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Giorgia Meloni e Olaf Scholz

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La Presidente Meloni continua il suo tour fuori dai nostri confini e, dopo averci girato attorno, finalmente plana a Berlino.  Le regole sugli aiuti di stato, il Patto di stabilità e la rinegoziazione del Pnrr, il tetto al prezzo del gas e quindi i rapporti con la Russia, il coordinamento delle politiche monetarie, l’acquisizione di Ita da parte di Lufthansa sono le partite in gioco fra i due Paesi “strategici” dell’Unione europea, che però vanno inquadrate in un contesto mondiale del tutto incerto e turbolento.

In questo contesto mondiale la situazione europea può essere descritta dal punto di vista economico da due cifre: quanto conta l’economia mondiale nel mondo e il peso dei singoli Paesi sulla stessa economia mondiale.

LE FORZE IN CAMPO E I CONTI CON LA CINA

La ricchezza prodotta a livello mondiale – il Pil del mondo – è poco meno di 100 trilioni di dollari, cioè milioni di miliardi. Di questi 97 milioni di miliardi, poco meno di un quarto sono prodotti in Nord America, essenzialmente negli Stati Uniti. Diciassette e mezzo oggi sono realizzati in Cina: tutta l’Europa, se fosse unita, conterebbe quasi come la Cina, considerando la sola area Euro scendiamo a 14/15 trilioni, ma se ognuno gioca in proprio la stessa Super Germania produce non più di 4-4,5 trilioni, quindi conta meno di un terzo della Cina e meno di un quarto degli Stati Uniti.

L’Italia viaggia su 2,5, quindi poco più di metà della Germania, ma tutti noi – cioè l’Italia, la Germania, la Francia, la Spagna, i Paesi di nuova entrata e perfino quelli sulla porta – contiamo solamente se giochiamo insieme.

Tutto questo in un contesto reso ancor più complicato dalla pressione della Russia, che gioca disperatamente la carta della potenza politica, disponendo ormai di una economia fallimentare, che può agire solamente sul ricatto del prezzo del gas e che, dal punto di vista industriale e tecnologico, dipende nettamente dalla Cina.

LA PARTITA TEDESCA CRUCIALE PER L’ITALIA

Giocare insieme vuole dire concordare sulle regole del gioco, ed è per questo che la partita tedesca è così cruciale per l’Italia. Finora la Germania ha giocato il ruolo di assoluto difensore della rigidità delle regole di mercato.

Le regole imposte per gli aiuti di Stato alle imprese in crisi erano rigidissime per non turbare le onnipotenti forze del mercato, ma attualmente sono le imprese tedesche a domandare aiuti per affrontare la crisi legata alla guerra in Ucraina, dato che la stessa Russia era un mercato fondamentale per le imprese della Repubblica Federale, che del resto è legata a doppio filo con la stessa Federazione russa sul gas, cruciale per la economia tedesca, ma ormai unica risorsa per l’economia russa.

Il nodo dei rapporti con la Russia e con i suoi simpatizzanti interni alla Ue, a partire da Orban, così ammirato dalla Destra, torna quindi a galla, su un tavolo in cui diventa sempre più difficile separare economia e politica.

Egualmente la Germania ha sempre giocato il ruolo di una politica monetaria rigorista, che spinge del resto il Fondo monetario a rialzare i tassi per contenere l’inflazione, ma che, ricordiamo, vede oggi un’ Italia non certo in recessione, ma comunque scendere da un tasso di crescita del 3.9% lasciato dal governo Draghi a una prospettiva di crescita dello 0,6% e che pertanto non può permettersi una stretta monetaria.

PATTO DI STABILITÀ, PNRR E ITA

Sullo stesso tavolo c’è la questione del Patto di stabilità e della rinegoziazione delle regole del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con la possibilità di uscire dalla strettissima maglia di regole che proprio la Germania e i suoi alleati “protestanti” avevano imposto ai Paesi “a rischio” per beneficiare dei fondi di Next Generation.

Infine l’acquisto di ciò che rimane di Alitalia diviene il terreno di prova di questa capacità di giocare insieme, in un settore in cui i mercati “domestici” sono stati spiazzati dallo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria ed i mercati internazionali sono stati rivoluzionati dalle compagnie low-cost.

I due Paesi stanno ora tentando di giocare tutto il loro ruolo strategico sul tavolo europeo:  la Germania come necessario perno dei rapporti con la Russia, l’Italia ridandosi un peso nell’ambito del Mediterraneo, ma entrambi sanno che questo ruolo può essere giocato solamente  avendo dietro tutta l’Europa e un’Europa unita, e qui sta il nodo dei molti problemi che debbono essere affrontati assieme.


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