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Giorgia Meloni

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Che la puntualità sia una caratteristica dei signori, non lo diceva soltanto Oscar Wilde, ma, un tempo, lo imponevano le regole del buon vivere. E così si vede subito chi osserva l’efficienza negli orari. Mario Draghi, arriva in Senato puntuale, alle 10 esatte e 15 minuti dopo comincia il suo discorso programmatico, che è lungo 53 minuti e riceve gli applausi per ben 21 volte. La novità è che non eravamo abituati a questa precisione benché con il governo di Giuseppe Conte, ci fossimo ben piazzati ed assai vicini al traguardo.

Al Senato ha avuto luogo la prima riunione dei capigruppo della maggioranza, che sostiene il governo, per decidere la mozione che presenteranno in Aula. Tra i primi a varcare il portone di Palazzo Madama Luciana Lamorgese, Daniele Franco, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone e Renato Brunetta.

Ma il discorso di Draghi si misura sicuramente dagli applausi (da tempo non si riscontrava un successo simile, vista la difficoltà dell’esecutivo precedente) come pure dal favore dell’accoglienza. Ed è stato dalle parole di Elena Cattaneo, senatrice a vita, che ha preso per prima la parola, che si è compreso quanto lo spartito delle musica, nel frattempo, fosse cambiato. Ha invitato il governo a fare dell’investimento nella ricerca una priorità.

E nel pomeriggio, quando è ripreso il dibattito sulla fiducia, Alessandra Gallone, Forza Italia, ha ringraziato Draghi per avere “iniettato” negli italiani il vaccino del futuro ed aver “parlato con la testa e con il cuore”. Mario Monti ha messo l’accento sulle capacità della soluzione alla crisi. “A volte dimentichiamo che la nostra Repubblica parlamentare ha la capacità di trovare soluzioni che altri ci invidiano: la possibilità di avere governi di unità nazionale”. Ed ha elogiato Draghi: “E’ una felice circostanza avere un uomo con queste qualità alla guida del governo”.

“Ottimo punto di partenza” ha giudicato Matteo Salvini che poi ha fatto rimbalzare su altri “le liti” che si sono levate pochi giorni fa. “La Lega c’è” ha assicurato. “Vedremo di essere la parte concreta di questa maggioranza”. Per Luca Zaia, governatore del Veneto,

“Draghi sui vaccini dimostra di essere una persona di buon senso”. Non è d’accordo Giorgia Meloni, che ha definito il discorso del neo premier, “un intervento di generica visione politica che evita di “calarsi nelle scelte concrete da effettuare. Non si può chiedere agli italiani un supplemento di fiducia al buio nei confronti del nuovo esecutivo. Entreremo nel merito delle singole questioni sollevate”.

Il senatore di Fdi, Luca De Carlo, aggiunge, mitigando: “Siamo una forza patriottica che garantisce, comunque, lealtà al governo”. Alessandro Di Battista, ex 5Stelle, critica il passato. “Molte scelte di Draghi (se poi si sia convertito staremo a vedere) sono state strumento dell’indebolimento” della struttura economica italiana. Oppormi a questo governo e dunque prendere le distanze dal Movimento che ha deciso di sostenerlo, è stata per me una decisione naturale”. Ottimismo in casa Pd. Nicola Zingaretti dice “bene Draghi, dalle sue parole una conferma: l’Italia è in buone mani”.

“Il Pd farà la sua parte in questa sfida”. Matteo Orfini: “Un ottimo inizio”. Per Leu, interviene Roberto Speranza, ministro della salute: “La casa come primo luogo di cura e la sanità del territorio come pilastro della riforma del Ssn. Dal fronte di centrodestra, una lodevole performance di Draghi. Renato Brunetta dice: “Ho ritrovato grande Draghi, siamo fortunati. Un discorso ossuto, essenziale, come quelli che faceva in Bankitalia ed in Bce, ma qui in Parlamento ha una valenza diversa”.


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