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Il governo presieduto da Mario Draghi

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Secondo i dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio gli aiuti anticrisi del Governo Draghi hanno attenuato gli effetti dell’inflazione

La guerra russo-ucraina, la crisi energetica e la corsa dell’inflazione stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’economia italiana in un contesto internazionale anch’esso in forte rallentamento, e spingendo l’Europa sull’orlo della recessione.

A disegnare lo scenario è la nota sulla congiuntura economica di ottobre dell’Ufficio parlamentare di Bilancio che arriva alla vigilia del Consiglio europeo che oggi e domani riunisce a Bruxelles i capi di Stato e di governo che si confronteranno sull’evoluzione del conflitto in Ucraina e le sue ricadute sul sistema economico. Sul tavolo c’è il pacchetto di misure proposto dalla Commissione europea per contrastare il rincaro dei prezzi energetici che sta mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese.

L’ultima bozza delle conclusione del summit – altre potrebbero arrivare nella notte – chiede alla Commissione un “esame” sul tetto dinamico (quella precedente già una proposta) e una “proposta” sul price cap sul gas usato per la generazione elettrica. La due giorni di Bruxelles servirà quindi per avviare il percorso negoziale, dal momento che tra gli Stati ci sono ancora posizioni divergenti.

GOVERNO DRAGHI, LA DETERMINAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUGLI AIUTI

Il premier Mario Draghi, che per primo ha posto la questione del price cap, è più che determinato a portare a casa il risultato in quello che sarà il suo ultimo appuntamento internazionale prima del passaggio della campanella di Palazzo Chigi alla leader di FdI, Giorgia Meloni. “E’ essenziale che il riferimento” al corridoio dinamico dei prezzi del gas “sia da subito reso operativo” scrive infatti nella nota inviata alle Camere in luogo delle tradizionali comunicazioni, sottolineando la “paternità” italiana della proposta cui “è favorevole un gruppo di 15 Paesi“, e che, rileva, è osteggiata invece da “una minoranza di Stati membri, tra cui Germania e Olanda».

L’Italia, afferma Draghi, sostiene anche l’istituzione di un nuovo strumento europeo, ispirato al modello “Sure”, che consenta ai Paesi di “aiutare famiglie e imprese a costi agevolati, finanziandosi tramite prestiti europei”. “La proposta italiana, appoggiata dalla Francia, – spiega – garantirebbe inoltre il mantenimento di pari condizioni all’interno del mercato unico, che rischia di essere distorto in presenza di sussidi diversi fra Paesi”. Anche su questa tema l’Olanda ha rinnovato ieri le sue riserve.

LA SITUAZIONE RELATIVA AL CONFLITTO IN UCRAINA

Sul fronte del conflitto, il premier anticipa alle Camere che il Consiglio Ue mira a riaffermare l’unità dei Ventisette nel condannare l’escalation degli attacchi russi e “nel sostenere l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina nei confini internazionalmente riconosciuti”. “Il pieno sostegno della Ue all’Ucraina comprende la dimensione politica, finanziaria, militare, umanitaria e giuridica”. Al centro del confronto tra i leader Ue anche una discussione sulle relazioni tra l’Europa e la Cina.

Ieri la “delicatissima questione energetica” è stata al centro della colazione di lavoro pre Consiglio al Quirinale, in occasione della quale il presidente Sergio Mattarella ha ringraziato il premier per «l’eccellente lavoro svolto e i lusinghieri risultati ottenuti».

In mattinata, incontrando per un saluto di commiato i giornalisti – che ha ringraziato per «il servizio straordinario per la democrazia» -, Draghi ha parlato dei suoi 20 mesi alla guida del Paese come «un’esperienza straordinaria di cui sono straordinariamente contento». «Finisce in modo molto soddisfacente. Tutti noi abbiamo la buona coscienza del lavoro fatto», ha affermato. Centrare l’obiettivo “price cap” farebbe salire il livello di soddisfazione.

IL FRONTE INTERNO E LE PROROGHE DEGLI AIUTI DEL GOVERNO DRAGHI

Intanto, sul fronte interno, ieri il Consiglio dei ministri ha prorogato per decreto il taglio delle accise sul carburante, l’esenzione dall’accisa per il gas naturale per autotrazione; la riduzione dell’aliquota Iva (fissata al 5%) per le forniture di gas naturale impiegato in autotrazione in scadenza il 31 ottobre, fino al 18 novembre. Toccherà al governo Meloni il varo di un nuovo pacchetto di sostegno alle imprese e alla famiglie.

Quelli messi in campo dall’esecutivo Draghi tra giugno 2021 e lo scorso settembre – con l’erogazione di 62,8 miliardi (22,4 per provvedimenti di cui beneficiano sia imprese che famiglie, 16 specificatamente i nuclei familiari, mentre la rimanente parte a vantaggio delle attività produttive) -, secondo l’Upb, hanno contenuto di circa il 46% (3,2 punti) l’aumento della spesa collegato all’inflazione, producendo un “sensibile effetto redistributivo”, in quanto hanno ridotto dell’88% sulle famiglie meno abbienti l’impatto dell’inflazione. Un risultato che il premier ha sottolineato durante il Cdm (durante il quale i ministri gli hanno regalato una foto incorniciata che ritrae la squadra di governo).

L’INFLAZIONE E I DATI EUROSTAT

L’inflazione, spinta dall’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche continua a correre: nella Ue, dicono i dati Eurostat diffusi ieri, a settembre ha raggiunto il 10,9%, il 9,9 nell’Eurozona. In Italia l’Istat la dà all’8,9%, al 9,4% l’Eurostat (era al 2,9% un anno fa). Dati che alimentano l’incertezza delle imprese e delle famiglie, che secondo l’indice elaborato dall’Upb è aumentata, attestandosi su valori simili a quelli registrati nel periodo della crisi del debito sovrano del 2012-2013. Lo conferma la forte riduzione dei consumi elettrici tra luglio e settembre, scivolati ai livelli di metà 2020; la flessione del consumo di gas per uso industriale, per via del taglio ai livelli produttivi indotto dall’inflazione; il calo delle immatricolazioni tra settembre e ottobre, il cui numero è ben al di sotto dei livelli di fine 2020.

Le prospettive economiche sono in peggioramento. Il 2022 “resiste”: lo scorso trimestre ha registrato una battuta d’arresto del Pil (-0,2%) e il quarto è visto in forte peggioramento. Grazie alla crescita registrata nei primi sei mesi, l’anno dovrebbe chiudersi al +3,3%. Un risultato su cui pesa il rialzo delle quotazioni del gas che si stima abbiano sottratto un punto alla variazione del Pil del 2022. Se mantenessero livelli elevati anche nel prossimo biennio, gli impatti sul Pil nel 2024 sarebbero di 3 punti percentuali.

Per il 2023 si stima un deciso rallentamento, con un’espansione modesta che potrebbe arrivare allo 0,3%. Ma sarà l’evoluzione del quadro geopolitico a “dettare” i numeri.


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