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Beppe Grillo

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QUESTA volta Beppe Grillo ha dovuto ricorrere ai funambolismi della lingua italiana. “Non esiste un vento favorevole per chi non sa dove andare, ma è certo che chi va controcorrente il vento è sempre sfavorevole”. Brevi aforismi, memoria di un popolo, per ricordare che la forza del movimento è costante malgrado i tentativi, da ogni parte, per minarne le radici. “Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, peggio, per contagiarci. E così è stato. Alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui e alla fine vinceremo!”

Chi fa queste previsioni è Beppe Grillo dopo la strage di deputati che ha subito il movimento. Parla alle sue truppe per dare forza ai reparti avanzati, ma in realtà le sue truppe hanno registrato forti perdite. Non sarà facile rinvigorirle dopo un cannoneggiamento continuo. Anche ieri se ne sono andati altri due, Davide Crippa, ex capogruppo della Camera e il ministro Federico D’Incà. L’altro ieri hanno subito un rovescio Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, entrambe ex ministre di Forza Italia. Se Crippa ha avuto forti contrasti con i vertici sulla gestione del mancato voto di fiducia al Governo, che di fatto ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali, D’Incà ha aggiunto di avere spiegato “nelle sedi opportune e anche pubblicamente, i rischi ai quali avremmo esposto il governo in caso di un non voto di fiducia”.

Particolarmente felici Carfagna e Gelmini accolte a braccia aperte dal presidente di “Azione”. Anche l’ex show girl ha sorriso. “Ho la certezza di entrare in un partito – ha detto – che non tramerà con la Russia contro l’Italia. La stessa certezza di entrare in un partito che non si accoderà a Orban, che dice cose enormi”. Mai avrebbe pensato di “fare questo trasferimento di bagagli”. “Poi il 20 luglio con la fine del governo, l’Italia è stata esposta al rischio di una fase delicata. Non potevo proprio star zitta. Per questo da oggi inizia un nuovo percorso con Azione”.

La Gelmini ha sostenuto di essere “straconvinta del nuovo percorso che sto intraprendendo”. “Forza Italia e Lega – ha aggiunto – hanno voltato le spalle all’Italia gettando alle ortiche il lavoro fatto. La data del 24 febbraio, inizio dell’invasione russa, non può essere ignorata. Salvini, spero di essere smentita, è emerso che ha avuto ambiguità. Che non possono essere ignorate”.

“L’atlantismo e l’europeismo devono essere al centro dei programmi”. E’ intervenuto Calenda per precisare che “La scelta di Azione non è affidata a un sondaggio, quello che c’è da capire è se una performance migliore sul proporzionale aiuta o meno a fermare la vittoria della destra sovranista. Quale sia la decisione più conveniente per Azione è evidente” ha concluso Calenda. Rispondendo a una domanda sull’eventuale accordo elettorale con il Pd le due ministre hanno detto che “faremo una campagna elettorale sul nostro programma, se ci sarà un’alleanza tecnica sarà nell’interesse dell’Italia”. Altra domanda: la partita delle elezioni è chiusa? “No, questa destra non vince. Non è possibile che gli italiani vogliano essere declassati da partner di Germania e Francia a partner di  Orban e Putin.

Sul nuovo ruolo di Giorgia Meloni, si esprime Osvaldo Napoli della commissione Esteri: “La sovranista ed euroscettica Giorgia Meloni si ritrova, dopo le strabilianti performances filo-putiniane di Berlusconi e Salvini, nel ruolo per lei inedito di garante di Forza Italia e Lega presso la Nato. Una circostanza impensabile fino a qualche tempo fa, quando era Berlusconi a offrire la sua garanzia europeista e atlantista per i suoi alleati. È il centro-destra nel suo insieme che è andato in testa-coda. Ormai inaffidabile agli occhi dell’Europa e dell’Alleanza atlantica, Berlusconi e Salvini devono sottomettersi ai diktat di Giorgia Meloni, decisamente schierata in difesa dell’Ucraina e a favore delle sanzioni alla Russia. Rimane per lei la macchia non piccola dell’euroscetticismo in chiave sovranista. A conferma che una vittoria del centrodestra renderebbe l’Italia più fragile sulla scena internazionale rianimando le ombre della nostra inaffidabilità”.


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