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Christine Lagarde, presidente della Bce, con Giuseppe Conte

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Non è tempo di crisi di governo. La Banca centrale europea manda messaggi all’Italia in un momento in cui la maggioranza è agitata dalle minacce di Matteo Renzi che riguardano il ritiro dei ministri. A Roma come a Francoforte si è in fibrillazione, per ragioni diverse ma collegate.

AVVISO CHIARO

Mai momento sarebbe meno opportuno per attuare degli strappi, perché questo metterebbe a repentaglio la capacità del nostro sistema Paese di lasciarsi alle spalle la crisi prodotta dalla pandemia di Coronavirus e i confinamenti derivati.

Nel primo bollettino economico del nuovo anno, la Banca centrale europea dedica una sezione specifica ai documenti programmatici di bilancio per il 2021 e la loro revisione in tempi di crisi sanitaria.

Qui si mette nero su bianco che, data la situazione, «è fondamentale che le misure siano tempestive». Innescare una crisi politica vorrebbe dire disattendere questa condizione di ricostruzione delle economie.

Che si tratti delle misure di natura temporanea o delle riforme strutturali, è condizione che si inizi a realizzarle da subito, senza indugi. Esattamente il contrario di quanto produrrebbe mantenere la promessa di togliere i componenti renziani dalla squadra del premier Giuseppe Conte.

NIENTE SPAZIO PER I DUBBI

Il quadro politico europeo non lascia spazio ai dubbi. È l’Italia, terza economia dell’Eurozona, a essere al momento il Paese del club della moneta unica dalla più forte instabilità politica.

Il leader di Italia Viva agita la politica nazionale e, di riflesso, lo scacchiere sovra-nazionale. A cominciare dall’Eurotower. La Bce insiste sulla necessità, adesso più che mai, della piena capacità della politica interna.

«Finché l’emergenza sanitaria persiste e la ripresa non sarà diventata autosufficiente, sarà importante evitare gli effetti collaterali imprevisti». Soprattutto in contesti di elevata debolezza di conti, come quella tricolore.

IL FARDELLO DEL DEBITO

La Banca centrale europea prevede che Spagna, Francia, Italia e Slovacchia registreranno i disavanzi più alti nel 2021, con il rapporto deficit/Pil superiore al 7,5%. A titolo di promemoria, il patto di stabilità europeo, al momento sospeso causa pandemia, fissa al 3% la soglia massima di disavanzo. L’Italia avrà sforamenti pari a più del doppio del consentito. Non solo. «Sulla base di un’ipotesi di non cambiamento di politica, i deficit dovrebbero rimanere al di sopra della soglia del 3% in tredici Stati membri dell’area dell’euro anche nel 2022». Vale anche per l’Italia (6%).

Non finisce qui, perché sull’Italia gravava il fardello del debito già prima dello scoppio della pandemia. Non è una novità che chiunque è entrato nelle agitate acque della nuova crisi con un rapporto debito/Pil superiore al 100%, come lo Stivale, «dovrebbe essere maggiormente colpito dallo shock Covid-19 in termini di crescente indebitamento». La Bce non fa che ricordarlo una volta di più, sottolineando che ora è il momento di «fornire il sostegno fiscale nel modo più efficace senza creare effetti persistenti sulle posizioni di bilancio nel periodo post-crisi e garantire così la sostenibilità di bilancio».

I RISCHI

Vista la situazione attuale, l’Italia non si può permettere una crisi di governo. Questo il messaggio contenuto nel bollettino della Bce. Visto che qualcuno a Roma non sembra averlo capito, allora si invia più di qualche segnale. Serve un governo saldo e capace di lavorare. Già in condizioni di normale governabilità è tutt’altro che semplice capire la portata delle politiche economiche messe a punto, se poi non c’è più nessuno che queste politiche possa spiegarle o avviarle, tutto si complica.
«La grande incertezza prevalente rende difficile valutare le misure» contenute nelle leggi di bilancio per il 2021, rileva la Bce. Questo perché «non sempre si possono distinguere misure temporanee e più strutturali, dato che i Paesi stanno adottando misure in risposta all’evoluzione delle ondate di crisi».

Per questo uno spegnimento dell’esecutivo col rischio di nuove elezioni o di una maggioranza nuova che possa rivedere la manovra, determinerebbe una situazione ancor più imprevedibile, con la probabilità che le misure anti-crisi da cantierare per tempo siano tardive e confuse.

IL MEZZOGIORNO

Nell’auspicio europeo di zero scossoni politici di italiana natura, da Bruxelles arrivano apprezzamenti per l’operato di palazzo Chigi.

Andrea Cozzolino, membro dalla commissione Sviluppo delle regioni del Parlamento europeo, plaude la scelta di governo di aumentare gli interventi di spesa in conto capitale nel Sud attraverso le risorse della coesione, «utilizzandole esclusivamente per realizzare progetti nuovi, e non quindi per finanziare opere o interventi già programmati». Questa, sottolinea non a caso, « è la miglior risposta possibile a chi, in questi giorni, ha messo in discussione la capacità del governo di lavorare per il bene del Paese».


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