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Matteo Salvini

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Il Green pass è stato un flop nell’esistenza dei cittadini. Ma lo è stato ancora di più per il voto della politica. Anzi, per la Lega che ha votato contro in commissione alla Camera. Si alzano forti bordate da parte del partito Democratico.

Il segretario, Enrico Letta accusa: “Proprio nella giornata di oggi ha deciso di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza. Chiedo su questo punto un chiarimento politico”. Il numero uno dei Dem ha attaccato parlando a margine della Festa dell’Unità in corso a Bologna. “La Lega – ha continuato – ha compiuto una scelta che la pone contro e fuori dalla maggioranza”.

I litigi dopo un’estate bollente (non solo in senso meteorologico) non finiscono mai. Proprio per oggi il premier ha convocato una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, con alcuni ministri, che ha per oggetto, tra le questioni più calde, i rifugiati dall’Afghanistan, con il decreto sui collocamenti e le nuove misure contro Covid-19 a partire da quelle per l’avvio dell’anno scolastico, il prossimo 13 settembre. Al termine una conferenza stampa, la prima dopo la pausa di agosto, farà il punto della situazione. Oltre a Draghi, anche i ministri della Salute, Speranza, dell’Istruzione Bianchi e dei Trasporti, Giovannini.

La turbolenza che ha accompagnato i primi passi del varo del Green Pass si è affievolita ieri nel traffico dei treni, tanto che si parla di flop delle manifestazioni milanesi con l’obbligo del certificato per il personale scolastico. Fuori dalla stazione Garibaldi di Milano sono stati contati più curiosi, giornalisti e poliziotti.

Scarsa la partecipazione di No Vax, interessati più a intercettare microfoni che a mettere in pratica il blocco dei treni nel giorno in cui scattava l’obbligo della certificazione verde. Tra i manifestanti, un filosofo del Sud ed altri che indossavano una maglietta con la scritta Marcia su Roma. Su un’altra era riportata un’offesa al presidente della Repubblica e la frase sulla “salute decido io”.

La rabbia sociale, spenta nei lunghi mesi di lockdown è esplosa quando ormai si avvertiva un ritorno completo alla libertà. Ricercare le responsabilità sembra come scovare l’ago in un pagliaio. Per molti la tensione si è alzata quando due argomenti, di primaria importanza, il voto dei primi mesi di ottobre e l’inizio del semestre bianco sono venute in conflitto. Con l’impossibilità di sciogliere il Parlamento è venuto meno uno strumento che garantisce la stabilità della legislatura (quando cioè senatori e deputati non vedono all’orizzonte il rinnovo del proprio mandato elettorale).

Ed i partiti hanno misurato il loro potere cercando di piazzarsi nella migliore posizione in vista dell’apertura delle urne di ottobre. La rabbia dei No Vax – mai accaduti i pugni ai giornalisti e a tutte le formazioni di lavoro- si è scatenata, in proporzioni mai viste finora, contro la classe politica. Nella chat di Telegram “Basta dittatura”, si è riversata la furia di quasi 42mila utenti, contrari alle nuove regole del certificato di avvenuta vaccinazione che da ieri è esclusivo territorio per accedere ai trasporti pubblici, scuola, altre attività economiche.

Ma la particolarità della questione è che non si sono avventati solamente contro Draghi e Di Maio (“Presto anche a te il cappio al collo”), ma pure con Giorgia Meloni. Non un vero mandante politico, ma gruppi indistinti che hanno agito, o volevano agire, per procurare “attentati dislocati nei luoghi di potere, in simultanea”.

A conforto di tanti problemi, arrivano quasi a suggellare una ventata di ritrovata libertà, le parole di Christine Lagarde, che in un’intervista a “Time” ha dichiarato, con toni nuovi ed assodati, che “stiamo emergendo dalla pandemia con le economie che sono state stabilizzate” ed in ripresa. “Quando si guarda ai livelli di disoccupazione nelle economie avanzate, la pandemia non ha lasciato molti danni”. Concludendo che se si vede “il livello del Pil, torneremo a quello di prima della pandemia, alla fine dell’anno”.

Berlusconi, visita al San Raffaele

È durata poco più di un’ora la visita all’ospedale San Raffaele da parte di Silvio Berlusconi. Al termine, il Cavaliere non ha rilasciato dichiarazioni e si è infilato su un’auto. Non è la prima volta che accade, ma forse è la prima visita molto breve dopo il susseguirsi di interventi chirurgici e di accertamenti contro il Covid 19. La visita di ieri sarebbe stata legata agli accertamenti post-Covid.


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