavoro con Ursula Von der Leyen. Non si tratta di un incontro programmato da tempo, ma figlio di una visita della presidente della commissione a Roma in occasione di un convegno in ricordo di David Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo. La presidente del Consiglio ha richiesto un faccia a faccia  con la presidente della Commissione europea  e con molta probabilità, come riferiscono da Palazzo Chigi, si svolgerà attorno a mezzogiorno.

Sarà l’occasione per affrontare il dossier migranti, su cui tanto Meloni ha investito in campagna elettorale  e nelle prime settimane da premier, arrivando a scontrarsi con la Francia di Macron. Non a caso in queste ore fa discutere l’ultimo salvataggio di 73 migranti da parte della nave di ricerca e soccorso di Medici senza FrontiereGea Barents a largo della Libia, cui è stato assegnato il porto di Ancona. Con la conseguenza che il capo missione si è scatenato contro il Viminale: «In base alle leggi internazionali marittime, l’Italia dovrebbe assegnare il porto sicuro più vicino alla Geo Barents, mentre per raggiungere Ancona ci vorranno almeno 3,5 giorni e le condizioni meteo sono pessime».

Le difficoltà ci sono a Bruxelles e ci saranno anche a Roma. Meloni vorrà portare avanti la riforma del sistema di governo. Tra il semipresidenzialismo alla francese e una forma di «premierato forte» il dibattito resta aperto. Di certo, le regole del gioco vorrà riscriverle con l’opposizione o con almeno una sua parte, leggi alla voce Renzi e Calenda. O almeno ci proverà. «Noi siamo disponibili al dialogo ma senza perdere tempo. Entro fine gennaio si capirà se ci staranno», avverte il sottosegretario all’Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari.  Non è dato sapere se nascerà o meno una bicamerale. A oggi c’è molto scetticismo sul tema, perché in passato non ha portato fortuna a chi l’ha proposta e si teme che possa essere uno strumento per indebolire l’esecutivo. «Si aprirebbe subito una questione: chi la presiede?», sorridono i parlamentari più esperti. Molto dipenderà da quello che succederà all’interno della coalizione di governo. L’ipotesi del partito unico sul modello dei “repubblicani” americani è al momento tramontata. «Il partito unico non c’è, non è in campo. Abbiamo già un grande partito conservatore: Fdi».

Ed è proprio questa affermazione, sempre di Fazzolari, a prefigurare il vero obiettivo di Meloni. Rompere l’asse fra Ppe e Pse e far nascere di conseguenza un patto tra conservatori e Ppe. Si discute di questo. E si discute delle contromosse del Cavaliere. Berlusconi non accetta il no di Meloni e ipotizza una federazione con la Lega alle Europee del 2024. Un listone nella speranza di arginare l’avanzata di Fdi. È l’ultima mossa del Cavaliere per salvare Forza Italia. Nel frattempo Salvini annuncia un pacchetto di riforme in materia di giustizia: «So che il ministro della Giustizia, Nordio sta preparando un pacchetto complessivo sulla giustizia civile e penale, nel nome della certezza della pena». 


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