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Draghi stringe la mano agli studenti di Bari

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La riforma del sistema degli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, percorsi formativi di Istruzione Terziaria professionalizzanti non aspetterà per essere realizzata. Va avanti. Divenuta legge lo scorso 12 luglio e salutata dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi come “una delle riforme più importanti del nostro PNRR per l’Istruzione, poiché rappresenta un passo avanti per il sistema di istruzione e per il nostro sviluppo industriale”, riveste una particolare importanza per favorire la futura occupabilità dei giovani che proseguiranno gli studi dopo la maturità.

Con gli 1,5 miliardi di euro di fondi PNRR già destinati, il goal a cui si punta è sia di rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva per i giovani, “raddoppiando il numero degli iscritti”, come ha ricordato Bianchi, sia di arricchire l’offerta formativa in risposta alle esigenze del tessuto produttivo dei territori e delle nuove prospettive del mondo del lavoro e dell’economia.

Con le dimissioni del Governo Draghi il timore che l’agenda dei provvedimenti legati al PNRR, fra cui l’attuazione della riforma degli ITS, potesse subire uno stop, ha generato dubbi e apprensione, di fronte al principio del “disbrigo degli Affari Correnti” cui il Governo si deve attenere. Ma la circolare del 21 luglio, diffusa nella serata di giovedì dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ai ministri, viceministri e sottosegretari, ha chiarito il perimetro dell’azione dell’Esecutivo. “Il Governo – vi si legge – rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle leggi e delle determinazioni già assunte dal Parlamento”.

E ancora: “il Governo rimane altresì impegnato nell’attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC)”.  Riguardo agli ITS, lo stesso premier Draghi aveva dichiarato nello scorso ottobre di avere molto a cuore la riforma, in occasione della visita all’ITS   Antonio Cuccovillo di Bari, un “esempio virtuoso” in un distretto di eccellenza della meccanica, in Puglia. “Vogliamo che la riforma sia approvata definitivamente nel 2022, insieme alla riforma degli istituti tecnici e professionali”, aveva detto il Premier quando il provvedimento sul sistema ITS era in quel momento al Senato. “L’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno è molto più alta della media nazionale” – aveva aggiunto il Premier.

Sei le riforme del Ministero Istruzione da attuare entro il 2026   

La riforma del sistema degli ITS, nelle parole del Ministro Bianchi, “contribuirà a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, integrandolo pienamente alla dimensione europea”. Si affianca alle altre cinque riforme da realizzare entro il 2026 nell’ambito della Missione M4-C1 – Potenziamento dell’Offerta e dei Servizi di Istruzione- del PNRR, centrate sugli Istituti Tecnici e Professionali, l’Orientamento, il Reclutamento del personale docente, la Scuola di Alta Formazione Continua e la Riorganizzazione del Sistema scolastico.

“Sul Pnrr va avanti tutto”, assicurano fonti del Ministero dell’Istruzione, sottolineando che la “Circolare sul disbrigo degli Affari Correnti” di Palazzo Chigi, “blinda” i percorsi. Non saranno quindi emanati solo i decreti attuativi – diciassette – previsti dalla riforma degli ITS, ma si va avanti anche sulle altre riforme, tutte con un timing al 2022 per l’adozione. Quella sugli Istituti Tecnici e Professionali, confermano ancora le stesse fonti, “è in fase di stesura” e “va approvata entro fine anno”. Ed anche quella sull’orientamento, essendo costituita da “linee guida ministeriali, non troverà ostacoli sull’attuazione”. Ieri mattina l’ex ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, intervistata da SKY, aveva fatto balenare invece rischi per l’attuazione della riforma degli ITS. “Con la caduta del Governo Draghi – le sue parole – i decreti attuativi per questa riforma fondamentale non si potranno fare. È il segno che in questo Paese non si vogliono fare le riforme”.  Non sarà così.

Un sistema di formazione terziaria rivelatosi efficace

A undici anni dal suo avvio, il sistema degli ITS rappresenta un settore efficace in termini di qualità dell’offerta formativa e di occupabilità: secondo i dati del monitoraggio nazionale 2022, su 5mila280 diplomati, l’80% (4.218) ha trovato un’occupazione nel corso dell’anno 2021, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia. Con la riforma si chiameranno ITS – Istituti Tecnologici Superiori- ITS Academy, entrando a far parte integrante del sistema terziario di Istruzione Tecnologica e costituendo un’altra opportunità rispetto alla formazione universitaria o a quelle delle AFAM, le Accademie per la Formazione Artistica e Musicale.   A Bari, nello scorso ottobre, il Premier Draghi aveva insistito: “Dobbiamo incrementare il numero di iscritti ITS al Sud”, per intervenire sul quel “processo di convergenza tra Nord e Sud fermo da decenni.

Investire negli ITS, e più in generale in istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico – aveva continuato Draghi – può contribuire a colmare questo divario che ha smesso di restringersi 30-40 anni fa. E per riuscirci, dobbiamo copiare le esperienze virtuose, come quella del vostro Istituto. Le risorse messe a disposizione per il Sud oggi non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e con rapidità”. Parole da non dimenticare. Mai.


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