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Il presidente Tebboune e il premier Draghi

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MENTRE si mobilitano le piazze e continua ad allungarsi la lista degli appelli affinché resti alla guida dell’esecutivo, mettendo da parte le dimissioni congelate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Mario Draghi si pone alla guida di una numerosa delegazione di ministri e, ancora nel pieno dei suoi poteri, porta a termine la sua missione in Algeria – «Paese chiave per le forniture energetiche dell’Italia» – che mira soprattutto a mettere in sicurezza il Paese su questo fronte, allentando sempre più la dipendenza dal gas russo anche anche alla luce della progressiva riduzione dei flussi verso l’Europa ad opera di Gazprom, che poco hanno a che fare con gli ostacoli tecnici al flusso del gas attraverso il Nord Stream 1 addotti dal colosso energetico russo. In questo scenario il partenariato «privilegiato» nel settore energetico con il paese algerino, ricchissimo di metano, è più che mai strategico. Per l’Italia, ma anche per l’Europa.

La presenza di Draghi ad Algeri nel pieno della crisi in cui i grillini hanno fatto precipitare il suo governo, lo testimonia. Palazzo Chigi, incontrando la disponibilità di quello di Algeri, spinge quindi per accorciare i tempi. E non solo della missione che da 48 si è ridotta a 24 ore in modo da aver più tempo per definire il discorso che mercoledì terrà di fronte alle Camere.

Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, vola a Baku, in Azerbaigian, per portare intanto da 8,1 miliardi di metri cubi a 12 la fornitura di gas attraverso il Tap nel 2022, e arrivare a 20 all’anno nel 2027. «L’Algeria è già diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese», soppiantando di fatto la Russia, da cui la dipendenza si è nettamente ridotta, passando dal 40% al 25% dall’inizio della guerra di Putin all’Ucraina.

Draghi lo sottolinea durante le dichiarazioni congiunte alla stampa con il presidente Abdelmadjid Tebboune al termine della cerimonia del IV Vertice Intergovernativo Italia-Algeria che porta alla definizione di 15 tra accordi, memorandum d’intesa e protocolli di cooperazione – dal gas alle rinnovabili, dalla giustizia allo sviluppo sociale, dalla collaborazione industriale alla promozione culturale, fino ai lavori pubblici – sottoscritti dai ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini ed Elena Bonetti.

Nei giorni scorsi intanto la società algerina Sonatrach ha comunicato il rilascio di altri 4 miliardi di metri cubi di gas verso l’Italia, nell’ambito dell’accordo firmato con Eni ad aprile. «Si tratta di un’accelerazione rispetto a quanto previsto, e anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni», ha rilevato il premier.

Oggi, poi, come annuncia il presidente Tebboune, verrà sottoscritto «un accordo molto importante tra Occidental, l’Eni, e Total per un ammontare di 4 miliardi di dollari che mira a rifornire l’Italia con quantità molto importanti di gas naturale». «Rinnovo al mio amico, il presidente Draghi, quanto abbiamo proposto all’Italia: che saremo il fornitore all’Europa per quanto riguarda energia solare ed energia elettrica», rimarca il presidente algerino.

«L’Algeria è da tempo un Paese chiave per le forniture energetiche dell’Italia», ribadisce poi il premier intervenendo alla sessione plenaria di apertura del Business Forum Italia-Algeria a cui partecipano 300 aziende e associazioni di categoria algerine e italiane, e il memorandum d’intesa sulla cooperazione energetica sottoscritto ieri dal ministro Cingolani e il suo omologo algerino, Benattou Ziane, per lo sviluppo di programmi energetici nell’ambito dell’energia rinnovabile «testimonia la nostra determinazione a fare ancora di più in questo ambito». E intanto rinnova l’impegno nella transizione energetica, «fondamentale per i nostri Paesi e fondamentale per l’Unione Europea», che passa anche attraverso la collaborazione con l’Algeria per le forniture e lo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare dell’idrogeno verde e dell’energia solare, eolica e geotermica.

La transizione energetica, sottolinea «è essenziale per frenare il cambiamento climatico, creare occupazione, difendere la nostra sicurezza. L’energia rinnovabile è già il nostro presente ma è soprattutto il nostro futuro: un futuro verso cui dobbiamo procedere con celerità, con determinazione».

Draghi traccia poi il perimetro della collaborazione economica tra i due Paesi, già consolidata nel settore delle infrastrutture e che ora il memorandum d’intesa siglato ieri porta avanti per la costruzione di strade, autostrade, ponti, la realizzazione di grandi opere e infrastrutture marittime. «Al tempo stesso – aggiunge – vogliamo favorire nuove iniziative in altri campi, a partire da quello farmaceutico e bio-medicale e dell’agroindustria. Sono settori dove le aziende italiane hanno molto da offrire in termini di capacità di produzione, di formazione, di innovazione e ricerca».

Non solo energia ed affari: nel corso del vertice i due leader hanno riaffermato l’impegno «per la stabilità e la prosperità del Mediterraneo, messe a dura prova dall’invasione russa dell’Ucraina», dice Draghi, mettendo poi l’accento in particolare sulla questione del grano che vede l’Italia «in prima linea per sbloccare il transito di cereali dai porti del Mar Nero ed evitare una crisi alimentare catastrofica», nonché «la spirale nei prezzi».

«Gli sviluppi nei negoziati in Turchia della scorsa settimana – dice il presidente del Consiglio – sono un segnale incoraggiante, che ora deve essere consolidato». Con Tebboune Draghi parla anche delle questioni che agitano anche le acque del Mediterraneo, dalla crisi libica alla situazione della Tunisia. «Sono certo sapremo dare un contributo decisivo alla stabilità di questi Paesi, nel rispetto della loro sovranità», afferma sottolineando che «l’amicizia tra Italia e Algeria è essenziale per affrontare le sfide che abbiamo davanti – dalle crisi regionali alla transizione energetica. Vogliamo continuare a lavorare insieme per la prosperità delle nostre imprese e dei nostri cittadini, per il futuro del Mediterraneo».


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