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Palazzo Marino, sede del Comune di Milano

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Si nota più chi non c’è di chi c’è. Come nel celeberrimo film di Nanni Moretti pare che la corsa per le elezioni comunali sia una gara a non esserci. Da destra a sinistra la grande fuga dei nomi importanti è l’elemento distintivo di questa campagna per la poltrona di sindaco della seconda città d’Italia.

Ma più che per farsi notare come nel film del regista di Ecce Bombo, pare che l’intenzione dei big dei partiti sia di tenersi lontani da una gara già decisa e da una città che si è schiantata dopo gli anni sfavillanti dell’Expo 2015.

I primi a sfilarsi sono i big. Il leader in pectore del nuovo centrodestra Matteo Salvini è uno dei nomi che si notano di più: dopo aver lanciato sfide importanti alla sinistra in regioni come l’Emilia Romagna e la Toscana, ha deciso di non correre nella città che lo ha lanciato.

Eppure proprio qui la nuova Lega e il suo leader hanno il loro cuore sia organizzativo, ma Salvini si è sfilato per lasciare posto come capolista ad Annarosa Racca, presidente di Ferderfarma. La signora però era stata scartata come candidato sindaco dopo la pubblicazione della notizia di un’indagine su di lei: avrebbe ingaggiato dei professionisti delle fake news per affossare la reputazione di un suo concorrente per una carica in Ferderfarma.

Ma la scelta di Salvini è fatta. Dietro di lei ci sono nomi storici di leghisti milanesi come Gabriele Abbiati, Laura Molteni, Silvia Sardone, Gianmarco Senna e Samuele Piscina. Ma anche Massimiliano Bastoni, criticatissimo per un’intervista al Corriere in cui ha dichiarato di non reputare “fascista” un insulto e che apprezza i voti dell’estrema destra. Altro nome che potrebbe portarsi dietro un fiume di consensi è Antonio Barbato, ex comandante della Polizia locale, dimissionato dopo uno scontro con la sinistra di Palazzo Marino e la Procura di Milano. Grazie alla sua notorietà Barbato potrebbe essere una delle sorprese della prossima tornata elettorale.

Rimanendo in ambito centrodestra l’unica notizia rilevante per quanto riguarda Forza Italia è anche in questo caso le assenze a partire da Silvio Berlusconi che non ci sarà: l’ex cavaliere ha lasciato pochi nomi consunti a tenere la bandiera di un partito ormai allo sbando pure nella città che ne ha creato le fortune. Pure un altro pezzo da novanta come l’ex sindaco Gabriele Albertini ha scelto di non esserci, allungando così la lista delle assenze eccellenti.

Altri nomi storici dei moderati meneghini come Manfredi Palmeri hanno preferito virare sulla lista del candidato sindaco Luca Bernardo. Una compagine che tra i suoi top player Maria Sole Brivio Sforza, presidente della Fondazione andrologia pediatrica e dell’adolescenza e ambasciatrice della Fondazione De Marchi onlus, e Antonio Genovese, l’unico allenatore di calcio professionista in carrozzina.

Fratelli d’Italia ha solo una grande assenza: Riccardo De Corato. È stato tutto: parlamentare, assessore regionale, vicesindaco e sempre presente in Consiglio comunale per decenni, questa volta non ci sarà. Vittorio Feltri invece, nonostante l’età, è la vera novità dei meloniani che hanno buone possibilità di sfondare i propri record di preferenze anche grazie a lui.

Nel centrosinistra non va meglio in tema di assenze: Basilio Rizzo, presenza storica della “sinistra-sinistra” in Consiglio comunale, lascia spazio ad altri. Appoggerà infatti la lista di Gabriele Mariani, una formazione di sinistra ambientalista vecchio stile che aspira a raccogliere i delusi da Sala e a fornire un punto di riferimento meno estremo di Bianca Tedone, candidata di Potere al Popolo.

Per Sala mancano alcuni nomi di peso come Pierfrancesco Majorino, ex assessore di Sala assurto al Parlamento europeo, e l’unico vero nome della “cantera” milanese è Pierfrancesco Maran, assessore e capolista che in questa tornata può affermarsi definitivamente se otterrà abbastanza preferenze. Anna Scavuzzo, vicensindaco e in cima alla lista per le comunali, è un nome importante, ma è stata messa in imbarazzo da una sua partecipazione in un progetto edilizio in un’area protetta in Sardegna. La sorpresa potrebbe essere Djana Pavlovic, attivista per i diritti dei rom e sinti che prova la scalata a Palazzo Marino. Si attendono invece conferme da Arianna Censi, attuale vicesindaca metropolitana, Marco Granelli, che è stato assessore a quasi tutto senza mai sfondare, e Filippo Barberis, giovane capogruppo Pd in Consiglio comunale.

Europa Verde, schiera una serie di nomi interessanti come Elena Grandi, capolista, Dario Ballotta, nome noto per la sua esperienza sul tema trasporti, e Simone Sollazzo, ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. Insieme agli “esperti” i Verdi schiereranno membri della direzione nazionale dei GEV Giovani Europeisti Verdi che sarà rappresentata a Milano da Francesca Cucchiara co portavoce nazionale e Tommaso Gorini membro dell’esecutivo nazionale.


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