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L'aula della Camera

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NONOSTANTE l’elezione del Presidente della Repubblica sia un rito antico, il Covid-19 è riuscito a modificarne la prassi. I grandi elettori saranno 1.009 (per l’ultima volta vista la riduzione dei parlamentari) e questo ha costretto a modificare il solito iter per evitare assembramenti e rischi di contagi.

Nel Transatlantico sarà possibile applicare il distanziamento per fare entrare in aula solo 50 parlamentari alla volta, mentre il numero massimo di parlamentari ammessi in contemporanea è pari a 200. Altri 106 potranno accomodarsi nelle tribune. Si terrà, in linea di massima, una sola votazione al giorno. Per consentire queste operazioni in massima sicurezza, la prima riunione del Parlamento in seduta comune e con la partecipazione dei delegati regionali (in programma il 24 gennaio alle 15) è stata organizzata con tredici fasce orarie con la prima prevista alle 16,41 e l’ultima alle 19,17, sempre con 50 parlamentari per volta, salvo l’ultima con un turno di 24. Questo schema sarà seguito anche nelle votazioni successive che dovessero servire per l’elezione del successore di Sergio Mattarella.

Per garantire una maggiore segretezza del voto, nel 1992 venne stabilita la necessità di creare delle cabine elettorali, fino ai “catafalchi” diventati un simbolo delle votazioni, con gli archi in legno e la tenda rossa a coprire i corridoi dove di solito siedono i membri del governo. La pandemia, però, ha cancellato anche i “catafalchi”, sostituiti da nuove cabine elettorali, senza tende, ma che garantiranno comunque la riservatezza del voto. Materiali e penne saranno igienizzati, così come le mani dei grandi elettori.

L’ultima tappa, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, sarà caratterizzata dal giuramento del nuovo Capo dello Stato al quale è prevista la partecipazione di tutti i grandi elettori, ma solo con tampone negativo, effettuato la mattina nelle sedi di Camera e Senato.


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