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La Camera dei deputati

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Dal taglio del cuneo fiscale alla nuova Irpef, dalle pensioni agli sgravi per il lavoro delle mamme fino alla riduzione del canone Rai, tutti i provvedimenti nella Manovra 2024

La manovra è legge e l’esercizio provvisorio è scongiurato a 48 ore dal gong: l’Aula di Montecitorio ieri, poco prima delle 20, ha dato il via libera – senza passare dalla fiducia – alla Legge Bilancio per il 2024 con 200 voti a favore, 112 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento, declinato in 561 commi, vale circa 28 miliardi, circa 16 finanziati in deficit e “investiti” sul rinnovo del taglio del cuneo fiscale (che ne impiega quasi 11) e al varo della nuova Irpef (poco più di 4), le due misure principali destinate a puntellare il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto quello delle fasce più deboli, eroso dalla pressione inflazionistica.

Entrambe sono finanziate solo per un anno: la caccia ai 15 miliardi necessari per confermarle anche per il 2025 si annuncia ardua per il governo, tra la riforma del Patto di Stabilità e le prospettive dei conti pubblici in un’economia al ralenti. Uno scenario “faticoso” ben chiaro al governo, come traspare dalle parole con cui il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato l’ok al provvedimento: «Bene il sì alla manovra. Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così».

Dello stesso tono quelle della premier Giorgia Meloni: «Ora avanti con determinazione, coraggio e responsabilità», ha scritto sui social in coda ai ringraziamenti ai parlamentari della maggioranza «per il sostegno e la compattezza dimostrati». «Un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese», ha sostenuto, sottolineando il mancato ricorso alla fiducia di cui ha reso merito alle opposizioni che «pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito».

MANOVRA 2024, ALLA CAMERA UN TESTO PRATICAMENTE BLINDATO

Il testo modificato durante l’iter in Senato – che lo ha licenziato il 22 dicembre – è arrivato praticamente blindato alla Camera: eventuali ritocchi avrebbero richiesto un nuovo passaggio a Palazzo Madama e lo spettro dell’esercizio provvisorio si sarebbe automaticamente materializzato. I buoni propositi della premier Meloni – supportati anche dal diktat “emendamenti zero” imposto alla maggioranza – che avrebbe voluto segnare un cambio di passo con un varo veloce della manovra hanno dovuto fare i conti, più che con l’opposizione, con i mugugni delle forze della coalizione – derubricati nella dichiarazione della premier – di fronte a un provvedimento che ha lesinato spazi alle bandierine che avrebbero voluto sventolare in vista dalla campagna per le europee di giugno.

MANOVRA 2024, LA SOLUZIONE AL NODO DEL SUPERBONUS

Il nodo più impegnativo da sciogliere è stato quello del Superbonus che ha messo a dura prova la tenuta della maggioranza, di fronte al pressing di Forza Italia (e di qualche esponente di Fratelli d’Italia) a sostegno della necessità di una proroga del bonus al 110% – in linea con Pd e M5s -, almeno per i condomini con uno stato d’avanzamento dei lavori al 70% e il ministro Giorgetti a fare muro contro quello che ha definito «un’allucinazione» da cui liberarsi. Tensioni su questioni “domestiche” incrociatesi con quelle innescate dai dossier europei del Patto di Stabilità e in particolare del Mes: il no alla ratifica espresso dalla Camera “sostenuto” da Lega e Fd’I (con l’appoggio del Movimento 5 Stelle) e l’astensione di Forza Italia ha messo a fuoco la spaccatura nella coalizione.

La soluzione dell’impasse sul bonus edilizio è arrivata fuori dai confini della manovra, con l’intesa “siglata” giovedì durante il vertice di maggioranza che ha preceduto l’ultimo Consiglio dei ministri dell’anno che ha poi varato un decreto ad hoc che “salva” l’incentivo per i redditi più bassi (con Isse fino a 15mila euro) attraverso un Fondo povertà che coprirà le spese effettuate dal primo gennaio al 31 ottobre 2024 e non coperte più dall’agevolazione al 110% ma solo al 70%.

MANOVRA 2024, GLI SCRICHIOLII DELLA MAGGIORANZA SUL PONTE DI MESSINA

La coalizione ha traballato anche sul Ponte sul Stretto di Messina: il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, non ha gradito la rimodulazione del finanziamento dei 11,6 miliardi destinati alla realizzazione dell’opera – una delle “novità” introdotte con un emendamento del governo durante la navigazione a Palazzo Madama – mentre per la copertura dei restanti 2,3 miliardi impegna le risorse del Fondo di sviluppo e coesione, 718 milioni “prelevati” dalla quota destinata alle amministrazioni centrali, 1,6 a valere sui bilanci di Calabria (300 milioni) e Sicilia (1,3 miliardi). Insomma un iter tortuoso che ha portato a un testo composto da 561 commi tra cui non manca il “tradizionale” pacchetto di micro norme, le cosiddette mancette elettorali.

Ma quali sono le principali misure e novità contenute nella legge di Bilancio o Manovra 2024?

