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Matteo Renzi

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ROMA – «Non ho niente da festeggiare. Sono solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese». Così, in un’intervista a la Repubblica, il leader di Iv Matteo Renzi commenta l’arrivo di Draghi quale premier designato al posto dell’uscente Conte. Poi, incalza: «A chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi preferisco li spenda Draghi che Conte. Poi il governo Draghi lo fa nascere il Parlamento su indicazione di Mattarella, non il sottoscritto. Io faccio il tifo e voto la fiducia».

Quanto al braccio di ferro con il Pd, Renzi osserva che «la linea politica del Pd in questa crisi per me è inspiegabile. Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione ‘O Conte o voto».

Nel M5S in molti dicono già no al governo Draghi, ma il leader di Iv dice: «Diamo tempo al tempo. E lasciamo lavorare il presidente incaricato. La maggioranza ci sarà». Poi ribadisce: «voterò la fiducia sia con ministri solo tecnici che con ministri politici», mentre sulla possibilità di un ruolo per Conte nel nuovo governo, osserva: «Dopo aver passato un mese a discutere di Conte premier, spero che non perdiamo un altro mese a capire quale ministero chiede». Quanto al Recovery, Renzi sottolinea che «è uno scambio: ci danno soldi se facciamo riforme. Da questo punto di vista la leadership di Draghi è un’assoluta garanzia. E’ come se avessimo fatto un’assicurazione sulla vita. Ma sulla vita del Paese. Ci saranno riforme, altrimenti non arriveranno le risorse europee».

Sulla necessità di riscriverlo dice: «Fossi il premier io lo farei. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni. Quello che è importante è evitare di spendere i soldi in micro-mance come quelle di molte misure della Legge di Bilancio e avere una visione strategica chiara». Infine Renzi si dice sicuro che «la legislatura durerà fino al 2023. Quanto al capo dello Stato deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione».

In collaborazione con Italpress


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