Lavoro, pensioni, famiglia e natalità sono i principali capitoli. Da un lato, poi, si prevede lo “sconto” del canone Rai in bolletta – fortemente voluto dal leader leghista Matteo Salvini -, che passa da 90 a 70 euro, dall’altro si prevedono una serie di nove tasse, dall’aumento delle sigarette fino alla tassa di soggiorno per il Giubileo. Sale dal 5% al 10% l’Iva sui pannolini, così come per il latte in polvere e gli assorbenti femminili.

TAGLIO DEL CUNEO E NUOVA IRPEF

Si conferma, come scritto sopra, solo per il 2024 il taglio del cuneo già in vigore da luglio (6 punti in meno per i redditi fino a 35mila euro e 7 per quelli fino a 25mila), che non verrà comunque applicato alle tredicesime. Il decreto attuativo approvato giovedì in Cdm rende “operativa” la nuova Irpef – anch’essa finanziata solo per il prossimo anno -che passa da quattro a tre aliquote con l’accorpamento dei primi due scaglioni (il 23% sarà applicato sui redditi fino a 28mila euro): l’effetto abbinato di cuneo e Irpef, secondo il Tesoro, rimpinguerà le buste paga dei dipendenti fino 1.298 euro annui.

PENSIONI

Sul fronte pensioni resta Quota 103, ma con penalizzazioni: si confermano i 62 anni d’età e 41 di contributi, ma l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile di circa 2.250 euro. Secondo le stime, consentirà l’uscita anticipata a 17mila lavoratori nel 2024. Restano l’Ape sociale e Opzione donna ma si stringe su entrambe: per la prima il requisito sale a 63 anni e 5 mesi, per la seconda l’età minima passa da 60 a 61 anni, con uno sconto di un anno per figlio fino a un massimo di due.

Nel corso dei lavori in Senato arriva anche la parziale retromarcia sul contestato taglio alle pensioni del personale sanitario, degli enti locali, degli uffici giudiziari e dei maestri. Saranno salvi i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e non saranno toccate le pensioni di vecchiaia. Restano penalizzate quelle anticipate. Medici e infermieri potranno però vedersi ridurre la sforbiciata se posticipano l’uscita e potranno rimanere in corsia fino a 70 anni.

FAMIGLIA

Si prevede uno sgravio contributivo al 100% fino a 3mila euro per le madri, tranne che per le lavoratrici domestiche, che dura fino ai 10 anni del figlio più piccolo per chi ha due figli e fino ai 18 per chi ne ha tre. Inoltre, il bonus nido aumenta di 2.100 per i nuovi nati dal 2024 con un fratellino sotto i 10 anni e in presenza di un Isee familiare massimo di 40mila euro. Per il 2024 inoltre sono due i mesi di congedo parentale che la mamma o il papà possono prendere fino ai 6 anni del figlio con una retribuzione all’80%, dal 2025 il secondo sarà al 60%.

CASA

Tra le novità previste nel capitolo casa c’è l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi che passa dal 21 al 26% ma – battaglia vinta da Forza Italia – non ci sarà nessun ritocco per il primo immobile dato in locazione. Accesso prioritario al fondo mutui per la prima abitazione riservato alle famiglie numerose avranno priorità nell’accesso al Fondo mutui per la prima abitazione mentre sul fronte degli enti locali si concede più tempo (fino al 15 gennaio 2024) ai Comuni ritardatari per fissare le aliquote Imu.

LAVORO E IMPRESE

Arriva la maxi deduzione per le assunzioni a tempo indeterminato, che sale ulteriormente per mamme o donne disoccupate, giovani ed ex beneficiari del Reddito di cittadinanza fino a toccare il 130%. Per i rinnovi dei contratti della Pa arrivano 8 miliardi in due anni, e altri 100 milioni per coprire l’accordo sindacale sui contratti delle forze di sicurezza. Si conferma la detassazione dei premi produttività al 5%, mentre cambia la soglia di esenzione dei fringe benefit (1000 euro per tutti, 2mila per i lavoratori con figli), che si potranno usare anche per pagare affitto e mutuo prima casa. Per le aziende arriva lo sconto del 50% sulle tasse per chi torna a produrre in Italia. Rinviata a luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.

SANITÀ

Previsti il rifinanziamento del Sistema sanitario nazionale, interventi per il personale della Croce Rossa ed un incremento delle risorse per i contratti 2022-2024. Per fronteggiare l’emergenza personale nella sanità pubblica e ridurre le liste di attesa, si estende fino al 31 dicembre 2026 la possibilità di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico. Inoltre, per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) è vincolata una quota di 50 milioni per il 2024 e 200 milioni dal 2025.

ISTRUZIONE

La manovra stanzia 36 milioni in più per le borse di studio per gli universitari e dà il via libera al Fondo per l’Erasmus italiano con un investimento totale di 10 milioni.

VIOLENZA SULLE DONNE

Le opposizioni hanno impegnato 40 milioni del ‘tesoretto’ riservato alle modifiche parlamentari delle minoranze alle misure contro la violenza sulle donne, con un emendamento unitario approvato nel corso del dibattito sul testo al Senato.


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